CALCIO NAPOLI 2004-2014 Bilancio primi 10 anni presidenza De LaurentiisCorreva l’estate dell’anno 2004 e il noto produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis rilevava dalle ceneri di un fallimento in tribunale “la Società Sportiva Calcio Napoli” per la ‘modica’ cifra di circa 32 milioni di euro. Un atto di amore verso la città, un semplice investimento imprenditoriale in una piazza particolarmente complessa come quella di Napoli o cos’altro? La risposta, dopo 10 anni, la sta dando il tempo. Lo scorrere delle vicende, sportive e burocratiche, sta dimostrando che questa persona è da prendere a modello non solo nell’ambito del cinema, ma anche sotto il profilo della pianificazione e della gestione di un club di calcio professionistico. Insomma, il classico imprenditore con gli attributi che ama (in taluni casi all’eccesso) la sua squadra e che ogni giorno lavora col suo staff per raggiungere pian piano risultati sempre più prestigiosi. Nell’arco dei suoi primi 10 anni di presidente, il dottor Aurelio De Laurentiis è infatti passato dal prendere gratuiti insulti da parte di taluni beceri ultras avversari sulle tribune di campetti di Serie C1, campionato nel quale il Napoli ha dovuto militare nelle prime due stagioni (2004-2005 e 2005-2006) a causa di una retrocessione dalla “B” alla “C” generata dal pesante deficit economico inerente le precedenti gestioni del club partenopeo, agli onori delle cronache del calcio nazionale prima… e internazionale poi. E così, in un’alternanza di giornate gioiose ed amare, De Laurentiis ha fatto tesoro dell’esperienza maturata nel vivere con intensità il ruolo di “presidente-imprenditore-tifoso del Napoli” e, circondandosi via via di persone sempre più competenti in ambito tecnico e manageriale, nel giugno 2006, dopo due anni di ‘inferno agonistico e ambientale’ in C1, ha riportato, sotto la guida tecnica di Mr Edoardo Reja, la squadra in Serie B. Inserito in quello che è stato immediatamente definito il “torneo cadetto tecnicamente più titolato della storia” per le presenze, nella stagione agonistica 2006-2007, di squadre scudettate quali Juventus, Genoa, Sampdoria, Bologna ed Hellas Verona, il Napoli di Reja ha centrato una difficile qualificazione diretta in Serie A al primo tentativo, grazie al secondo posto ottenuto alle spalle di una Juve che schierava campioni del calibro di Buffon, Del Piero, Nedved e Trezeguet. Sul finire dell’estate 2007 il Napoli ha avuto quindi la possibilità di misurarsi nuovamente con l’elite del calcio italiano. Alla corte di Mr Reja, giocatori come Hamsik e Lavezzi hanno fatto subito ‘rumore’, al punto tale da issare il ‘neopromosso’ Napoli all’8° posto finale con 50 punti, traguardo che, al termine della stagione 2007-2008, ha permesso agli azzurri di ritornare a giocare gare Uefa dopo ben 14 anni di attesa. Nello specifico, i ragazzi di Reja si sono qualificati per la doppia sfida di andata e ritorno disputata nel luglio 2008 contro i greci del Panionios e valevole per il 3° turno dell’Intertoto. Tale torneo (dal 2009 ad oggi sostituito dai primi tre turni preliminari Uefa Europa League in calendario nel mese di luglio) all’epoca ha permesso alle 11 squadre che hanno passato il turno (e tra esse il Napoli) di accedere nell’agosto 2008 al 2° turno dei preliminari di Europa League, momento nel quale i partenopei hanno battuto agevolmente gli albanesi del Vllaznia. Tale successo li ha quindi proiettati nel tabellone del 3° turno preliminare di Uefa Europa League, cosiddetto playoff. E’ stato questo il primo, grande momento di ribalta internazionale del nuovo Napoli targato De Laurentiis. In tale fase, però, il sorteggio non è stato particolarmente benevolo verso gli azzurri, che hanno pescato…nientemeno che Benfica, uno dei 10 club più prestigiosi d’Europa. Ebbene, lottando contro una squadra che aveva tra i suoi assi gente come Maxi Pereira, Luisao, Suazo, Reyes e Di Maria, i vari Maggio, Lavezzi e Hamsik non hanno sfigurato affatto e, dopo aver vinto a settembre l’andata al San Paolo per 3-2, hanno ceduto allo stadio Da Luz di Lisbona ad ottobre per 2-0, lasciando così ai lusitani l’accesso alla fase a gironi di Uefa Europa League.  