Beccantini, Pecci e Serena "in campo" per GIOCATI DA DIO,

Teatro “Parenti” Milano, domenica 17 novembre 2024 / Da sinistra: Gino Cervi, Furio Zara, Roberto Beccantini, Aldo Serena ed Eraldo Pecci. (Foto: Sportflash24.it)

Evento Book City Milano, teatro Parenti, 17 novembre 2024 /

giocati da dio luigi e beck

Il nostro direttore Luigi Gallucci con il Maestro Roberto Beccantini al teatro Parenti

“Giocati da Dio, il cui titolo è legato a un modo di dire di Carmelo Bene, obtorta penna l’ho scritto, sperando di poter incuriosire i lettori; perché fondamentale per i giornalisti non è avere dalla propria delle opinioni, ma dei lettori e incuriosirli”. Roberto Beccantini, 74 anni, bolognese di origine e milanese d’adozione, esordisce con questi concetti nella sala Café Rouge del teatro Parenti di Milano, struttura in cui, nell’ambito della rassegna Book City 2024, presenta, davanti a un folto pubblico, la sua ultima fatica letteraria, edita da Hoepli. Il giorno (una domenica 17 novembre in cui non si gioca in Serie A per gli impegni della Nazionale) e l’ora (le 14.30) non riteniamo siano un caso, dato che il volume fa molteplici riferimenti a un calcio degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta in cui, quando scattava l’ora solare, le partite si giocavano solo di domenica: calcio d’inizio in contemporanea su tutti i campi e alle h 16.20 sulla giornata pallonara era già il momento dei commenti; altro che “campionati spezzatino”, come siamo abituati a vederli in questi ultimi lustri per le note esigenze dei club professionistici legate agli introiti dei diritti televisivi. E proprio riallacciando il cosiddetto nastro rispetto al calcio del secolo scorso, Beccantini spiega: “Il libro è un po’ un lenzuolo che ricorda, per certi aspetti, le evasioni alla Totò e racconta del calcio di strada, quello che noi ragazzi del Novecento sognavamo. 

E spero che questo lavoro possa servire anche ai giovani di oggi – che hanno tutt’altri strumenti di svago – affinché anch’essi possano diventare campioni di quello che sperano di diventare. Il calcio è un gioco che ormai è diventato un business, ma – prosegue l’ex inviato di Gazzetta dello Sport e La Stampa – in queste pagine torna, spero, Gioco. Mi sono subito parato i glutei scrivendo che ricordare è dimenticare, per cui ci penserà Eraldo Pecci a ricordare i calciatori che ho dimenticato. E sono tanti, ma l’impronta è quella di riportare il calcio a quella ‘selvaggeria’ che ci incantò. I numeri? Sì, sono importanti, ma – non si offendano gli statistici, che ultimamente sembrano esser diventati degli statisti – il mio tentativo è stato quello di rendere un omaggio al calcio in funzione dei giovani, perché – per rispondere anche alla domanda che mi faceva Lodovico Maradei sui motivi di questa pubblicazione – i ragazzi hanno diritto di sognare a occhi chiusi, rispetto a noi che ormai sogniamo a occhi aperti”.

Chiamato in causa, Pecci, ex centrocampista del Napoli stagione 1985-86, inizia facendo un po’ di autoironia: “Mi fa piacere essere passato alla storia per un passaggio di 20 centimetri nonostante abbia giocato più di 700 partite”. Poi, però, l’ex mediano bolognese (tra l’altro scudettato col Torino nel 1976 e vincitore nel 1974 di una coppa Italia con la squadra della sua città) entra nel dettaglio dell’episodio accennato qualche istante prima, e cioè la battuta del calcio di punizione a due in area di rigore trasformato magistralmente da Diego Armando Maradona durante il 2° tempo del match di campionato Napoli-Juve 1-0 disputato allo stadio di Fuorigrotta il 3 novembre 1985: “In barriera c’ erano Favero, Serena, Scirea. Maradona mi fa…  ‘Tòcala un pochito’. E io rispondo ‘Diego, non ci passa (la palla, N.d.R.)’. E lui ‘Te dico tòcala’. E io insisto… ‘Diego, non ci passa’. E lui (stavolta con tono nervoso) ‘TE DICO TOOOCALA’. E io gli dico ‘Aooooo, fa come caxxo ti pare. Maradona sei tu, voglio dire”. E poi… vabbè… tutti noi amanti del calcio del secolo scorso sappiamo che parabola s’inventò Diego quel giorno; ma proprio su questo aspetto Pecci aggiunge: “Questi genii, quando vedono qualcosa che noi umani non vediamo, han già pensato come fare. E quindi lui ha dato un giro alla palla che balisticamente era – ed è – umanamente impossibile. Quel gol… è stato un capolavoro. Io ho portato un tubetto a Van Gogh per fare un quadretto e son passato alla storia per quei 20 centimetri e chissà per quanto ci resterò. Poi …dopo il gol… dissi ‘Diego, ma che assist ti faccio io, eh’. E lui rispose ‘Vaffangulo con la G’. Ad ogni buon conto, tornando ad altre pagine del libro, quando Roberto scrive di Sivori mi vengono le lacrime agli occhi, perché a me è sempre piaciuto il calcio delle giocate. E in questo contesto mi sono sempre divertito e ho conosciuto gente che mi ha insegnato l’arte del pallone e quella della vita. Non mi piace, per contro, quello alla Renzo Ulivieri, il quale, durante un Bologna-Juventus, fece uscire dal campo Roberto Baggio… perché voleva pareggiare 0-0!!!”.

