Conferenza mr Conte 28 febbraio 2025:

Al centro tecnico di Castel Volturno, mr Conte prepara la sfida-scudetto con l’Inter e risponde alle domande dei cronisti con l’atteggiamento di una persona orgogliosa del lavoro fatto in questi primi 7 mesi dai suoi ragazzi. (Foto Conte: credits official page twitter.com/sscnapoli)

Vigilia del big match Napoli-Inter, in programma domani allo stadio Maradona e valido per la 27^ giornata di Serie A 2024-25. In classifica, nerazzurri primi a 57 punti, partenopei secondi a quota 56 e Atalanta 3^ con 54.
A circa 24 ore di distanza dalla grande sfida, mr Conte risponde alle domande dei cronisti. Ecco, di seguito, i contenuti pressoché integrali, rielaborati dalla nostra redazione.

Quando Antonio Conte ha firmato per il Napoli, si sarebbe aspettato che domani avrebbe giocato una partita-scudetto contro l’Inter?

“Al di là del discorso della classifica, mi sarei aspettato comunque, in questo periodo, un Napoli che dopo 7 mesi avesse iniziato a prendere forma. Questo sì… Poi, il trovarci in quella posizione di classifica sicuramente ci deve riempire di orgoglio, però, come ho detto ai ragazzi, non deve mettere tanta pressione, perché tante volte la pressione può essere positiva, mentre in altre può essere negativa; per questo motivo ribatto sempre con i miei calciatori dicendo ‘gustiamoci questo momento’, perché comunque queste attenzioni e questa classifica ce le siamo meritate. Sono frutto del lavoro fatto fino ad adesso”.

Quanto questa partita può essere influente, determinante o ininfluente nella corsa scudetto?

“In generale, è una partita influente sulla classifica, perché ci sono 3 punti. E sappiamo benissimo che vicino ci sono tantissime squadre. E quindi l’influenza della partita può esserci sotto questo punto di vista”.

Senza dubbio, febbraio (2025, N.d.R) è stato il mese più difficile da quando lei è alla guida del Napoli…  

No, agosto (2024, N.d.R) è stato il mese molto difficile. Adesso è una passeggiata (abbozzando una risata, N.d.R.)”.

Su cosa ha lavorato maggiormente mr Conte col gruppo in questa settimana?

“Con il gruppo lavoriamo sempre e sempre facciamo delle valutazioni dopo ogni partita. Sicuramente, impari molto di più dalla sconfitta che dalla vittoria, soprattutto perché la vittoria porta un po’ di superficialità in tutti. Abbiamo analizzato il perché abbiamo avuto quel secondo tempo contro il Como. E bisognava farlo perché, nel percorso di crescita che stiamo facendo, tutte le cose vanno valutate. Loro sanno che mi sono molto arrabbiato, ma erano arrabbiati anche loro stessi, perché il 2° tempo di Como non è stato al nostro livello, dopo che nel primo tempo era stata una partita che avevamo dominato, nonostante fossimo andati in svantaggio per un infortunio. E quindi abbiamo cercato di capire che bisogna continuare a stare sul pezzo fino al 95°, non tralasciando niente e ricordando che i punti che abbiamo fatto sono stati conquistati tutti al termine di partite sudate. Questa è una squadra che non può mollare un attimo”.

Può sembrare un paradosso, però la partita col Como magari poteva dare maggiori pressioni rispetto a quella di domani, nella quale comunque sulla carta l’Inter è sicuramente più attrezzata e “con l’obbligo” quasi di vincere. Questo avere meno pressione (se c’è meno pressione) può essere un vantaggio?

“Io voglio che i miei calciatori non ragionino sul fatto che affrontiamo una squadra che sulla carta potrebbe essere più forte o che magari avrebbe (o ha) ogni anno delle ambizioni diverse rispetto a noi. Noi cerchiamo di crescere anche da questo punto di vista, ponendoci sempre l’obiettivo massimo in ogni partita. Poi a volte ci riusciamo, a volte ci riusciamo meno. L’importante è uscire dal campo sapendo di aver dato tutto. E se siamo stati battuti, è perché gli altri si sono dimostrati più bravi, non perché hanno avuto più voglia, più determinazione, più cattiveria. Ecco, quella è una cosa che mi darebbe molto fastidio. Per il resto, il calcio è uno sport. Si può vincere, si può perdere. Quello che io cerco di ripetere ai ragazzi è che anche nella sconfitta, che bisogna odiare, dobbiamo esser sconfitti nella giusta maniera, perché gli altri hanno dimostrato di essere più bravi, come è successo quando l’Atalanta è venuta a vincere in casa nostra. Con la Lazio, secondo me era un pareggio, ma poi han vinto, però abbiamo sempre fatto un plauso agli avversari. Nella partita col Como penso che qualcosina da recriminare noi ce l’abbiamo. E quindi l’ho sottolineato, perché con i ragazzi abbiamo un rapporto molto schietto, molto sincero. Loro sanno che io non ho filtri. Sono per quello che mi vedono. E adesso ci aspetta questa bellissima partita. Ci siamo meritati, a 12 partite dal termine, di giocare un top match. E quindi ce la dobbiamo godere, mettendo tutto quello che abbiamo dentro e alla fine vedremo chi sarà stato più bravo”.

Partita con coefficiente di difficolta elevatissimo per tutte e due le squadre. Il Napoli perde Anguissa, probabilmente uno dei giocatori più significativi all’interno del suo sistema di gioco. (https://www.sportflash24.it/napoli-infortunio-anguissa-il-parere-del-dottor-mauriello-262170). Per sostituirlo, sarà necessaria più tecnica di palleggio o più fisicità?