La stagione 2008-2009, con un sofferto 12° posto finale in campionato con 46 punti, è stata, nel complesso, quella della transizione tra il quinquennio guidato dal tecnico friulano Reja e il successivo quadriennio 2009-2013 che ha visto, tra i suoi maggiori artefici, l’allenatore toscano Walter Mazzarri. Come in molti certamente ricorderanno, tra i due periodi (era-Reja ed era-Mazzarri) c’è stata una “fase di mezzo” affidata, con alterni risultati, al lombardo Roberto Donadoni, il quale ha allenato il Napoli dal marzo all’ottobre 2009, prima di cedere il posto al trainer che negli anni precedenti tanto bene aveva fatto in Serie A alla guida di Reggina e Sampdoria. Mazzarri nella stagione 2009-2010 ha preso in mano la squadra dai bassifondi della graduatoria e nel maggio 2010 l’ha condotta  fino ad un utile 6° posto con 59 punti, che ha permesso agli azzurri di qualificarsi al 3° turno playoff di Europa League 2010-2011 contro gli svedesi dell’Elfsborg, battuti nell’agosto 2010 sia al San Paolo che alla Boras Arena, match che ha sancito l’esordio di Cavani in maglia azzurra. Tale successo ha così permesso al Napoli di accedere alla fase a gironi della competizione e di giocarsela, nel gruppo K, contro gli olandesi dell’Utrecht (nel quale all’epoca militava il talentuoso Dries Mertens) e due ex vincitrici di Coppa Campioni/Champions League, i rumeni dello Steaua Bucarest e gli inglesi del Liverpool, team, quest’ultimo, con in rosa calciatori del calibro di Gerrard, Pepe Reina, Fernando Torres, Maxi Rodriguez e Kuyt, solo per citarne alcuni. In quella stagione il gruppo azzurro ha superato il girone eliminatorio della competizione Uefa (insieme al Liverpool e ai danni di Utrecht e Steaua) e a febbraio 2011 si è arreso nei sedicesimi ad un Villareal nel quale giocavano talenti quali Cazorla, Senna, Gonzalo Rodriguez, Giuseppe Rossi, Nilmar, Borja Valero e l’attuale portiere del Milan Diego Lopez. Ed è da notare il fatto che, in quella stagione, il cosiddetto ‘sottomarino giallo’, oltre ad arrivare alle semifinali di Europa League, turno in cui è stato sconfitto dal Porto (vincitore del trofeo nel maggio 2011),è giunto al 4° posto nella Liga e si è qualificato per la fase a gironi di Champions League 2011-2012 dopo aver eliminato i danesi dell’Odense nel playoff-Champions di agosto 2011. Insomma, un ostacolo tecnico di una certa consistenza per un Napoli che, con il nuovo trio d’attacco Hamsik-Lavezzi-Cavani, iniziava a muovere i suoi primi passi nelle competizioni Uefa. La seconda stagione-Mazzarri si è chiusa comunque con un ottimo 3° posto in campionato a quota 70 punti, che è valso al Napoli l’accesso diretto alla fase a gironi della Uefa Champions League. Il ritorno tra le prime 32 squadre d’Europa dopo 21 anni di assenza è stato di quelli al cardiopalmo. Nel sorteggio il Napoli partiva dalla quarta fascia e, quindi, avrebbe potuto beccare il cosiddetto girone di ferro. E così è accaduto. Nel gruppo A il sorteggio ha messo di fronte Bayern Monaco (3° in Bundesliga), Villareal (4° in Liga), Manchester City (3° in Premier League) e Napoli (3° in Serie A). Ebbene, nella stagione 2011-2012, certamente la migliore del ciclo-Mazzarri dal punto di vista dei risultati, il Napoli è partito col piede giusto in Champions, eguagliando, 21 anni dopo l’era-Maradona, una