Tennis, analisi su Italia campione del mondo 2024

Malaga, novembre 2024 / Azzurri e azzurre più forti di tutto. Dal basso a sinistra, e in senso orario, il “semicerchio magico” che è salito sul tetto del Mondo: Filippo Volandri (capitano non giocatore Davis Cup 2024), Matteo Berrettini, Simone Bolelli, Lorenzo Musetti, i ‘portabandiera’ Jannik Sinner e Jasmine Paolini, Martina Trevisan, Lucia Bronzetti, Elisabetta Cocciaretto, Sara Errani e Tathiana Garbin (capitano non giocatore Billie Jean King Cup). * Nota: fonte immagine, credits Roberto Commentucci by https://www.facebook.com/photo/?fbid=10236108780688193&set=a.1873226198800&locale=it_IT

ANALISI DI UNA GRANDE STORIA 

- I molti “perché” di un’impresa sportiva riuscita, per la 1^ volta contemporaneamente, ai nostri tennisti e alle nostre tenniste

“Ever tried. Ever failed. No matter. Try again. Fail again. Fail better”. Probabilmente ci vuole lo scrittore Samuel Beckett, da qualcuno etichettato come “il poeta del fallimento”, per spiegare quello che di esaltante e travolgente sta accadendo in termini di cultura del tennis (e di risultati) in Italia da almeno 4 anni. Siamo di fronte alla non infondata ipotesi che, a furia di accumulare nel corso dei decenni sconfitte amare, quelle che i “tuttonullologi” definiscono “sfortunate”, nel club dell’ItalTennis si stia creando sempre di più una grandissima “chimica”. È finito il tempo delle sole lacrime e delle racchette spaccate per rabbia in campo e negli spogliatoi. Domenica sera 24 novembre, infatti, un amico ben addentrato nelle faccende tennistiche di casa nostra, intorno alle ore 21, messo un po’ sotto pressione dalle nostre riflessioni tecniche nell’ambito di una conversazione informale ad ampio raggio e a Coppa Davis straordinariamente rivinta (ma complessivamente anche stravinta), ha tirato fuori determinati concetti, alquanto significativi. Ebbene, da quanto è emerso attraverso la conversazione privata, si può affermare che a tutt’oggi la situazione è la seguente: nel pianeta istituzionale ITALTENNIS un po’ tutti (dal presidente federale Angelo Binaghi all’ultimo degli impiegati FITP della zona Monte Mario, passando per un nutrito gruppo formato da giocatori, giocatrici, ex giocatori, ex giocatrici, tecnici, progettisti, operatori Media, match analyst, preparatori atletici e staff medico) hanno maturato un avanzato background finalizzato non solo a difendere gli spazi recenti conquistati sul Campo (mondiale), ma anche a migliorare ulteriormente, laddove esistono margini per avanzare verso obiettivi fino a qualche tempo fa culturalmente e agonisticamente solo sognati. Il dato di base è che siamo passati da una lunghissima fase di “Olimpo del tennis” uguale “montagna a noi negata” a oggi, momento in cui possiamo scrivere senza tema di smentita, quantomeno da qui ai prossimi 12 mesi, “l’Olimpo del tennis siamo noi”.

LA CRESCITA DEI TALENTI – Come ciò sia potuto accadere…proviamo a spiegarvelo, avvalendoci anche di qualche riflessione che ci è arrivata dal mondo Social-Massmediatico, universo in relazione al quale bisogna selezionare in ogni istante tra contenuti interessanti e cosiddetta spazzatura.
Innanzitutto, va detto che uno straordinario risultato sportivo non è mai opera dell’improvvisazione. Partiamo dall’ambito individuale. In molti casi, il cosiddetto exploit è frutto soprattutto di talento, spiccata predisposizione naturale della persona-atleta, nel nostro caso del tennista, all’effettuazione di determinati gesti e prestazioni, abbinati a una componente di acquisizione crescente di elementi didattici, psicomotori e scientifici concernenti la disciplina in esame. Non sono rari i casi nei quali, per circostanze talvolta non dipendenti solo dal giocatore, il risultato rilevante del campione in questione venga raggiunto in una età anagraficamente precoce: pensiamo ai record da under 20 centrati da tennisti quali Michael Chang, Carlos Alcaraz, Boris Becker, Bjorn Borg, Pete Sampras, Rafael Nadal. Ci sono, invece, altri talenti che colgono i frutti del loro lavoro un po’ più tardi…o addirittura ai tempi supplementari della carriera, per dirla col linguaggio degli sport di squadra. Forse il più emblematico, in tal senso, è quello di Goran Ivanisevic, trionfatore a Wimbledon il 9 luglio 2001 dopo aver perso 3 finali (1992, 1996, 1998). “Sua Maestà, stavolta ho vinto” avrebbe potuto mandare a dire quel giorno Goran alla regina Elisabetta II, tramite il Duca di Kent e con tanti ringraziamenti per l’ingresso in tabellone ottenuto non per diritto di classifica ma grazie alla cosiddetta “wild card” fornita dall’AELTC “All England Lawn Tennis and Croquet Club” di Church Road.
Ebbene, posti un po’ i casi limite suggeriti dalla storia professionistica degli ultimi 40 anni, nel mezzo ci sono tantissimi giocatori che arrivano al successo (a meno che non si perdano nel limbo) senza bruciare le tappe. È accaduto a campionissimi quali Roger Federer e Novak Djokovic, nonché, negli anni Settanta, al nostro leggendario Adriano Panatta. Insomma, non c’è da fasciarsi la testa. In determinati casi, bisogna solo avere pazienza e costanza; la qual cosa si traduce nel saper apprendere dalle sconfitte. Come in tutti gli ambiti della vita, anche nel tennis si impara talvolta più perdendo che vincendo.
Tanti grandi successi nascono dalla capacità di assorbire con calma e intelligenza una quantità elevata di sofferenze e/o amarezze giornaliere in uno sport in cui si gioca praticamente tutto l’anno. Due frasi sono indicative in tal senso. Stan Wawrinka, dopo il trionfo all’Australian Open 2014 (il primo dei suoi 3 nei tornei Slam e in cui, da testa di serie n°8, aveva superato, nell’ordine, Andrej Golubev al 1° turno, Alejandro Falla al 2°, Vasek Pospisil al 3°, Tommy Robredo agli ottavi di finale, Novak Djokovic nei Quarti, Tomas Berdych in semifinale e Rafa Nadal in finale), fece una dichiarazione partendo da un concetto interiorizzato a tal punto da farselo tatuare sul braccio nel marzo 2013, qualche giorno dopo aver perso a Indian Wells un match in 3 set contro l’allora Re del circuito, Roger Federer. Il concetto? Beh, era proprio la frase di Beckett …da noi virgolettata a inizio articolo e che dall’inglese all’italiano si traduce così: “Mai hai provato. Mai hai fallito. Non importa. Prova ancora. Fallisci meglio”. E poi, con in mano quello stesso trofeo che 10 anni dopo avrebbe vinto anche Jannik Sinner, Stan spiegò meglio il concetto: “Ho giocato e perso più volte con Rafa Nadal e Novak Djokovic, ma ogni volta ho imparato qualcosa, ho perso un po’ meglio“. A questo punto, salto in avanti di un decennio esatto e si arriva a Jannik Sinner, primo italiano a mettere le mani sul trofeo Slam di singolare nella cosiddetta terra dei canguri, nonché unico tennista in ambito mondiale ad aver conquistato, a soli 23 anni e in un’unica annata solare (2024), Australian Open, Us Open, Coppa Davis, Masters Atp Finals e trofeo annuale quale n° 1 Atp. Ebbene, l’altoatesino, prima della finale vinta a Melbourne contro il russo Daniil Medvedev in 5 set (e in rimonta da 0-2 a 3-2), aveva dichiarato: “Quando gioco una partita, o vinco…o imparo”. E questa è, dunque, una regola aurea che, nel momento in cui viene applicata con estrema continuità, può dare luogo a risultati di valore elevato, qualunque sia il contesto operativo: dallo sport alla scuola, passando per quello delle arti e delle professioni. Naturalmente, nel momento in cui tale principio “esistenziale” viene moltiplicato per almeno 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10… componenti di un’unica nazione e tutti questi tennisti vivono, pressoché in contemporanea, fasi particolarmente brillanti delle rispettive carriere, allora le IMPRESE di squadra sono possibili, incluse doppiette, triplette o addirittura sestine di Davis Cup (leggasi albo d’oro nella parte bassa della pagina).

