ZONA 3 – SPORT
Nota stampa sul “Meeting ottobre 2018” svolto in chat in relazione al ruolo del telecronista sportivo, costretto a fare i conti, sempre più spesso, con due elementi: passione e deontologia professionale.
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La scheda
La recente telecronaca Sky riguardante il match di Champions Inter-Tottenham, con finale estremamente enfatico, ha riproposto alcuni quesiti sull’attuale ruolo del giornalismo sportivo. A cosa servono enfasi, urla e adrenalina ai massimi livelli ? Un’improvvisa impennata di decibel aumenta la valenza della notizia in sé ? In quale direzione sta andando il giornalismo sportivo? Su tali temi proveranno a dare delle risposte alcuni giornalisti e blogger che fanno parte del gruppo pubblico Facebook “Amici di Sportflash24”.
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Gli interventi
Andrea Cardinale, giornalista ‘Next Gen’ (pagina web https://www.facebook.com/AndreaCardinaleOff/ )
“Il punto non è l’esultanza di Trevisani e Adani (sui goal di Icardi e soprattutto Vecino), che a mio avviso è tanto emozionante quanto trash. Il discorso è ampio e tocca l’aspetto del telecronista: com’ è cambiato il mestiere e il modo di porsi al pubblico che lo ascolta, che si accomoda virtualmente accanto a lui, e con la presenza ormai costante di un tecnico di turno a fare da spalla. E in questo contesto dobbiamo porci due domande. In particolar modo sul come si sia persa l’abitudine al ricorso delle mezze misure sotto ogni punto di vista (giochi bene e sei un campione, giochi male e sei un brocco). E ritorniamo sullo stesso punto di sempre: perché enfatizzare fino all’estremo? Non è una questione contro l’Inter, perché l’avrebbero fatto anche a Belgrado se fosse entrato il tiro di Insigne. Si può parlare, dunque, di una linea editoriale precisa di Sky che viene ripresa da altri, tanto da aver trasformato il ruolo del telecronista sportivo e del commentatore tecnico?”
Luigi Gallucci, direttore testata giornalistica Sportflash24 (pagina web http://www.sportflash24.it/ )
“In primis, sul concetto di equilibrio tra la fase di esaltazione totale delle gesta degli atleti e quella della ‘condanna senza mezzi termini’, c’è da inserire l’elemento deontologico denominato ‘continenza della notizia’. E, in funzione di questa regola, al di là del fatto che la si scriva in carattere maiuscolo o grassetto su un giornale o su un sito web …o che la si urli alla radio o alla tv mettendo a repentaglio le proprie corde vocali, non è che la notizia in questione diventi più o meno importante.
Non è che la forza dell’urlo che arriva da un microfono le fa acquisire un grado superiore, sia chiaro. La rimonta dell’Inter contro la squadra inglese nel 1° turno della fase a gironi della competizione 2018-19 la si può anche commentare con straordinarie parole dette in modo pacato.
Allo stesso tempo, sempre in base alla regola della ‘continenza dell’ notizia’, linguaggi e toni di voce deprimenti, depressi, abbattuti rispetto ad una determinata prestazione…non servono a mio avviso. La prestazione sportiva negativa va, piuttosto, analizzata con un equilibrio, provando ad avvalersi del diritto della cosiddetta ‘critica costruttiva’. Insomma, la parola d’ordine è continenza, senza se…e senza ma…
In seconda istanza va evidenziato che le telecronache di Sky, che da oltre 2 decenni hanno un impatto emotivo abbastanza ‘adrenalinico’ su milioni di ascoltatori, sicuramente sono gradite dalla maggioranza degli abbonati. Ciò non significa che una ‘moda prevalente’ debba essere considerata per forza un ‘modello assoluto’ di riferimento, anche perché ognuno in democrazia ha il diritto a scegliersi i propri punti-cardine”.
Giuseppe Del Covillo, giornalista, già conduttore de ‘Lo chalet dello sport’ su “Tele Club Italia”
“In linea di massima, non sopporto quelle telecronache troppo urlate…
Certo, l’ amico Raffaele Auriemma (Mediaset, ndr) ha si fatto scuola in tale ambito, ma con capacità e stile piacevoli. Resta però il fatto che, in tali contesti, il telespettatore, in genere, si allea…quando si vince…”.
Diego Mariottini, giornalista (pagina web https://www.facebook.com/diego.mariottini)
“Non criminalizzo lo stile Sky, anche se non mi piace. Devono vendere un prodotto e lo confezionano secondo il gusto indotto dell’italiano medio”.
