IL REPORTAGE //
In trasferta da Vicenza a Napoli per incontrare ‘O lione, Luis Vinicio, indimenticato bomber della Serie A dal 1955 al 1968 con le maglie di Napoli, Bologna, Vicenza e Inter, nonché capocannoniere da record con 25 reti siglate in maglia biancorossa nella stagione 1965-66.
Mario, Piero e Paolo sono da poco scesi dal “Freccia-Rossa Padova-Napoli” alla stazione ferroviaria di piazza Garibaldi e sono ospiti di Luis, brasiliano d’origine e partenopeo d’adozione, il quale li porta a visitare il centro storico partenopeo. Per i tre vicentini, ora non più ragazzi, è un pomeriggio speciale, perché i loro ricordi del Vinicio protagonista allo stadio Romeo Menti sono vividi, come se fosse ieri. Quella squadra, allenata da Manlio Scopigno e successivamente da Aldo Campatelli, all’epoca dava spettacolo in Serie A, centrando due sesti e un settimo posto tra il 1962 e il 1966… Mario Pavan, giornalista e professore di filosofia, tra un’occhiata alle bellezze architettoniche di piazza del Gesù e un’altra alla facciata esterna di Santa Chiara, abbraccia Luis: “Ero un ragazzino - racconta Mario – quando mio padre, che staccava i biglietti nei distinti, mi portava negli spogliatoi a vedere i giocatori. Non era come oggi, che non ti puoi avvicinare. Io vedevo Vinicio arrivare in giacca e cravatta mezz’ora prima del fischio d’inizio per tastare il prato del campo…”. Il tour nel frattempo prosegue e, mentre svoltiamo per affacciarci alla Cappella di Sansevero, sono tanti i napoletani che rallentano la passeggiata per stringere la mano a Vinicio. E ad ogni stop i tre vicentini spiegano in tono ironico ai napoletani di “esser qui oggi per riportarlo a Vicenza!”. Piero Zocche, oggi industriale, scava anche lui nell’album del passato: “Sono emozioni che non si dimenticano. Facevo il raccattapalle quando giocava al Menti e ho pianto quando l’abbiamo venduto all’Inter, nel 1966. Però sono stato premiato dal destino. E, quando al suo ritorno, dopo un anno, ha segnato una doppietta alla formazione di Herrera (4 febbraio 1968, Vicenza-Inter 2-1, ndr) ho esultato. Pensa che “il Mago” non si fece trovare per salutarlo a fine partita…tanto che era dispiaciuto per la sconfitta”. Vinicio, sciarpa del Vicenza al collo, fa il turista nella ‘sua’ Napoli con gli amici veneti e snocciola qualche ricordo dei tempi andati: “Sono stato bene lì. Da calciatore non ho mai avuto problemi, a differenza di quello che mi accadeva nella fibrillante Napoli”. “E poi – precisa a sua volta Paolo Marinello, attuale responsabile di una squadra di calcio giovanile – con noi è stato capocannoniere, sebbene non fosse più giovanissimo. Ricordo che all’epoca giocavo nella Primavera e in un allenamento riuscii a fargli un tunnel. A fine sessione lui venne a cercarmi negli spogliatoi per congratularsi con me, perché mai nessuno era riuscito a farglielo in carriera”. Intanto, mentre ci aggiriamo a “Spaccanapoli” nei pressi della storica fabbrica di limoncello artigianale Limonè inebriati dal caratteristico profumo, Mario Pavan tira fuori un suo libro intitolato “Presente Storico – Anni 60” con Luis, Vicenza città e Vicenza Calcio onnipresenti. In copertina lui, ‘O lione. “Questa foto me la diede mio padre – rivela Pavan -. E l’originale me la feci autografare con una furbata nel giorno in cui Vinicio venne in visita dal preside del Seminario e io ero in quarto ginnasio”. La nostra passeggiata, nel frattempo, è quasi giunta al termine. Scendiamo per San Gregorio Armeno. Tra Pulcinella e pastori Luis ricorda la stagione 1965-66 in cui fu capocannoniere con 25 reti. E ventisei anni ci sono voluti per eguagliare il suo record. Ci ha pensato Marco Van Basten con il Milan, nell’annata dello scudetto 1991-1992. “In quel periodo è successo di tutto”. Luis, stavolta, evocando ricordi abbastanza recenti, sorride pure: “C’è stata persino l’alluvione… Il mio scantinato è stato sommerso e ho perso tutti i ritagli di giornale che conservavo…”. In piazza San Domenico arriva il momento dei saluti, ma, prima del congedo, Paolo Marinello fa un’ultima battuta: “Da noi hanno giocato tanti calciatori importanti, ma, se chiedi a un tifoso del Vicenza se ricorda più lui o Paolo Rossi, non ci sono dubbi. Vinicio per noi resta il migliore. Era ed è un grande uomo, oltre ad essere stato un grande giocatore. Ed è per questo che non vedevamo l’ora di venirlo a trovare qui, a casa sua”. Francesca Leva
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16 Ottobre 2015: Vinicio, l’ex bomber della Serie A, incontra a Napoli 3 suoi fans degli Anni Sessanta //
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