QUELLI CHE…GLI ANNI AMARI – Naturalmente, restando sul “Tomo ITALTENNIS” – volume più denso di quanto la valanga di apparenti sconfitte accumulate dopo il 1976 tra coppa Davis e tornei individuali possa far ipotizzare – può essere sintetizzante di variegate emozioni e vividi ricordi, per molti lettori, la riproposizione di un nostro breve articolo del 16 marzo scorso, intitolato “Buon Sinner-Alcaraz a tutti”, pubblicato nei minuti che precedettero la semifinale di Indian Wells tra il giocatore italiano e quello spagnolo; un incontro che (nella totale inconsapevolezza generale in relazione a ciò che gli organi di giustizia sportiva Atp-Itia avrebbero sentenziato nell’agosto successivo, e cioè  la perdita, per Jannik, dei punti di quel torneo californiano a causa di una, speriamo “fantozziana”, vicenda Clostebol a tutt’oggi pendente presso la Corte di Arbitrato dello Sport in Losanna) era stato presentato dai Media come il match che avrebbe potuto permettere aritmeticamente a Sinner di salire, in caso di vittoria, dalla 3^ alla 2^ posizione in classifica mondiale in singolare maschile, traguardo mai raggiunto prima da un tennista professionista italiano dall’esistenza del ranking ufficiale Atp (23 agosto 1973) e poi conquistato “con calma” da Jannik il 1° aprile, due mesi prima di diventare, piazzando un ulteriore record storico per l’Italia, addirittura il NUMERO UNO sul campo il 4 giugno scorso, con  “ufficializzazione del 10-06-2024 attraverso la pubblicazione della classifica settimanale Atp” come direbbero i burocrati.
Ebbene, verso le ore 20 di quel 16 marzo, grazie alla risorsa web, sintetizzavamo, in una manciata di righe, decenni di amarezze e nuove, incredibili gioie nel settore del singolare maschile. Per dirla con Marc Twain, abbiamo lasciato che gli “alisei” riempissero le nostre “vele” e abbiamo buttato giù così, di getto, il seguente testo: “Noi, che da un punto di vista anagrafico e/o percettivo siamo nati nella generazione ‘appena dopo’ l’epopea Panatta;
noi, che abbiamo visto da bambini il furto di Praga (sconfitta amarissima in finale di Davis contro l’allora Cecoslovacchia), il declino inesorabile del sublime Adriano (ex n° 4 Atp) e dei suoi compagni di Squadra tutti top 30 Atp (Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli), l’ascesa degli scandinavi post Bjorn Borg (Mats Wilander, Stefan Edberg, Henrik Sundstrom, Joakim Nystrom, Anders Jarryd, Mikael Pernfors, Jonas Bjorkman, Jonas Svensson, Jan Gunnarson, Kent Karlsson, Thomas Enqvist, Magnus Larsson, Magnus Gustafsson, Christian Bergstrom, Niclas Kroon, Peter Lundgren, Thomas Johansson, Nicklas Kulti, Mikael Tillstrom e Robin Soderling: tutti ‘titolati’, ciascuno a suo modo) … ma anche il loro ciclo sempre più declinante negli ultimi 15 anni per mancanza di motivazioni al sacrificio da parte delle nuove generazioni svedesi;
noi, che abbiamo capito, in un deserto di risultati italici (in quanto buoni e/o eccellenti solo per gli altri), la differenza tra i top 10 Atp e i nostri, che nella migliore delle ipotesi entravano nei primi 20 del ranking di singolare;
noi, che per amore del tennis abbiamo avuto la forza di non spegnere la TV in determinati periodi e ci siamo aggrappati ai dritti di Francesco Cancellotti , Claudio Pistolesi, Omar Camporese e Stefano Pescosolido, ai turborovesci e alle volee di Paolo Canè, alla maestria di Andrea Seppi, Gianluca Pozzi e Davide Sanguinetti, ai bagliori di talento di Diego Nargiso e Potitò Starace, alla grande forza mentale di Andrea Gaudenzi (oggi presidente Atp), Renzo Furlan, Cristiano Caratti, Paolo Lorenzi e Filippo Volandri;
noi, che abbiamo cominciato a respirare un po’ di aria “nobile nobile” con Marco Cecchinato (semifinalista Slam al Roland Garros 2018) e Fabio Fognini (trionfatore al Masters 1000 di Montecarlo 2019) e che abbiamo iniziato a “illuminarci d’immenso”, come direbbe il poeta ermetico Ungaretti, con Matteo Berrettini (finalista a Wimbledon 2021), Jannik Sinner (trionfatore all’ Australian Open Slam 2024) e Lorenzo Musetti (vincente ad Amburgo e a Napoli nel 2022) …e che abbiamo impiegato 43 anni (si parte sempre da Praga 1980) per vedere una Squadra finalmente vincente nel novembre 2023 in Coppa Davis, beh, signore e signori, noi queste partite di Melbourne, Rotterdam e Indian Wells, con i nostri alfieri protagonisti e con nuovi “terribili italians” pronti ad entrare nel gotha del tennis, ce le godiamo tutte, ma proprio tutte, ve lo assicuriamo al 100%. E, in tutto questo, rivolgiamo anche un affettuoso pernacchio (Totò docet) agli odiatori seriali che sono pronti a fare i galli sull’immondizia non appena uno di questi magnifici ragazzi (compresi Nardi, Sonego, Arnaldi, Travaglia, Cobolli, Darderi, Zeppieri, Gigante, Passaro, Pellegrino, Bellucci) perde qualche partita di troppo in singolare, subisce un infortunio o attraversa un “periodo no” a causa di una disciplina sportiva che, col passare degli anni, diventa sempre più livellata verso l’alto e, nel contempo, sempre più usurante per chi la pratica in ambito Top 500 Atp. E quindi, dopo uno sfottò, concludiamo con un invito. Chi in Italia realmente ritiene di amare questo sport …si goda il momento, perché il futuro dell’ITALTENNIS lo conosce solo “Colui che tutto move”, come direbbe il Sommo (poeta)”.