Roberto Liberale, blogger (pagina web “Il Cabezon” http://ilcabezon.blogspot.com/ ) e collaboratore testata giornalistica “Il Napolista” (pagina web https://www.ilnapolista.it/ )
“Ci sono vari aspetti da considerare in questa questione. Tanto per cominciare bisognerebbe sgomberare il campo da pregiudizi, anche se è molto difficile.
Le partite di Champions sono per Sky il vero prodotto da vendere quest’anno. La spettacolarizzazione estrema delle partite e delle telecronache è uno dei mezzi per far desiderare alle persone di non perdersi neanche un secondo di queste partite.
Poi c’è il bacino di utenza. Più è grande e più il prodotto dovrà essere spettacolarizzato per quel bacino, per non perdere la fidelizzazione.
Poi c’è la simpatia, chiamiamola così, dei telecronisti. Per quel che riguarda Lele Adani vi invito a riascoltare la telecronaca che fece quando Higuain batté il record di Nordhal con la sua mezza rovesciata contro il Frosinone. Forse noi napoletani non lo ricordiamo, ma si esaltó in maniera esagerata.
Infine c’è il nuovo ruolo che hanno I telecronisti e i commentatori, che non è più solo quello di accompagnare la partita con cronache asciutte, ma quello di dare ritmo a partite che in certi momenti farebbero addormentare.
Fondamentalmente non ci trovo nulla di male, basta che non si esageri quando non è proprio necessario.
Se un gol o un momento della partita è bello ed esaltante merita un applauso a scena aperta, altrimenti si può fare anche un commento più asciutto”.
Francesco Scotto di Santolo, opinionista e amministratore del gruppo Facebook https://www.facebook.com/groups/366110566805354/ intitolato “Gianluca Vigliotti Fans – Number Two Friends”
“Penso, sommessamente, che a Sky hanno tutti l’intento di rendere queste tre edizioni della Champions che loro trasmettono, qualcosa di strabiliante. E’ una linea editoriale. Però l’Inter, malandante in campionato, che ribalta nei minuti finali una partita difficile contro una delle big di Premier, ti esalta. Poi il duo Trevisani-Adani sono adrenalina allo stato puro. Ancora ricordo Lele Adani (e Compagnoni a fargli da eco) al 36° gol in campionato di Gonzalo Higuain in Napoli-Frosinone. Non è più il tempo di Nando Martellini, che citava solo i nomi dei calciatori che toccavano palla, lasciando ai telespettatori le emozioni per quanto vedevano. Oggi il telecronista ed il commento tecnico sono parte dello spettacolo …e spesso sono loro lo spettacolo, visto che è raro vedere partite che ci emozionano. Del resto, dovendo vendere un prodotto, lo fanno alla grande”.
Michele Pisani, giornalista, direttore responsabile della testata online https://www.footballweb.it/
“Per fortuna ognuno ha il proprio pensiero al riguardo. Sono contrario alla telecronaca di parte (quella del tifoso per essere chiari). Bisogna essere imparziali, al di là delle proprie, quanto legittime, simpatie. Come farlo? Raccontando il gol sempre con lo stesso impeto, indipendentemente da quale delle due squadre vada in rete”.
Giuseppe De Silva, direttore responsabile di Unica Channel Tv (pagina web https://www.facebook.com/unica.channel/ )
“Il ruolo del giornalista è quello di mediare tra l’accadimento e il pubblico. L’opera di mediazione comporta la terzietà del giornalista. La terzietà, cioè l’equidistanza sta a garanzia del buon lavoro svolto verso il pubblico. È chiaro che al cospetto di un avvenimento sportivo particolarmente coinvolgente il giornalista può perdere un po’ di aplomb. Il problema è non esagerare.
Ricordo peraltro (elemento che approfondisco nel libro che sto scrivendo sulla storia e l’evoluzione delle telecronache) che la prima telecronaca tifosa moderna è di Giampiero Galeazzi (Olimpiadi di Seul 1988, fratelli Abbagnale oro nel due con, canottaggio). Da allora, molti hanno preso ad imitare Bisteccone, spesso andando fuori tono e oltre le righe. Ricordo peraltro altri telecronisti essere molto partecipi ma conservare aplomb e misura: Paolo Rosi (Giochi olimpici Mosca 1980, oro di Mennea), Marco Civoli (Berlino 2006, Mondiali di calcio). Un cronista può essere partecipe (come lo fu Nando Martellini con il suo ‘campioni del mondo’ ripetuto tre volte e con il commento finale quasi “elegiaco” nel magnificare le imprese degli azzurri nel Mundial 1982) senza essere per forza un imitatore di Tony Dallara”.
ITALIA / NOTA STAMPA 22 OTTOBRE 2018
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1° Forum ZONA 3 Sport / Settembre 2018 > http://www.sportflash24.it/zona-3-sport-forum-su-14-anni-di-de-laurentiis-213944
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