“E’ una bella domanda, perché è tutta la settimana che me la sto portando dietro. Tutte e due le cose potrebbero essere giuste o opinabili. Cercheremo di trovare la soluzione migliore con i ragazzi, perché gli infortuni comunque fanno parte del percorso, del campionato. E c’è chi magari sopperisce in maniera un po’ più facile, mentre altre squadre hanno un po’ più di difficoltà, però la soluzione bisogna trovarla. Abbiamo cercato di lavorarci e la soluzione la vedrete domani in campo”.  

Le condizioni di Olivera e Spinazzola: entrambi possono garantirle i 90 minuti? In questo momento della stagione pesa di più l’assenza di Neres o quella di Anguissa?  

“Spinazzola ha fatto tutta la partita contro il Como. E quindi in settimana l’abbiamo anche un po’ gestito sul recupero. Mathias ha avuto una problematica più seria rispetto a Spina, in quanto recidiva al polpaccio, e sta lavorando per essere al massimo della forma. Quindi sono tutti e due a disposizione e vedremo quali saranno le scelte più opportune. Io devo fare delle scelte anche in vista del prosieguo del campionato e cercare di non fare danni fisici, perché sarebbe duro se ci fosse qualche ricaduta o si forzassero alcune situazioni. Neres e Anguissa sono due giocatori importanti come gli altri, ma, come ho sempre detto, la nostra forza è la squadra, è il collettivo, è lo spirito che hanno questi ragazzi. E quindi anche in questa situazione, con l’infortunio di Frank, cercheremo di sopperire. La cosa curiosa, e strana, è che sia Frank Anguissa che David Neres hanno finito le partite senza alcun problema e poi il giorno dopo hanno accusato problemi muscolari. Questa è l’unica cosa che li accomuna”.

Cosa è successo in questi ultimi 30 giorni? Come mai questo accumulo di infortuni muscolari dopo che per 7 mesi era filato tutto liscio?

“Nel calcio è tutto opinabile. Se vi ricordate bene, in tante conferenze in cui mi avete chiesto del discorso della Rosa, io vi ho risposto che fino a ora siamo stati bravi e fortunati a non avere infortuni, ma non puoi pensare che durante l’anno tu non abbia infortuni. Poi può capitare il periodo in cui sei più sfortunato e magari hai degli infortuni tutti in un settore (laterale sinistra Napoli con Olivera, Spinazzola, Mazzocchi e Neres, N.d.R.). E questo destabilizza un pochino tante situazioni, anche a livello di sistema di gioco. E devi essere bravo a trovare delle soluzioni cercando anche di valorizzare giocatori che fino ad allora non erano stati utilizzati tanto. Per dirla tutta, Jack Raspadori, ad esempio, in questo momento è al centro della situazione. E quindi bisogna trovare un qualcosa che non destabilizzi assolutamente la squadra, ma che al tempo stesso dia equilibrio favorendo le caratteristiche di tutti i calciatori”.

Quindi solo sfortuna?

“L’infortunio fa parte del gioco. Se vedete, quest’anno siamo forse la 3^ squadra che ha subito meno infortuni nel campionato, ma in tutta la mia carriera, in tutte le squadre in cui sono stato, ho avuto pochissimi infortuni. Questo significa che la metodologia funziona. Poi negli infortuni è giusto andare anche a vedere la carriera di un calciatore, se magari ti fa sempre 50 partite l’anno o te ne fa 30-35. E che possa essere x, y o zeta l’allenatore… poco cambia come situazione”.

Il Raspadori visto nelle ultime partite può fare la differenza?

“Per quello che vedo a livello calcistico come allenatore, Jack ha la possibilità di essere una seconda punta, di essere un trequartista e, al tempo stesso, può essere un interno di centrocampo offensivo, quello con più qualità dei tre, perché magari hai bisogno di un play (regista, N.d.R.), di un assaltatore e di un calciatore che sia metà e metà. E lui ha delle qualità fisiche che gli permettono di interpretare questo ruolo di mezz’ala, perché è un calciatore che corre più di 12 km durante la partita. Non è un esterno, assolutamente. E quindi io penso che ogni allenatore debba cercare di rispettare le caratteristiche del proprio calciatore, non metterlo in difficoltà, perché, alla fine, far giocare un calciatore, dandogli il contentino di metterlo in campo ma mettendolo poi in condizioni di non rendere, fa fare una brutta figura a lui e poi la squadra può subire un contraccolpo. Per me Jack è un giocatore forte, molto qualitativo e, quando giocavamo col 4-3-3, era per me l’alternativa ad Anguissa o McTominay nel momento in cui dovevamo alzare il tasso qualitativo della partita e mettere in campo un giocatore che comunque il gol ce l’ha nel sangue”.

A Como abbiamo visto per la prima volta Billing. Che risposte le ha dato e cosa può dare al Napoli questo nuovo acquisto?

“Billing è un calciatore che ha una grande struttura fisica, ha una buona tecnica e son contento che ha avuto la possibilità di giocare, perché poi torniamo sempre al solito discorso. Quando non inizi la stagione con la squadra e arrivi a metà gennaio, ti ritrovi in una situazione di difficoltà, perché affronti una nuova metodologia a livello di allenamento e, in più, affronti anche una nuova situazione tecnico-tattica, in cui ti devi ambientare, devi capire i movimenti, devi capire cosa vuole l’allenatore. E credo che la partita contro il Como sia servita a Philip per entrare sempre più in questo discorso. Ecco, oggi diciamo che lui, a differenza del pre-Como, è un giocatore su cui io non ho preoccupazione nel farlo giocare dall’inizio o dalla panchina, perché ho visto che comunque ha assimilato determinate cose e poi è un ragazzo serio. E quindi sono molto contento di quello che ha fatto”.

(Fonte:  https://www.youtube.com/watch?v=jsSYAOyrViM )

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