LEZIONI APPRESE – Ebbene, amici lettori, da quel Sinner-Alcaraz finito con qualche ferita per l’azzurro ma non tale da scalfirne la brillantezza assoluta, “Colui che tutto move” è stato di una coerenza che a Lui solo appartiene e che, in questo fantastico 2024, ci ha portato non solo “a riveder le stelle” (parecchie), sempre parafrasando Dante, ma a salire tutti insieme (Ragazzi e Ragazze di Molte Generazioni) con fatica, fede, sudore, abnegazione e SCIENZA SULLA VIA DI UN SEMPRE MAGGIORE PERFEZIONAMENTO, nientemeno che sul monte Olimpo del tennis, rappresentato, nel pratico, dal palazzo dello Sport Martin Carpena di Malaga.
Arrivati sul “monte”, tutti insieme dopo aver scalato i gradoni del “Purgatorio tennistico” (consigliata la consultazione del ranking di singolare Atp nei nostri anni grigi), si è issata lassù una sola bandiera ed è stato suonato un solo inno, quello di Mameli, col Mondo intero a guardarci con il naso all’insù.
In questo lunghissimo peregrinare italico nel circuito del tennis mondiale degli ultimi 44 anni anche le ragazze hanno fatto un percorso molto umile ma talvolta più brillante rispetto ai maschi, al punto da riuscire a fare tesoro, negli ultimi 20 anni, rispetto ai solchi tracciati nei decenni precedenti da …(metaforiche cinture di sicurezza consigliate per i nostalgici)… Daniela Porzio, Ionita Nesti, Anna Luale, Raffaella Reggi, Sabina Simmonds, Patrizia Murgo, Caterina Nozzoli, Nathalie Baudone, Sandra Cecchini, Silvia Farina, Rita Grande, Laura Golarsa, Maria Francesca Bentivoglio, Laura Garrone, Cathy Caverzasio, Linda Ferrando, Laura Lapi, Francesca Lubiani, Giulia Casoni, Maria Elena Camerin, Gloria Pizzichini, Katia Piccolini, Flora Perfetti, Alice Canepa, Marzia Grossi, Barbara Rossi, Federica Bonsignori, Barbara Romanò, le sorelle Adriana e Antonella Serra Zanetti, Ginevra Mugnaini, Corinna Dentoni, Deborah Chiesa, Nathalie Vierin, Alberta Brianti e Tathiana Garbin.
Anche per questo “esercito” di ragazze probabilmente i dolori sono stati maggiori delle gioie, però poi qualcosa è cambiato. Sotto l’occhio vigile di uno degli eroi della Davis Cup 1976, il sempre presente capitano Corrado Barazzutti, è esplosa, tra il 2006 e il 2013, una Nazionale con tenniste capaci di vincere, tra le altre cose, 4 Fed Cup a livello individuale e 2 Slam in singolare (Schiavone, Roland Garros 2010; Pennetta, Us Open 2015). E non è un caso che nel team trionfatore in Malaga 2024 ci siano, col loro ricco background, l’attuale capitano non giocatore Tathiana Garbin (“erede”, dal 2017, di una striscia di risultati notevoli lasciati dal suo omologo Barazzutti) e la grintosissima Sara Errani (già trionfatrice in tale competizione nel 2009, 2010 e 2013, nonché ex n° 5 Wta in singolare, ex finalista Slam al Roland Garros e storica campionessa olimpica 2024 in doppio insieme alla Paolini).
Ebbene, proprio la Garbin, subito dopo il trionfo, ha postato sul social network Instagram un toccante messaggio rivolto alle ragazze appena salite sul tetto del Mondo. Ecco, di seguito, il testo integrale: “Care ragazze, sono passati solo pochi minuti da quando siamo diventate ‘campionesse del mondo’. Faccio fatica ad esprimere a parole quello che sento in questo momento… ma ho deciso di farlo a caldo, con il cuore che mi batte ancora tanto forte. In questi anni siamo diventate più di un gruppo, siamo diventate una ‘famiglia’. Proprio come una famiglia mi siete state vicino nei momenti più difficili. Il legame che abbiamo creato va oltre il tennis e per questi vi dico ‘grazie’! Grazie per la passione con cui avete onorato questa maglia, sia nelle vittorie che nelle sconfitte. Grazie per aver mantenuto la speranza dopo aver sfiorato questo traguardo l’anno scorso. Vi conosco bene e so che tra qualche giorno sarete di nuovo in campo a migliorarvi come avete fatto in questi anni. Ma questa sera, solo per questa sera, voglio che concediate del tempo per pensare bene a cosa avete fatto. Voglio che pensiate a tutte le ore di allenamento, ai sacrifici che avete fatto voi e le vostre famiglie fin da quando eravate bambine. Ce l’avete fatta! Siete campionesse del mondo: ricordatevelo! Consapevoli del fatto che questo non ve lo toglierà nessuno. Sono orgogliosa di voi. Vi voglio bene. Tathy”.
(Fonte: video https://www.instagram.com/reel/DCoOsCMNaQ7/?igsh=MXV5dzVzNzNtaGh2NA==)

I GENITORI DEGLI ASPIRANTI TENNISTI – Il successo delle ragazze è stato oggetto anche di una profonda riflessione da parte del nostro amico e collega Alessandro Giuliani, il quale sul “Corriere Romagna.it” ha scritto un articolo che va un po’ più a fondo rispetto ai pur straordinari trionfi di Malaga: “Un tennista fino ad una certa età fa parte di un’impresa familiare, poi diventa leader di una Srl, una società a responsabilità limitata (ma nemmeno troppo). Quando vediamo un match di tennis di alto livello vediamo solo il vertice, il prodotto finale di un lavoro durato anni nel quale c’è il giocatore, ma dietro c’è una sommatoria di componenti lunga come i colpi del tennis. E’ un po’ così in tutti gli sport, ma nessuno è complesso come il tennis e forse in nessuno la famiglia assume un ruolo così fondamentale. Per questo, quando si analizza un giocatore, si dovrebbe partire dal nucleo familiare, per questo l’esperienza che sta vivendo il tennis in questi anni dovrebbe diventare un laboratorio speciale di studio per altre discipline”. E poi ancora: “Ormai i maestri di tennis sono anche dei profondi conoscitori della psiche, del loro allievo, ma anche di chi lo circonda. Sono diversi i corsi che i Circoli stanno allestendo per educare i genitori ad assistere il tennis dei loro figli; in alcuni Club si va di pari passo, i bambini in campo, i genitori sui banchi. Perché in molti casi il problema non è il dritto dei ragazzi, ma soprattutto sono i rovesci mentali dei più grandi. Ma la Federazione ed i tecnici hanno capito che a bordo campo non ci possono stare padri e madri di “fenomeni” e quindi stanno intervenendo. Ci sono poi maestri, come Fabrizio Serafini al Tennis Club Riccione, che hanno scritto un libro sulla “Sana Cultura Sportiva” e vanno nelle scuole a fare didattica. È solo l’inizio, ma un giocatore di tennis deve giocare un match corretto, deve mostrare rispetto in campo all’avversario e verso chi sta fuori, ed al termine deve stringere la mano (minimo sindacale), ma forse sarebbe anche meglio abbracciare il suo avversario. Un lungo preambolo per dire che in questi giorni hanno impressionato le ragazze in campo conquistando la Billie Jean King Cup a Malaga, ma di pari passo hanno impressionato le dichiarazioni dei loro genitori e fratelli. Vincere è bello, ma è solo un percorso, trionfare è meraviglioso, ma è la vittoria di tutti e soprattutto è il coronamento di anni di sacrifici. E se il percorso è sano, corretto, rispettoso, se aiuta a capire gli altri, a conoscere sé stessi, diventare persone migliori, il traguardo è solo l’atto conclusivo di un bel viaggio, interiore prima che esteriore. Così facendo - ha spiegato Giuliani- avremo genitori che hanno solo assecondato un percorso, hanno solo favorito un talento, hanno solo intuito un’inclinazione. E poi si sono quasi annullati affinché si compisse il prodigio”.
(Fonte: https://www.corriereromagna.it/sport/tennis/i-trionfi-del-nostro-tennis-e-le-vittorie-di-genitori-discreti-che-non-mettono-pressione-FM1097106?fbclid=IwY2xjawG0fRBleHRuA2FlbQIxMQABHYXUXZ1FHfVNbeXzXTZoXf1CPaIu_yKd3BRe2TPipoeLYg3BVDRxdecI2A_aem_tzhSBGDQ6o8ukX12TOLoxg).