storica qualificazione agli Ottavi e prendendosi (a pochi mesi di distanza dall’ultimo confronto in Europa League) una sonora rivincita sul Villareal. E’ da evidenziare inoltre che in  quello stesso girone  la cosiddetta “Mazzarri-band” ha spezzato anche i sogni di gloria degli inglesi del City, capaci però di conquistare, tra il maggio 2012 e il maggio 2014 ben due vittorie nel massimo campionato inglese. Azzurri battuti, in quell’autunno magico, solo nel doppio confronto col Bayern, la cui ossatura di squadra nel successivo triennio era destinata a vincere due titoli di Germania, una Champions League, una Supercoppa Europea e un Mondiale per Club (ex Coppa Intercontinentale). Ma quello è stato solo l’inizio di una stagione che ha consacrato ai massimi livelli del calcio italiano ed europeo il progetto-Napoli, partito nell’estate 2004 dal cosiddetto porto delle nebbie della Serie C1. Durante i primi 6 mesi del 2012, il Napoli ha prima sfiorato l’impresa della qualificazione ai quarti di finale di Champions contro gli inglesi del Chelsea, destinati quell’anno a vincere la loro 1^ Coppa Campioni, e poi nel maggio successivo ha trionfato in Coppa Italia per la 4^ volta nella storia, battendo la Juventus in finale. Al primo trofeo dell’era De Laurentiis, con ‘annessa’ qualificazione diretta alla fase a gironi di Europa League 2012-2013 e diritto a disputare la finale di Supercoppa Italiana nell’agosto 2012 a Pechino contro i campioni d’Italia della Juventus, il Napoli di Mazzarri nel maggio 2012 ha aggiunto anche la conferma del suo ritrovato ruolo nell’elite del calcio italiano chiudendo il campionato al 5° posto con 61 punti. L’annata 2012-2013, invece, non è partita nel migliore dei modi, in quanto si è subito registrata l’amara sconfitta ai tempi supplementari nella Supercoppa Italiana contro la Juventus. In campionato, però, la Mazzarri-band, orfana di Lavezzi, passato al Psg, ha trovato nell’uruguaiano Edinson Cavani l’uomo destinato a superare i 100 gol in maglia azzurra e a vincere la classifica dei cannonieri della Serie A 2012-13 con 29 reti. Il secondo posto finale raggiunto nel maggio 2013 con 78 punti alle spalle della Juventus, campione d’Italia per il secondo anno consecutivo, ha consentito al Napoli di qualificarsi in modo diretto alla fase a gironi di Champions League.  Inoltre, sempre nella stagione agonistica 2012-2013, magro bottino nelle Coppe. Dopo la delusione di Pechino, in Coppa Italia i detentori del titolo sono stati eliminati negli ottavi di finale dal Bologna nel dicembre 2012, mentre in Uefa Europa League hanno superato la fase a gironi (che li vedeva contrapposti agli olandesi del Psv Eindhoven, agli svedesi dell’Aik Solna e agli ucraini del Dnipro) ma hanno ceduto al Viktoria Plzen, compagine della Repubblica Ceca nei sedicesimi di finale disputati a febbraio 2013. Nella stagione 2013-2014, numerose le novità nell’ambito tecnico. L’addio dell’allenatore Walter Mazzarri, del bomber Cavani e del portiere De Sanctis, unitamente ad un piano di rafforzamento predisposto da De Laurentiis, hanno consentito un cambio consistente nell’assetto complessivo. In primis è arrivato sulla panchina azzurra l’allenatore spagnolo Rafael Benitez, vincitore, tra l’altro, della Champions League e della Supercoppa Uefa col Liverpool nel 2005, del Mondiale per Club con l’Inter nel 2010 (ex Coppa Intercontinentale), di due Uefa Europa League con Valencia (2004) e Chelsea (2013) e di due campionati di Spagna nel 2002 e nel 2004. Inoltre, sempre nell’estate 2013, alla corte del presidente De Laurentiis sono arrivati tre giocatori dal Real Madrid (il bomber argentino Gonzalo Higuain, il difensore Raul Albiol e il trequartista Josè Maria Callejon), l’esperto portiere spagnolo Pepe Reina (in prestito temporaneo dai Reds) e il talentuoso esterno belga Dries Mertens. La svolta tecnica, incentrata su uso razionale del cosiddetto turnover,  passaggio dalla difesa a 3 alla più classica retroguardia a 4 e nuova configurazione del centrocampo con due giocatori più arretrati e tre maggiormente offensivi a sostegno dell’ unica punta, ha permesso al nuovo Napoli di Benitez di essere estremamente competitivo in tutte le competizioni a cui ha partecipato. Non a caso, la stagione si è chiusa con la vittoria, nel maggio 2014, della 5^ Coppa Italia della storia azzurra (2° trofeo dell’era-De Laurentiis) ed ‘annesso’ diritto a giocare la finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus (laureatasi, nel frattempo, Campione d’Italia per il terzo anno consecutivo), con il 3° posto in Serie A a quota 78 punti (gli stessi dell’anno precedente) e la conseguente qualificazione ai preliminari di Uefa Champions League 2014-15 (traguardo minimo di inizio stagione) e con la scrittura di una inedita pagina nella storia della Uefa Champions League 2013-2014. Inserito nel gruppo F con gli inglesi dell’Arsenal, i francesi del Marsiglia e i tedeschi del Borussia Dortmund,  il Napoli ha chiuso le 6 partite con 12 punti, gli stessi dei blasonatissimi Gunners londinesi e del Dortmund, ma non ha avuto accesso agli Ottavi per aver segnato un gol in meno rispetto alle 2 avversarie. Tale arrivo al fotofinish non si era mai registrato nella storia della massima competizione europea.  Per la prima volta una squadra che ha totalizzato 4 vittorie nel girone eliminatorio di Champions si è dovuta ‘accontentare’ del 3° posto e dell’ammissione ai sedicesimi di finale della Uefa Europa League. In tale torneo gli azzurri, dopo aver superato gli inglesi dello Swansea nel febbraio 2014, hanno subito l’eliminazione agli Ottavi nel mese successivo ad opera del Porto, formazione lusitana.

La stagione agonistica 2014-15 tutt’ora in corso è iniziata ad agosto con la sconfitta nel doppio confronto del 4° turno preliminare di Champions League contro gli spagnoli dell’Athletic Bilbao, ma poi ha visto il Napoli proseguire con successo il cammino nella fase a gironi di Uefa Europa League, competizione nella quale i partenopei, inseriti nel gruppo I con i cechi dello Sparta Praga, gli svizzeri dello Young Boys e gli slovacchi dello Slovan Bratislava, hanno vinto il loro raggruppamento e si sono qualificati per i sedicesimi di finale, turno in cui affronteranno i turchi del Trabzonspor nella doppia sfida prevista per il febbraio prossimo. In ambito nazionale il 2014 del nuovo Napoli di Rafa Benitez si è felicemente concluso con la vittoria della Supercoppa Italiana (la 2^ della storia azzurra) al termine di un match infinito contro la Juventus, terminato 8-7 ai calci di rigore. Per volere dei vertici del calcio nazionale l’incontro si è giocato a Doha, in Qatar, nel mese di dicembre. Nel campionato di Serie A 2014-15, dopo 16 giornate, il Napoli è al 3° posto in classifica con 27 punti, mentre in Coppa Italia i detentori del titolo nell’ultima decade di questo mese sono attesi dal match di ottavi di finale contro l’Udinese. Fin qui, a grandi linee, il percorso nazionale ed internazionale di una squadra che nei primi 10 anni di gestione De Laurentiis ha vinto 3 trofei in ambito italiano e a tutt’oggi, tenendo conto dei risultati degli ultimi 5 anni, è tra le prime 3 in Serie A (69 punti di media in campionato tra la stagione 2009/10 e quella 2013-14) e al 24° posto nel ranking Uefa per squadre di club. Insomma, non male per una società che è ripartita da zero e che, dal 2004 ad oggi, è riuscita a mantenere in attivo il proprio bilancio amministrativo. Luigi Gallucci

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