
Il georgiano estremamente divisivo in relazione alla sua ferma volontà di essere ceduto dal Napoli, nella sessione di calciomercato internazionale di gennaio 2025, alla società francese del Paris Saint Germain, controllata dagli sceicchi del Qatar (Foto archivio Kvara: credits official web site www.sscnapoli.it)
Qui Napoli / “Ciao Kvara, ora basta” e “Sempre con Kvara”: le due anime di una città sportivamente ed emotivamente dilaniata. Narrazione di una dolorosa separazione calcistica…tra sacro e profano
- Dalla lettera di Gigiño ai napoletani.
Carissimi, in un tempo nel quale il (petrol)dollaro aveva (forse) oltremodo drogato il pallone …con una dose che gli potesse consentire di diventarne subdolo co-padrone, il gesto e i giocatori, che in principio erano del ludus i due principali motori, da Soggetto e Verbo diventarono…complemento oggetto e… di (video)specificazione (neologismo necessario). E fu così che, dopo la Firenze del Divin caso della primavera 1990 d.C., anche Napoli nel gennaio 2025 d.C. registrò una tragedia popolar-pallonara, uno dei capitoli più struggenti dell’epopea partenopea legata alla conquista del terzo titolo di Campioni d’Italia: e cioè la scivolosa partenza in direzione Parigi di un “potenziale immortale partenopeo d’adozione”, Khvicha Kvaratskhelia. La vicenda si trasformò in un’autentica “Spaccanapoli del tifo”.
Da un lato, i variamente delusi, soprattutto in relazione al momento del cambio di casacca, data la centralità del georgiano nell’avvincente cavalcata verso il platonico titolo di Campioni d’inverno 2025.
Dall’altro, le vedovelle diplomatiche e/o giustificanti del verbo calcistico coniugato da Kvara molto bene al presente nel periodo iniziale 2022-23 ma molto male in altri Tempi, in una città che ha molte forme, linguisticamente sì “difettive” ma capaci, proprio attraverso tali declinazioni, di interpretare variegate sensibilità popolari, non solo…e nemmeno in primis …pallonare. E chi in quel tempo conosceva Napoli…sapeva bene…
In città, infatti, ancora nel 2025 d.C. “o pallone” era considerato un tutt’uno con la Cultura e il Progresso del territorio. Un tempo, tra il 2000 e il 2010 d.C., un lusitano di nome Josè, soleva dire che chi sapeva “solo di calcio” non capiva “niente” di calcio. Auree parole, se calate in una città come Napoli, nella quale lo scriba Gigiño, nelle prime ore della tempesta kvariana innescata dalle forze del (petrol)dollaro, si trovò nell’esigenza epistemiologica di creare una classificazione storico-pallonara in relazione alla secolare epopea del “calcio Napoli”. Eccone, di seguito, le prime linee guida approntate.
Dal 1926 al 2025 d.C., in Napoli …durante un secolo arrivarono …e nel Napoli giocarono migliaia di calciatori, più o meno dotati. Di cosa? In primis, in quanto giocatori-atleti, di abilità fisica e tecnica, ma talvolta portatori anche di sensibilità umana sopraffina al punto tale da creare tra sé, la città e la squadra un legame molto forte. Per tale motivo, Gigiño dovette catalogarli in 3 liste: giocatori, fuoriclasse, immortali. Questi ultimi ebbero al centro del loro piccolo (ma non ovattato, né raccomandato) cerchio magico l’argentino Diego Armando Maradona, classificato “Giocatore del XX Secolo” dagli archivi Fifa, nonché motore e trascinatore, in campo e fuori, tra il luglio 1984 e il marzo 1991 d.C., di un autentico movimento di riscatto di Napoli città quale potenziale nuova capitale italiana del calcio, una roba mai vista prima che portò, dal 1987 al 1990, alla conquista di 5 titoli, tra cui 4 nazionali (scudetti 1987 e 1990, coppa Italia 1987 e Supercoppa italiana 1990) e il primo e, fino al 2025 d.C., unico trofeo internazionale Uefa, e cioè la omonima coppa Uefa datata 1989 d.C. Altri grandi uomini, calciatori, dirigenti e allenatori compresi, fecero parte insieme al D10S del gruppo immortale, nel cui cerchio Gigiño inserì anche determinate figure del pre e del post epopea Maradona, prelevandole soprattutto dalla lista n° 2, l’elenco dei fuoriclasse, quelli molto abili in ambito operativo ma anche in grado di sentirsi cittadini integrati nella complessissima Napoli…e proprio per tale motivo degni di salire alla destra del D10S, in quanto eroi popolari a 360°, anche al di fuori dei rispettivi uffizi.