SINNER E BINAGHI PER L’ITALIA-NAZIONE – Sul significato del trionfo stratosferico del tennis italiano, sono particolarmente importanti anche le dichiarazioni rilasciate LIVE al TG1 RAI del 24 novembre da Jannik Sinner con la medaglia d’oro al collo: “C’è tutta la squadra dietro questo successo. Onestamente, son venuto qua perché ci tenevo tanto alla Coppa Davis, a difendere un titolo importante, non solo per me, ma per tutta la squadra e per tutta l’Italia. Ci siamo riusciti molto bene. E anzi, meglio di così non si poteva fare; quindi siamo super contenti di tutti i compagni di squadra: di Lorenzo (Musetti, N.d.R.), Simone (Bolelli, N.d.R.), Andrea (Vavassori, N.d.R.), Matteo (Berrettini, N.d.R.), me compreso. Il capitano (Volandri, N.d.R.) ha dovuto fare delle scelte non semplici (in riferimento ai giocatori convocati e a quelli schierati nel percorso dalle eliminatorie alla finale, N.d.R.). Ovviamente, tutto lo staff che era qua, e anche quello mio personale che era a casa, ha fatto un ottimo lavoro quest’anno. Ora vediamo il prossimo come va, però siamo tutti molto, molto contenti”.
Ai microfoni del TG1, a un metro da Jannik, parla anche il gioioso presidente FITP Angelo Binaghi, il quale nel 2023 aveva messo sì le mani sulla Coppa Davis in campo maschile ma, nel contempo, aveva visto le ragazze perdere la finale di BJK Cup (ex Fed Cup): “Qualche giorno fa – esordisce con fierezza Binaghi – abbiamo portato (a casa, N.d.R.) anche la Billie Jean King Cup, che è la coppa Davis femminile; la settimana precedente Jannik ha vinto le Atp Finals (altro risultato record per l’Italia, N.d.R.). Grazie a Jannik, grazie a Matteo, grazie a questi fantastici ragazzi e ragazze l’Italia nel tennis è campione del mondo. Siamo i più forti. Nessuno è forte come noi in questo sport così popolare, che muove così tanti interessi nel mondo. Credo – conclude il presidente federale – che sia una buona notizia per tutto il Paese, non solo per i milioni di nostri appassionati che hanno seguito Jannik”.
(Fonte: https://www.rainews.it/video/2024/11/tennis-davis-sinner-ci-tenevo-ad-essere-qui-per-me-la-squadra-tutta-talia-contento-bravi-tutti-video-f62c37e1-5c10-4200-80b8-41b48bd3314d.html)

IL COMMENTUCCI(O) – Già, il presidente Binaghi a Malaga ha affermato che oggi nel tennis nessun Paese al mondo è forte come noi. E rimanendo in tale ambito, poiché in Roma c’è un appassionato, Roberto Commentucci, molto affidabile e puntuale, che in questi dì di festa ha deciso di non farsi (e non farci) mancare nulla, è accaduto che egli ci ha regalato non solo… la gioia di leggere sulla sua pagina Facebook, in sequenza cronologica, il riepilogo di tutti i piazzamenti di rilievo ottenuti nei primi 11 mesi del 2024 dai tennisti italiani nell’ambito professionistico, ma anche …quella di condividere con tutti noi, al pari di Alessandro Giuliani, il suo elaborato nella presente pagina, corredandolo di una significativa immagine-foto a supporto. Ecco, di seguito, il suo post Social intitolato “ABBIAMO VINTO TUTTO NOI”. “Ieri sera – scrive un emozionato Commentucci lunedì 25 novembre – avevo l’adrenalina a 1000, di dormire non se ne parlava. E così mi sono messo a spulciare tutti i risultati di un anno forse irripetibile, una cavalcata pazzesca da gennaio a novembre, finita come sappiamo. Il diario del 2024 è incredibile, a ripercorrerlo: praticamente ogni settimana un exploit, una vittoria, un trionfo. Ogni settimana azzurri protagonisti, ai 4 angoli del globo.
Presenti in tutte le 4 finali Slam, presenti nella top 10 in tutte le classifiche (maschile e femminile, singolo e doppio), presenti alle Finals maschili e femminili in tutte le specialità.
E poi i 12 ATP Challenger vinti, i 10 giocatori nei primi 102 del mondo, i 7 nei primi 53… Talmente tanti primati che ci vuole troppo tempo per scriverli tutti.
Ecco qua il dettaglio.

21 gennaio – Matteo Gigante vince il Challenger 75 di Nonthaburi (Thailandia).

27 gennaio – Bolelli e Vavassori sono finalisti nel doppio all’Australian Open.

28 gennaio – Jannik Sinner vince l’Australian Open.

28 gennaio – Gianluca Mager vince il Challenger 75 di Punta Del Este (Uruguay).

4 febbraio – Errani e Paolini vincono il doppio femminile nel torneo Wta 500 di Linz (Austria).

11 febbraio – Luciano Darderi vince torneo Atp 250 di Cordoba (Argentina).

18 febbraio – Jannik Sinner vince il torneo Atp 500 di Rotterdam (Olanda).

18 febbraio – Stefano Napolitano vince il Challenger 100 di Bengaluru (India).

18 febbraio – Simone Bolelli e Andrea Vavassori vincono il doppio maschile nel torneo Atp 250 di Buenos Aires (Argentina).

25 febbraio – Jasmine Paolini vince il torneo Wta 1000 di Dubai (Emirati Arabi).

