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Stadio Maradona: nei progetti del presidente De Laurentiis potrebbe diventare una struttura aperta tutto l’anno con una serie di nuovi servizi offerti alla collettività. (Foto: archivio Sandro Sanna)

Il patron azzurro: “Da Napoli deve partire il futuro di un calcio libero, sostenibile e innovativo”  

E’ stato un Aurelio De Laurentiis dalle tante sfaccettature quello che oggi, nell’ambito di un evento di marketing legato alle magliette del calcio Napoli stagione 2024-25 svoltosi in una struttura ricettiva di via Aniello Falcone, ha parlato facendo un bilancio del suo primo ventennio alla guida del club partenopeo acquistato nel 2004. Di seguito, il discorso integrale, durante il quale il presidente a un certo punto, parlando delle attuali dinamiche riguardanti i calciatori, si è anche commosso, come forse mai prima in ambito pubblico.

NAPOLI…NON UN CLUB DI PASSAGGIO

Si è sempre detto che il Napoli è un club di passaggio per i calciatori. Falso, perché oggi il Napoli non è soltanto un club che lancia nuovi campioni, ma anche un nuovo punto di arrivo. Campioni affermati vogliono venire a giocare nel Napoli. Uno degli allenatori più forti al mondo ha fortemente voluto il Napoli”. Dopo questa puntualizzazione necessaria, il presidente De Laurentiis ha piazzato in rapida successione una serie di considerazioni-stoccate ad ampio raggio. “In una fase in cui il calcio mondiale spende meno, il Napoli investe oltre 150 milioni di euro nel mercato estivo (2024, N.d.R.). Poi leggo da molte parti ‘De Laurentiis è impazzito, ha tirato fuori tutti questi soldi…’. In verità l’altro anno, in cui avevamo vinto lo scudetto, abbiamo sbagliato tutti gli acquisti, ma non è che abbiamo speso poco. E non è che in altri anni abbiamo speso pochi soldi. Credo che 150 mln siano alla base di una valutazione di cambiamento totale. E’ chiaro che, se uno deve dire ‘l’altro anno abbiamo sbagliato, bisogna ripartire da zero’, ripartire da zero significa rifondare. E rifondare significa anche investire. Questo è stato possibile grazie a un modello di sostenibilità e pianificazione portato avanti dal 2004 a oggi. In questo senso, il Napoli oggi è l’ultimo baluardo che resiste a un sistema calcio diventato Finanza oggetto dei fondi, vendutosi a interessi molto diversi da quelli originari. Poi bisogna dire che è anche un calcio che non rispetta le regole e falsa la competizione. Noi, invece, abbiamo dimostrato che un’altra strada è possibile. E abbiamo vinto lo scudetto restando fedeli al nostro modello e ai nostri valori. Noi forse siamo l’altra faccia (o forse…senza forse) della medaglia. E così vogliamo restare.

TRE PILASTRI NEI PRIMI 20 ANNI

In questi 20 anni abbiamo lavorato anche per creare un modello di sviluppo unico, basato su 3 pilastri.

NAPOLI AL CENTRO – Il primo è il rinascimento napoletano. Oggi Napoli è ‘the place to be (il posto in cui stare, N.d.R)’ a livello globale. E il club sin dall’inizio ha dimostrato che a Napoli si può e si deve lavorare con successo. Poi da alcuni anni stiamo lavorando per enfatizzare sempre di più la bellezza della città e il suo lato più glamour.

FASHION BRAND – Il secondo pilastro è l’autoproduzione del kit tecnico. Grazie a questo progetto innovativo a livello mondiale, il club non è più solamente una società sportiva, ma è diventato anche un fashion brand, capace di attrarre marchi internazionali che vogliono far parte di questo storytelling.

 GIOCATORI VEICOLO D’IMMAGINE – Terzo pilastro, i diritti d’immagine. Da 20 anni il Napoli detiene il 100% dei diritti d’immagine dei propri giocatori.

NUOVA ERA: LA CONSACRAZIONE DEFINITIVA

Ora, dopo una prima fase durata 20 anni, in cui abbiamo portato il club ai vertici in Italia e in Europa, inizia la seconda, quella di spostare il focus anche su investimenti che consacrino definitivamente l’azienda Napoli. Il Calcio Napoli deve essere consacrato nella sua ulteriore indipendenza.