Premesso ciò, e sempre tenendo come riferimento non solo il campo ma anche l’aspetto extracampo, nell’estate 2022 d.C. ci fu l’avvento del Khvicha Kvaratskhelia. Coniugando alla perfezione il presente del rettangolo verde per 12, esaltanti mesi fino al 4 giugno 2023, il georgiano fu soprannominato dalla piazza partenopea “Kvaradona”, nel contesto di un mix, all’epoca perfetto, di lucidità e sentimento. Insomma, un potenziale immortale d’adozione. Dove si perse il giocatore? Beh, nel coniugare il tempo al futuro. E fu così che, col permesso del Parini, “il giovin signore” Kvara, potenzialmente in grado di salire in Napoli dal grado di fuoriclasse a quello di immortale che siede alla destra del D10S, decise di prendere una ricca ascensore che gli permise sì di incamerare, per le sue abilità tecniche e fisiche, circa 10 milioni di euro all’anno in ambito professionale dal 2025 d.C. in avanti, ma contemporaneamente lo fece scivolare in pochissime ore, nella classificazione napoletana, dalla lista n° “2″ (i fuoriclasse) alla n° “3” (i giocatori), in quanto disastroso, secondo l’humus partenopeo, si rivelò il momento in cui decise di prendere l’ascensore. Resosi un po’ conto di ciò che stava innescando nella città, in una delle ultime sere prima di imboccare il vano, fatidico e fatale, si recò al tempio di Maradona, pagano ma non troppo, situato ai quartieri Spagnoli e, rivolto alla sagoma del D10S, allargò le braccia. Classico gesto che, per una persona di fede cristiana, quale lui professò essere, aveva un significato alquanto trascendente. A quel punto, tenendo sempre per sincero il suo gesto, la domanda nei cristiani napoletani nacque spontanea: “È sicuro che El Diego, venuto a Napoli nel 1984 d.C. dopo aver rinunciato alle vagonate di miliardi dei top club italiani ed esteri, lo perdonerebbe per un’azione simile?”. Ebbene, milioni di napoletani, dopo essersi posti questa domanda, dubitarono fortemente in relazione a un assenso trascendente del D10S del calcio del XX secolo. Il Kvaratskhelia, però, non si fermò alla visita al tempio dei Quartieri Spagnoli (edificato sostanzialmente nel novembre 2020 d.C. subito dopo la morte terrena del Pibe de Oro). E così l’inquieto georgiano, sempre in preda alle sue fibrillazioni, in quegli stessi momenti, durante le operazioni di sfratto dall’alloggio con vista sul Golfo realizzò anche un video rivolto alla ormai ex squadra, alla quale augurò di vincere il 4° scudetto, e anche ai cittadini tifosi, a quali disse che un giorno avrebbe detto “TUTTO”. A quel punto, il contenuto del video innescò nuove polemiche tra quelli che Gigiño etichettò con la dicitura “Sempre con Kvara” e i “Ciao Kvara ora basta”. Le solite vedovelle del georgiano, loro “indiscusso e indiscutibile” fuoriclasse, giustificarono la “calciomercatale” operazione e la complementare (video)specificazione, mentre tutti gli altri lo invitarono a non sprecare energie in futuro per provare a dire “TUTTO”, semplicemente perché lo ritennero esercizio fondamentalmente inutile, però, da Signori, gli augurarono cristianamente “buon viaggio”.
Luigi Gallucci
Qui Parigi / Marco Bencivenga ci spiega l’indifferenza dei francesi in relazione all’imminente arrivo dell’attaccante georgiano alla corte del club calcistico PSG >> https://www.sportflash24.it/parigi-freddina-su-kvaratskhelia-e-ironica-su-kolo-muani-261467