25 febbraio – Matteo Gigante vince il Challenger 75 di Tenerife (Spagna), superando in finale Stefano Travaglia.

25 febbraio – Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego sono finalisti nel doppio al torneo Atp 250 di Doha (Qatar).

16 marzo – Jannik Sinner è semifinalista al torneo Atp 1000 di Indian Wells (Stati Uniti).

17 marzo – Matteo Berrettini è finalista al Challenger 175 di Phoenix (Stati Uniti).

31 Marzo – Jannik Sinner vince il torneo Atp 1000 di Miami (Stati Uniti).

31 marzo – Luca Nardi vince il Challenger 125 di Napoli.

6 aprile – Luciano Darderi è semifinalista al torneo Atp 250 di Houston (Stati Uniti).

7 aprile – Matteo Berrettini vince il torneo Atp 250 di Marrakesh (Marocco).

13 aprile – Jannik Sinner è semifinalista al torneo Atp 1000 di Montecarlo (Principato di Monaco).

14 aprile – Stefano Napolitano vince il Challenger 100 di Madrid (Spagna).

29 aprile – Lorenzo Musetti è finalista nel Challenger 175 di Cagliari.

13 maggio – Errani e Paolini vincono il doppio femminile al torneo Wta 1000 di Roma.

13 maggio – Francesco Passaro vince il Challenger 175 di Torino su Lorenzo Musetti.

25 maggio – Flavio Cobolli è semifinalista al torneo Atp 250 di Ginevra (Svizzera).

25 maggio – Luciano Darderi è semifinalista al torneo Atp 250 di Lione (Francia).

7 giugno – Jannik Sinner è semifinalista al Roland Garros (Internazionali di Francia).

8 giugno – Jasmine Paolini è finalista al Roland Garros.

8 giugno – Bolelli e Vavassori sono finalisti nel doppio maschile al Roland Garros

8 giugno – Errani e Paolini sono finaliste nel doppio femminile al Roland Garros

9 giugno – Luciano Darderi vince il Challenger 125 di Perugia.

16 giugno – Matteo Berrettini è finalista all’Atp 250 di Stoccarda (Germania)

22 giugno – Jannik Sinner vince il torneo Atp 500 di Halle (Germania).

22 giugno – Lorenzo Musetti è finalista al torneo Atp 500 del Queen’s (Inghilterra).

22 giugno – Bolelli e Vavassori vincono il doppio al torneo Atp 500 di Halle.

12 luglio – Lorenzo Musetti è semifinalista a Wimbledon (Inghilterra).

13 luglio – Jasmine Paolini è finalista a Wimbledon.

21 luglio – Matteo Berrettini vince il torneo Atp 250 di Gstaad (Svizzera).

21 luglio – Federico Arnaboldi vince il Challenger 100 di Verona.

27 luglio – Matteo Berrettini vince il torneo Atp 250 di Kitzbuehel (Austria).

27 luglio – Lorenzo Musetti è finalista nel torneo Atp 250 di Umago (Croazia).

5 agosto – Sara Errani e Jasmine Paolini vincono la medaglia d’oro nel doppio femminile ai giochi olimpici di Parigi.

5 agosto – Lorenzo Musetti vince la medaglia di bronzo nel singolare maschile ai giochi olimpici di Parigi.

5 agosto – Flavio Cobolli è finalista al torneo Atp 500 di Washington (Stati Uniti).

11 agosto – Matteo Arnaldi è semifinalista al torneo Atp 1000 di Montreal (Canada).

17 agosto – Jannik Sinner vince il torneo Atp 1000 di Cincinnati (Stati Uniti).

24 agosto – Lorenzo Sonego vince il torneo Atp 250 di Winston Salem (Stati Uniti).

2 settembre – Francesco Passaro vince il Challenger 125 di Genova.

7 settembre – Sara Errani e Andrea Vavassori vincono il doppio misto agli US Open.

8 settembre – Jannik Sinner vince gli US Open.

22 settembre – Lorenzo Musetti è finalista al torneo Atp 250 di Chengdu (Cina).

29 settembre – Jannik Sinner è finalista nel torneo Atp 500 di Pechino (Cina).

29 settembre – Bolelli e Vavassori vincono il doppio nel torneo Atp 500 di Pechino.

6 ottobre – Errani e Paolini vincono il doppio femminile al torneo Wta 1000 di Pechino.

7 ottobre – Jannik Sinner vince il torneo Atp 1000 di Shanghai (Cina).

18 novembre -  Jannik Sinner vince le Atp Finals a Torino.

20 novembre – L’Italia vince la Bille Jean King Cup.

24 novembre – L’Italia vince la Coppa Davis.

24 novembre – Luca Nardi vince il Challenger 100 di Rovereto in finale su Maestrelli.

24 novembre – Fabio Fognini vince il Challenger 75 di Montemar (Spagna).

Una cavalcata clamorosa. Il prossimo obiettivo è chiaro e suona dolce: rivincere Roma, il torneo di casa, il torneo storico che manca da 48 anni. Ce la faremo”.
(Fonte web: https://www.facebook.com/share/p/1B1cnbxBXj/ )

PROPRIO A CASA DI QUELLI LI’… – Pensate sia finita? No, amici lettori, non è ancora tutto, perché non può essere ancora tutto in una vicenda MAI VISTA PRIMA, nonché Storia di tante storie (forse troppe, individuali e di gruppo). E infatti… che dire della Nazione in cui abbiamo marcato la “historia”. Per ironia del destino, è accaduto tutto in quella terra ispanica che gioie grandissime ma anche tante amarezze ha consegnato all’Italia dello Sport, dalla fase finale del “Mundial calcistico 1982” a queste finali dei campionati del mondo a squadre di tennis “Malaga 2024”, passando per le medaglie (indimenticabili al pari delle cosiddette legnate) delle Olimpiadi di Barcellona 1992. E che dire, poi, del fatto che (restando al tennis per non andare oltre) negli ultimi 35 anni abbiamo guardato alla Spagna come a una grande fabbrica di successi di vario spessore, avente una caratteristica specifica, quella di produrre, senza i cosiddetti “vuoti generazionali” che nello sport si verificano spesso, tantissimi giocatori nella Top 100, tutti titolati (ciascuno per ciò che era nei propri mezzi): dalle premiate ditte “Sanchez Vicario (fratelli Arantxa, Emilio e Javier)”, “Sergio Casal (poi Academy)”, “Jordi ‘medaglia’ Arrese” & “Miss Conchita ‘Wimbledon Queen’ Martinez” ai “prodotti recenti” Miss Garbine Muguruza (oriunda e nuova ‘Wimbledon Queen’), “Los Alcaraz” (sembra che il Fenomeno Carlitos non sia solo…) e Davidovich Fokina, passando per … tenetevi forti…Sergi Bruguera, Carlos Moya, Juan Carlos Ferrero, Alex Corretja, Alberto Berasategui, Juan Aguilera, Fernando Vicente, Galo Blanco, Julian Alonso, Francisco Clavet, Felix Mantilla, Albert Montanes, Albert Portas, Roberto Carretero, Albert Costa, Guillermo Garcia Lopez, Nicolas Almagro, Carlos Costa, David Sanchez, Marc Lopez, Feliciano Lopez, Alex Calatrava, Alberto Martin, Pablo Carreno Busta, Roberto Bautista Agut, Marcel Granollers, Juan Balcelles, Albert Ramos Vinolas, Pablo Andujar, Fernando Verdasco, Tommy Robredo e, dulcis in fundo, il MAGISTER assoluto della terra rossa Rafael Nadal, “mr 14 Roland Garros…mr Career Slam e tanto, tantissimo altro”.

