LA CULTURA COME FILO CONDUTTORE
Dallo sci alpino e dal tennis, due esempi di eccellenza altoatesina destinati a fare scuola: Peter Fill (foto archivio Sportflash24) e Jannik Sinner.
“Noi siamo quello che facciamo”. Dal primo filosofo-scienziato della storia, Aristotele da Stagira, all’intellettuale Leonardo Sciascia da Racalmuto, il nocciolo del concetto, sia pur con diverse sfumature di significato, abbraccia ancora oggi ciascuno di noi, nel bene e nel male, senza se e senza ma. Una sorta di “Livella dell’Etica”, che però nell’agire quotidiano si trasforma in asticella. E un po’ come accade in due note specialità dell’atletica leggera (salto in alto e con l’asta) ogni persona, ogni gruppo o comunità aggregata di esseri umani deve cercare di tendere ad alzarla. E l’unico riferimento serio è il livello di eccellenza, concetto che, aristotelicamente parlando, è un qualcosa da allenare con costanza.
ECCELLENZA E INDIVIDUALITÀ
Un giorno di 8 anni fa, nel contesto di un’analisi dell’impresa dello sciatore italiano Peter Fill, primo e unico azzurro a trionfare nella Coppa del Mondo di discesa libera maschile in due stagioni agonistiche (tra l’altro consecutive, 2015-16 e 2016-17), la redazione di Sportflash24.it rileva il fatto che la prima gara di Coppa del Mondo in cui il discesista azzurro aveva battuto tutti gli avversari risaliva al 2008, ben 8 anni prima rispetto alla conquista della 1^ sfera di cristallo. Salire su livelli di eccellenza in uno specifico momento della storia non basta, però, soprattutto negli sport individuali, per potersi sentire in qualche modo “arrivati”. E così, rispondendo a una specifica domanda nell’ambito di un’intervista in esclusiva, il carabiniere di Castelrotto mette sul piatto concetti che tanto sanno di filosofico: “Sono migliorato sempre di più, anno dopo anno, sia in SuperG che in Discesa. È stata una crescita costante e consapevole”. ¹
Stesso discorso incentrato sul metodo “step by step”, come direbbero gli inglesi, si può fare per il tennista Jannik Sinner, un altro atleta eccellente del Trentino-Alto Adige. Proprio in relazione alle prospettive di crescita del talento della Val Pusteria, il suo ex allenatore, l’espertissimo maestro Riccardo Piatti, il 28 febbraio ‘25, nell’ambito di un’intervista rilasciata al sito specialistico TennisMajor.com, afferma: “Quando (Jannik, N.d.R.) ha iniziato a giocare nell’ATP, gli ho detto che dopo 150 partite sarebbe stato tra i primi 10. E lui dopo 139 partite era n° 9”. ²
ECCELLENZA E SQUADRA
Discorso diverso per coloro che trionfano nelle discipline di squadra, ambito in cui molto spesso tanti aspetti subiscono modifiche di anno in anno per motivi di anagrafe dei componenti, di stato di forma di ciascuno dei singoli e (quando non si tratta di Nazionali) anche di dinamiche basate su fattori economici: l’instabilità dei bilanci di molti club e il rapporto “dare-avere” tra giocatori e società nell’ambito di un calciomercato sempre più influenzato dalla Finanza e dal cosiddetto turbocapitalismo. A tal proposito, è indicativo un concetto del giornalista Alberto Cerruti sul flop di una squadra stellata di Serie A, nientemeno che…il Milan. I rossoneri, infatti, nella stagione con il tricolore sul petto 1996-97 riescono a fare, col loro 11° posto, addirittura peggio del 10° piazzamento ottenuto dal Napoli del 2023-24. Nell’ambito di un’intervista esclusiva a Sportflash24.it datata luglio 2024, in relazione a una domanda specifica sui motivi di alcuni clamorosi “flop”, il Cerruti spiega che “Mister Arrigo Sacchi, che nel Milan sembrava l’uomo giusto, nel 1997 è arrivato 11° perché in quella stagione non aveva i giocatori giusti”. ³
A supporto di tale intervista, Sportflash24.it redige anche una scheda statistica⁴, da cui si evince che storicamente, in Serie A, oltre il 65% delle formazioni scudettate non ripete l’impresa nel campionato successivo.
NOTE
1. (Fonte:https://www.sportflash24.it/sci-parla-il-discesista-italiano-peter-fill-sono-riuscito-a-169779).
3. (Fonte: https://www.sportflash24.it/alberto-cerruti-50-anni-di-giornalismo-maradona-zico-259200).