Seduto a fianco di Pecci durante la presentazione del volume c’è Aldo Serena, uno dei 13 calciatori a cui l’autore ha riservato un cosiddetto “ritratto”. Nello specifico, tale paragrafo chiude il capitolo riguardante l’Arte del colpo di testa. “Tempo fa – esordisce il bomber di Montebelluna – ho conosciuto a Mediaset un giornalista superlativo. E se oggi mi dessero da leggere degli articoli senza firma, quello di Beccantini lo individuerei immediatamente per lo stile inconfondibile. Mi sento onorato, quindi, di essere citato in questo libro per il gesto nel quale ero più bravo, anche se esso, per le recenti dinamiche di ‘gioco palla a terra’ imposte da molti allenatori, ha perso qualcosa in termini di incidenza nella partita, tranne che nei finali di gara, nei quali si cerca con maggiore insistenza l’attaccante in area, nella speranza di un tocco risolutore”. Infine, in relazione alla Punizione del Secolo battuta da Maradona in Napoli-Juve 1-0, episodio poi diventato Storia e in cui egli era uno dei componenti della barriera juventina, Aldito tiene a evidenziare che in quella straordinaria giocata di Diego c’è un ulteriore elemento che va tenuto in considerazione, in quanto secondo lui “le difficoltà nel calciare il pallone erano accentuate ancor di più dal campo pesantissimo e dalla pioggia battente”.  

Furio Zara teatro Parenti 17 nov 2024

Furio Zara presso teatro Parenti – Milano

Tra i presenti nella sala Café Rouge anche Furio Zara, giornalista che attualmente opera per la “Gazzetta dello Sport” e la “RAI”. Secondo il suo punto di vista, “questo libro, in relazione alla storia del calcio, è un po’ come un Louvre, perché in una sala c’è la Gioconda, in un’altra il codice di Hammurabi… e così via, per tutta l’estensione del testo”. 

E poi aggiunge: “Roberto (in questa sorta di museo del calcio, N. d. R.) è da considerare, quindi, anche lui un artista, semplicemente per il Piacere che la sua scrittura trasmette. Tra l’altro, nella prosa dell’autore non c’è una parola in più del necessario. Prendendo a prestito il titolo del film di Paolo Sorrentino E’ stata la mano di Dio e adattandolo per quest’opera, potremmo dire che E’ stata la mano di Beck”.

A sua volta, il giornalista Gino Cervi, nel doppio ruolo di moderatore e reader dell’evento al teatro Parenti, trova il modo di evidenziare che in GIOCATI DA DIO “c’è il piacere di raccontare gli uomini oltre che i gesti” e che “saranno pubblicate quanto prima possibile due storie sacrificate in questo volume per esigenze editoriali ed entrambe legate ai rigori, quella del portiere della Steaua Bucarest Helmuth Duckadam (nel pararli in finale di Coppa Campioni nel 1986) e quella del Nazionale azzurro Fabio Grosso (protagonista ai Mondiali 2006 sia nella conquista del penalty, nel match contro l’Australia, sia nell’esecuzione dagli 11 metri, con il tiro decisivo che ci portò al trionfo nella Coppa del Mondo)”.  

In ultimo, prima che cali il sipario nella sala Café Rouge, proprio a proposito dei penalty il maestro Beccantini chiosa: “Nel calcio di oggi i rigori sono diventati di un’importanza vitale. E in tale contesto c’è spazio non solo per chi ha la bravura di procurarseli e/o di trasformarli, ma, purtroppo, anche per i simulatori, i cosiddetti cascatori”.

NOTA / 1 – Queste le 13 Arti di cui si occupa Roberto Beccantini in GIOCATI DA DIO: dribbling, tiro, stop, assist, lancio, colpo di tacco, calcio di punizione, cross, colpo di testa, rovesciata, corsa, contrasto e parata.

NOTA / 2 – Per ulteriori e specifici approfondimenti riguardanti la struttura, tanto fluida quanto articolata, del libro GIOCATI DA DIO, clicca sul seguente link >>  https://www.sportflash24.it/libro-giocati-da-dio-la-rovesciata-di-beccantini-260348

NOTA / 3 – Altri volumi pubblicati dall’ autore Roberto Beccantini: JUVENTUS, quei derby che una Signora non dimentica (editore Priuli & Verlucca, 2007); JUVE ti amo lo stesso (Mondadori, 2007).

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