QUELLA DOMENICA 24 …CHE RISCATTA TANTE, TROPPE DOMENICHE – A proposito, oltre i sovramenzionati azzurri citati in “Buon Sinner-Alcaraz a tutti” del 16 marzo scorso, un ancor più nutrito gruppo di ragazzi italiani di varie generazioni ci ha provato a “sfondare” nel circuito, ma (a differenza delle “orde” agguerrite di svedesi e spagnoli, per non parlare dei talenti provenienti da molti East e da molti West rispetto a Roma) ha raccolto le cosiddette briciole in termini di titoli in ambito professionistico. Spesso, mentre di domenica, giorno tradizionalmente dedicato allo svolgimento delle finali, altri “sbancavano” letteralmente tra trofei “Slam”, “Super9”, “Atp Masters” di tutti i tipi, nonché “Atp 500” e “Atp 250”, i nostri si dovevano accontentare di sporadici successi nel circuito maggiore, di trofei di livello cosiddetto “Atp Challenger” e di incoraggianti risultati nei campionati italiani Assoluti e in eventi internazionali giovanili ITF; la qual cosa, come si potrà ben capire, in termini di prestigio, montepremi, sponsorizzazioni e, in generale, di crescita complessiva del movimento tennistico, per decenni ha fatto tutta la differenza di questo mondo…

A ogni buon conto, per dovere di storicità, prima che di cronaca, proviamo a citarli in ordine sparso, affidandoci ai tanti flashback che arrivano dalla nostra appesantita memoria, nella speranza che il ricordare serva a non dimenticare chi, ben prima della generazione d’oro Berrettini-Sinner, soleva sui campi sudare e, coraggiosamente, il deserto di risultati sfidare. Anche in questo caso, ai nostalgici raccomandiamo di allacciare le cosiddette “cinture di sicurezza”. E dunque…ci siamo: Gianni Ocleppo, Luca Bottazzi, Alessandro De Minicis, Marco Meneschincheri, Omar Urbinati, Michele Fioroni, Paolo Pambianco, Nicola Bruno, Stefano Galvani, Gianluca Rinaldini, Federico Luzzi, Massimiliano Narducci, Massimo Zampieri, Simone (Simba) Colombo, Corrado Borroni, Alessio Di Mauro, Claudio Panatta, Alessandro Baldoni, Corrado Aprili, Daniele Bracciali, Giorgio Galimberti, Massimo Valeri, Filippo Messori, Antonio Padovani, Davide Scala, Daniele Balducci, Florian Allgauer, Laurience Tieleman, Massimo Cierro, Massimo Bertolini, Flavio Cipolla, Cristian Brandi, Federico Mordegan, Edoardo Mazza, Mario Visconti, Francesco Aldi, Uros Vico, Alessandro Piccari, Stefano Cobolli, Massimo Boscatto, Massimo Dell’Acqua, Daniele Musa, Stefano Tarallo, Leonardo Azzaro, Vincenzo Santopadre, Gianluigi Quinzi, Filippo Baldi, Matteo Viola, Mose Navarra, Massimo Calvelli, Massimo Ardinghi, Tomas Tenconi, Simone Vagnozzi, Pietro Pennisi, Luca Vanni, Roberto Marcora, Giancarlo Petrazzuolo, Matteo Trevisan, Marco Crugnola, Gianluca Naso, Marzio Martelli, Igor Gaudi, Gianluca Luddi, Matteo Donati e Thomas Fabbiano. Son troppi? Son pochi? Se ne abbiamo dimenticato qualcuno tra quelli che hanno orbitato quantomeno intorno alla duecentesima posizione del ranking ATP di singolare, ci “corrigerete”, per parafrasare papa Giovanni Paolo II. In tale ambito, basterà, eventualmente, inviare una mail a gallucciluig3@gmail.com e saremo pronti ad aggiornare tempestivamente la presente pagina web. Del resto, nessuno è infallibile in questo mondo. Per noi l’idea di perfezione resta il modello a cui tendere, a cui ambire, non l’ossessione-tranello nel quale perire.

GRANDE STORIA O LEGGENDA? – A questo punto, però, prima di lasciarvi a una serie di schede a supporto dello Speciale, riteniamo doverosa una chiosa. Se da Praga 1980 a Malaga 2022 abbiamo incamerato più delusioni che gioie, ma soprattutto le sconfitte ci hanno portato a imparare tantissimo (per dirla con “papà” Beckett e i saggi “figlioli” Wawrinka e Sinner), beh, allora probabilmente adesso bisogna fare solo due cose: restare con i piedi per terra – continuando a lavorare con intelligenza, come sostanzialmente si è fatto fino a ora – e cercare di sbagliare il meno possibile, nelle scelte dentro e fuori dal campo di tennis. Non sarà facilissimo, perché i cosiddetti rischi sono dietro l’angolo, ma bisogna provarci. Vincere è stupendo, ma restare in vetta è operazione che richiede sforzi notevolissimi, sotto tutti i punti di vista, però… “Hic Rodhus, hic saltus”, come tradussero i nostri avi da una favola del greco Esopo (morto a Delfi nel 564 Avanti Cristo) o, per restare col “babbo Dante”, “Qui si parrà la tua nobilitate” .
Solo così si potrà creare una continuità in un percorso che da cronaca ordinaria è già diventato GRANDE STORIA (trionfi a squadre, in ambito maschile, 1976, 2023 e 2024 e, nel settore femminile, 2006, 2009, 2010, 2013 e 2024)… e che, mantenendo un determinato passo, si potrebbe tramutare addirittura in LEGGENDA. Ecco, ci sia permesso, ora l’obiettivo, ardito e ambito, potrebbe essere questo. Una roba che magari, quando nel 2124 saranno consultati libri, giornali, siti web o semplicemente dei robot enciclopedici tuttofare, la risposta alla domanda sulla storia di questa disciplina posta dai futuri appassionati potrebbe essere: “Duecento anni fa, nel tennis degli anni Venti del XX secolo nacquero in Francia le leggende dei 4 Moschettieri e della signora Suzanne Lenglen; cento anni fa, negli anni Venti del XXI secolo, l’Italia s’impadronì del tennis internazionale, costruendo a suo modo, dopo una lunghissima fase caratterizzata da molti Rovesci e pochi (giorni) Dritti, un nuovo IMPERO, 2000 anni dopo il “Roma Caput Mundi”, con un manipolo di cavalieri e amazzoni della racchetta, tra cui alcuni, per dirla con un linguaggio bellico e non sportivo, periti in battaglia senza la gioia di poter vedere i loro nomi negli albi d’oro HALL OF FAME del tennis mondiale”. Utopia? Molto probabilmente sì. Quindi, tutto sommato, da appassionati chiediamo troppo? Probabilmente sì, ma, egregi signori della FITP, provateci, quantomeno, a portare questa ITALIA nella leggenda, così come un secolo fa fecero i “galletti”, magari pensando distrattamente, in un modo un po’ trascendente, a due Ambasciatori e Cultori del tennis, ciascuno a suo modo, che ci guardano da lassù: Gianni (fine Scriba) Clerici e Lea (Signora del tennis) Pericoli. E ora buona continuazione di festeggiamenti a tutti.
Luigi Gallucci

*

SCHEDE A SUPPORTO DELLO SPECIALE

Albi d’oro

COPPA DAVIS: TROFEO MESSO IN PALIO 112 VOLTE

32 vittorie Stati Uniti (1900, 1902, 1913, 1920, 1921, 1922, 1923, 1923, 1925, 1926, 1937, 1938, 1946, 1947, 1948, 1949, 1954, 1958, 1963, 1968, 1969, 1970, 1971, 1972, 1978, 1979, 1981, 1982, 1990, 1992, 1995, 2007).