UN CLUB PIÙ EUROPEO – In primo luogo stiamo procedendo a una riorganizzazione aziendale che vede il Napoli da 3 anni strutturarsi come un club più europeo, ossia più implementato in due aree principali: il comparto sportivo e quello aziendale, con competenze specifiche. Dall’interazione fra queste due aree dovranno continuare i successi del Napoli del futuro.

PROGETTI INFRASTRUTTURALI – Il secondo elemento fondamentale di crescita è rappresentato dalle infrastrutture. Siamo al momento attivi su due progetti fondamentali.

Il primo riguarda il nuovo centro sportivo del club, che servirà a dare una casa unica a prima squadra e settore giovanile, così da poter lavorare sul territorio come non abbiamo potuto fare nella prima fase della nostra gestione. Su questo ambito abbiamo manifestato la nostra volontà al Comune su un’area già individuata e che necessita di bonifica; (opera, N.d.R.) che il Napoli si offre di effettuare a proprie spese senza gravare sui cittadini. Il nuovo centro sportivo permetterà un investimento importante anche nel vivaio per aiutare a far crescere i campioni di domani.

Il secondo elemento riguarda l’acquisto e la riqualificazione dello stadio Maradona. Abbiamo creato un gruppo di lavoro interno al club e già dato l’incarico a uno studio di architettura per pianificare la riqualificazione totale dello stadio Maradona e delle aree circostanti. L’obiettivo non è solo quello di poter lasciare in eredità ai napoletani una struttura moderna e funzionale per il calcio, ma anche poter offrire un’esperienza unica tutti i giorni con aree commerciali e di ristorazione, museo del Napoli, un’area interattiva e molto altro; il tutto, in attesa del via libera da parte del Comune alla vendita dello stadio. Ma su questo siamo ottimisti rispetto al fatto che il Comune avrà la lungimiranza di liberarsi di un costo e regalare alla città un’opera moderna, anche in vista degli Europei Italia-Turchia 2032. Qualora non fosse possibile, opereremo da un’altra parte. Non polemizzo. Sto creando (e cercando di assicurare) questo evento di un nuovo stadio in altre zone, anche perché la data del 2032 diventa sempre più vicina e bisogna dare questo stadio, o rimodulando il “Maradona” o con la costruzione di una nuova struttura, per poter partecipare come quinto stadio. E per avere (agli Europei, N.d.R) lo stadio del Napoli, bisogna dare (alla Uefa, N. d. R) determinate garanzie in breve tempo. Io, difatti, mi sono anche domandato: dovrei dare il via ai lavori al “Maradona” e quelli (in riferimento all’amministrazione comunale di Napoli, N.d.R) si sono già impegnati tutto il mese di giugno in concerti, controconcerti… Insomma, voi sapete… Napoli è una città complicata da questo punto di vista, perché la mano sinistra non va mai d’accordo con la destra e difficilmente s’incontrano per stringersi una mano.

INTERNAZIONALIZZAZIONE E FAN BASE GLOBALE – Il terzo elemento su cui insistere nel medio termine è il processo di una ulteriore internazionalizzazione del club. Il Napoli ha una base di potenziali tifosi molto alta. E noi ci siamo strutturati per poterla attivare entro breve tempo. Qui stiamo per lanciare alcuni progetti chiave di connessione con la nostra ‘fan base’ globale. Davanti a noi vedo un futuro ricco di sfide, di nuove opportunità da cogliere. Nel breve termine avremo l’incredibile vetrina del nostro Centenario. E siamo pronti a stupirvi con effetti speciali. Anche se sono il presidente del Napoli da 20 anni, per quanto mi riguarda lo spettacolo è appena cominciato. Posso promettervi che il Napoli, fin quando sarà gestito da me e dalla mia famiglia, non indietreggerà mai al cospetto di comportamenti ostili e predatori da parte di interessi privati. Da parte mia c’è sempre la volontà di costruire in questo (terreno, N.d.R), a tutela sia dei nostri giocatori (che spesso vengono intrappolati in situazioni che ledono, in primis, loro stessi) sia soprattutto dei nostri tifosi sparsi in tutto il mondo. Il nostro più grande orgoglio è stato quello di vincere rispettando le regole e le persone. Continueremo sempre a competere con questi principi. Venti anni fa dissi che il mio primo obiettivo era quello di rilanciare la città di Napoli, anche attraverso il calcio. Oggi Napoli ha riconquistato un’attenzione globale, anche grazie al nostro supporto, e  – conclude Aurelio De Laurentiis – da Napoli deve partire il futuro di un calcio libero, sostenibile e innovativo”.    

A cura di Luigi Gallucci

  (Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=90I89dS1o34&t=1231s)

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