28 Australia, di cui le prime 6 con la sigla di Australasia. (1907, 1908, 1909, 1911, 1914, 1919, 1939, 1950, 1951, 1952, 1953, 1955, 1956, 1957, 1959, 1960, 1961, 1962, 1964, 1965, 1966, 1967, 1973, 1977, 1983, 1986, 1999, 2003).

10 Gran Bretagna (1903, 1904, 1905, 1906, 1912, 1933, 1934, 1935, 1936, 2015).

10 Francia (1927, 1928, 1929, 1930, 1931, 1932, 1991, 1996, 2001, 2017).

7 Svezia (1975, 1984, 1985, 1987, 1994, 1997, 1998).

6 Spagna (2000, 2004, 2008, 2009, 2011, 2019).

3 ITALIA (1976, 2023^, 2024^).

3 Russia (2002 RU, 2006 RU; 2021^ FTR Federazione Tennis Russia).

3 Germania (1988, 1989, 1993).

2 Croazia (2005, 2018).

2 Repubblica Ceca (2012, 2013).

1 Sud Africa* (1974).

1 Cecoslovacchia (1980).

1 Serbia (2010).

1 Svizzera (2014).

1 Argentina (2016).

1 Canada (2022^)

(*) Coppe assegnate: 112. Finali disputate: 111. Solo nel 1974 il trofeo è stato vinto (dal Sud Africa) a tavolino per assenza dell’avversario (India).

(^) In questa annata la finale non è stata giocata davanti al pubblico di casa né dalla squadra vincitrice né da quella sconfitta.

*

CAMPIONATO DEL MONDO FEMMINILE A SQUADRE/ EDIZIONI ORGANIZZATE: 61

Billie Jean King Cup*: 4 (anni 2021, 2022, 2023, 2024).

Fed Cup: 57 (dal 1963 al 2019).

18 vittorie Stati Uniti (1963, 1966, 1967, 1969, 1976, 1977, 1978, 1979, 1980, 1981, 1982, 1986, 1989, 1990, 1996, 1999, 2000, 2017).

7 Australia (1964, 1965, 1968, 1970, 1971, 1973, 1974).

6 Repubblica Ceca (2011, 2012, 2014, 2015, 2016, 2018).

5 ITALIA (2006, 2009, 2010, 2013, 2024).

5 Cecoslovacchia (1975, 1983, 1984, 1985, 1988).

5 Spagna (1991, 1993, 1994, 1995, 1998).

5 Russia (2004, 2005, 2007, 2008; Federazione Tennis Russia 2021).

3 Francia (1997, 2003, 2019).

2 Germania (1987, 1992).

1 Sud Africa (1972).

1 Belgio (2001).

1 Slovacchia (2002).

1 Svizzera (2022).

1 Canada (2023).

Nota storica: nel 2020, a causa dell’emergenza sanitaria Covid 19, il campionato del mondo a squadre donne, al pari della Coppa Davis, non si è disputato. In compenso, però, la federazione internazionale tennis ha effettuato alcune modifiche al format e il 17 settembre di quello stesso anno lo ha rinominato, intitolandolo a B.J. KING, la tennista che più di tutte all’inizio degli anni Settanta si è battuta per l’affermazione dei diritti delle giocatrici, rivendicando la parità di trattamento rispetto agli uomini in termini di montepremi nei tornei più importanti. Tra l’altro, dopo anni di accesi dibattiti, la sua battaglia l’ha portata nel 1973 a raggiungere due storici traguardi di politica sportiva. Quell’anno, infatti, non solo lo US Open Slam è diventato il 1° evento Major a offrire le stesse vincite in denaro sia agli uomini che alle donne, ma la stessa B.J.K. ha fondato (diventandone la prima presidentessa) la Woman Tennis Association, l’ente che ormai da mezzo secolo è il pilastro indiscusso intorno a cui si muove gran parte del circuito tennistico mondiale femminile.

NAZIONI DOMINATRICI

Ecco, di seguito, le uniche 5 Nazioni che hanno vinto nello stesso anno Coppa Davis e BJK Cup/Fed Cup.

Stati Uniti: 1963, 1969, 1978, 1979, 1981, 1982, 1990.

Australia: 1964, 1965, 1973.

Repubblica Ceca: 2012.

Federazione Tennis Russia: 2021

Italia: 2024.

Sono 12, invece, le Nazioni che hanno conquistato, complessivamente, titoli mondiali sia in ambito maschile che femminile: Stati Uniti, Australia, Francia, Spagna, Italia, Cecoslovacchia, Repubblica Ceca, Russia, Svizzera, Canada, Germania e Sud Africa.

AZZURRI DI IERI E DI OGGI TRIONFATORI NELLE COMPETIZIONI A SQUADRE

Coppa Davis

Santiago (Cile), stadio Nacional, 13 dicembre 1976: Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Antonio Zugarelli, Nicola Pietrangeli (capitano non giocatore), Mario Belardinelli (direttore tecnico).

Malaga (Spagna), palazzo dello sport Martin Carpena, 26 novembre 2023: Jannik Sinner, Lorenzo Musetti, Simone Bolelli, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi, Filippo Volandri (capitano non giocatore).

Malaga (Spagna), palazzo dello sport Martin Carpena, 24 novembre 2024: Jannik Sinner, Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti, Andrea Vavassori, Simone Bolelli, Filippo Volandri (capitano non giocatore).

Bjk Cup/Fed Cup

Charleroi (Belgio), palasport Spiroudome, 17 settembre 2006: Francesca Schiavone, Roberta Vinci, Mara Santangelo, Flavia Pennetta, Corrado Barazzutti (capitano non giocatore).

Reggio Calabria (Italia), tennis club Rocco Polimeni, 8 novembre 2009: Francesca Schiavone, Roberta Vinci, Flavia Pennetta, Sara Errani, Corrado Barazzutti (capitano non giocatore).

San Diego (Stati Uniti), palazzetto Indoor Sports Arena, 7 novembre 2010: Roberta Vinci, Sara Errani, Flavia Pennetta, Francesca Schiavone, Corrado Barazzutti (capitano non giocatore).

Sardegna (Italia), tennis club Cagliari, 3 novembre 2013: Roberta Vinci, Sara Errani, Flavia Pennetta, Karin Knapp, Corrado Barazzutti (capitano non giocatore).

Malaga (Spagna), palazzo dello sport Martin Carpena, 20 novembre 2024: Jasmine Paolini, Lucia Bronzetti, Sara Errani, Martina Trevisan, Elisabetta Cocciaretto, Tathiana Garbin (capitano non giocatore).

*

CLASSIFICHE MONDIALI ATP-WTA MOLTO SIGNIFICATIVE…

Italiani presenti nelle prime 1000 posizioni del ranking ATP singolare maschile 25 novembre 2024

N° 1 Jannik Sinner (1 – ITA)

17 Lorenzo Musetti (2)

32 Flavio Cobolli (3)

35 Matteo Berrettini (4)

37 Matteo Arnaldi (5)

44 Luciano Darderi (6)

53 Lorenzo Sonego (7)

90 Fabio Fognini (8)

91 Luca Nardi (9)

102 Mattia Bellucci (10)

114 Francesco Passaro (11)

142 Matteo Gigante (12)

168 Stefano Napolitano (13)

220 Stefano Travaglia (14)

229 Gianluca Mager (15)

230 Federico Arnaboldi (16)

236 Giulio Zeppieri (17)

240 Francesco Maestrelli (18)

256 Samuel Vincent Ruggeri (19)

258 Andrea Vavassori (20)

261 Andrea Pellegrino (21)

275 Lorenzo Giustino (22)

282 Enrico Dalla Valle (23)

318 Giovanni Fonio (24)

328 Jacopo Berrettini (25)

344 Andrea Picchione (26)

375 Marco Cecchinato (27)

414 Alexander Weis (28)

424 Gabriele Pennaforti (29)

431 Raul Brancaccio (30)

437 Franco Agamenone (31)

441 Gianluca Cadenasso (32)

443 Tommaso Compagnucci (33)

446 Gabriele Piraino (34)

448 Alessandro Pecci (35)

466 Giovanni Oradini (36)

473 Marcello Serafini (37)

478 Riccardo Bonadio (38)

503 Andrea Guerrieri (39)

513 Federico Iannaccone (40)

536 Facundo Juarez (41)

546 Federico Cinà (42)

585 Federico Bondioli (43)

598 Gianmarco Ferrari (44)

614 Federico Gaio (45)

617 Mariano Tammaro (46)

619 Edoardo Lavagno (47)

620 Fabrizio Andaloro (48)

621 Alexandr Binda (49)

647 Lorenzo Bocchi (50)

649 Alessandro Giannessi (51)

687 Leonardo Rossi (52)

694 Massimo Giunta (53)

702 Peter Buldorini (54)

705 Samuele Pieri (55)

706 Luca Castagnola (56)

718 Niccolò Catini (57)

727 Salvatore Caruso (58)

733 Giuseppe La Vela (59)

743 Luca Potenza (60)

754 Lorenzo Rottoli (61)

760 Gian Marco Moroni (62)

794 Fausto Tabacco (63)

803 Carlo Alberto Caniato (64)

805 Michele Ribecai (65)

806 Filippo Romano (66)

827 Noah Perfetti (67)

837 Maria Noce Gabriele (68)

849 Francesco Ferrari (69)

850 Lorenzo Carboni (70)

851 Stefano D’Agostino (71)

879 Luca Fantini (72)

880 Luca Giacomini (73)

888 Alessandro Bellifemine (74)

909 Gabriele Bosio (75)

912 Giorgio Tabacco (76)

919 Niccolò Baroni (77)

930 Pierluigi Basile (78)

940 Iannis Miletich (79)

946 Niccolò Ciavarella (80)

948 Pietro Marino (81)

970 Matteo De Vincentis (82)

991 Gian Marco Ortenzi (83).

*

Ranking Atp singolare maschile 5 aprile 2021: record storico dell’Italia, con 10 azzurri nella Top 100

N° 10 Matteo Berrettini (1 – ITA)

18 Fabio Fognini (2)

23 Jannik Sinner (3)

34 Lorenzo Sonego (4)

69 Stefano Travaglia (5)

87 Salvatore Caruso (6)

90 Lorenzo Musetti (7)

91 Gianluca Mager (8)

93 Marco Cecchinato (9)

96 Andreas Seppi (10).

Record azzurro in Top 100 mantenuto per tutto il mese di aprile 2021

Atp ranking singolare maschile 12 aprile

N° 10 Matteo Berrettini (1 – ITA)

18 Fabio Fognini (2)

22 Jannik Sinner (3)

28 Lorenzo Sonego (4)

67 Stefano Travaglia (5)

84 Lorenzo Musetti (6)

89 Salvatore Caruso (7)

92 Marco Cecchinato (8)

96 Andreas Seppi (9)

97 Gianluca Mager (10).

*

Atp ranking singolare maschile 19 aprile

N° 10 Matteo Berrettini (1 – ITA)

19 Jannik Sinner (2)

27 Fabio Fognini (3)

32 Lorenzo Sonego (4)

63 Stefano Travaglia (5)

81 Salvatore Caruso (6)

87 Lorenzo Musetti (7)

94 Marco Cecchinato (8)

96 Andreas Seppi (9)

98 Gianluca Mager (10).

*

Atp ranking singolare maschile 25 aprile

N° 10 Matteo Berrettini (1 – ITA)

18 Jannik Sinner (2)

28 Fabio Fognini (3)

33 Lorenzo Sonego (4)

67 Stefano Travaglia (5)

81 Salvatore Caruso (6)

83 Lorenzo Musetti (7)

91 Gianluca Mager (8)

94 Marco Cecchinato (9)

96 Andreas Seppi (10).

*

Tenniste italiane: ranking Wta singolare femminile 25 novembre 2024 (prime 600 posizioni)

N° 4 WTA Jasmine Paolini (1 – ITA)

53 Elisabetta Cocciaretto (2)

77 Lucia Bronzetti (3)

103 Sara Errani (4)

126 Martina Trevisan (5)

151 Lucrezia Stefanini (6)

190 Nuria Brancaccio (7)

204 Giorgia Pedone (8)

270 Nicole Fossa Huergo (9)

332 Camilla Rosatello (10)

383 Tatiana Pieri (11)

394 Beatrice Ricci (12)

409 Deborah Chiesa (13)

415 Aurora Zantedeschi (14)

427 Miriana Tona (15)

445 Sofia Rocchetti (16)

454 Anastasia Abbagnato (17)

456 Silvia Ambrosio (18)

461 Jessica Pieri (19)

470 Diletta Cherubini (20)

481 Dalila Spiteri (21)

523 Matilde Paoletti (22)

553 Federica Urgesi (23)

556 Verena Meliss (24)

558 Lara Pfeifer (25)

562 Lisa Pigato (26)

567 Martina Colmegna (27)

580 Camilla Zanolini (28)

585 Samira De Stefano (29)

586 Arianna Zucchini (30).

*

Nota: nelle prossime ore, nell’ambito di questo nostro Speciale, saranno effettuate ulteriori integrazioni in termini di dati statistici e schede a supporto.

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