Il punto su “Supercoppa 2025 e Serie A 19^ giornata
La Befana del calcio italiano ha portato un po’ di cioccolata e molto carbone ai nostri top club, nei match giocati dal 2 al 6 gennaio, tra Supercoppa e campionato. La signora con la scopa e il sacco a spalla ha trattato benissimo Napoli, Milan e Roma, ma solo perché hanno meritato. Tra i teatri affollati di Riyadh, Firenze e Roma si è sobbarcata molti chilometri sia pur assistita, in loco, da 3 ottimi “mister Befani”. Un andirivieni che ha consentito a pochi di gioire e a molti di riflettere. Cinque giorni ininterrotti che con la tappa finale da… “mille e una Coppa” hanno portato sul tavolo del nostro calcio alcuni “succulenti piatti”. Innanzitutto, il primato provvisorio nel girone di andata marcato (o forse marchiato) dal nuovo Napoli di mr Conte, risorto in 6 mesi dalle ceneri di un pessimo 10° posto nel campionato giocato con uno storico 3° scudetto sulla maglia. Queste le note salienti sul taccuino partenopeo: 44 punti in 19 turni, solidità difensiva al massimo livello (solo 12 gol subiti), centrocampo in grado di recuperare tanti palloni, molti di più di quanto riuscì a fare nella pur gloriosa annata spallettiana 2022-23 (e ciò grazie alla grinta del rigenerato Anguissa e a quella dello scozzese Mc-Mazinga-Tominay) e attacco che promette molto bene, anche in virtù della sostanziale spinta dei nuovi acquisti David Neres e Lukaku, diversamente utili al progetto contiano. Pur continuando a mantenere dialetticamente un profilo basso (l’obiettivo dichiarato è riportare il Napoli in Champions), il mister salentino a tutt’oggi sa che arriva al giro di boa col maggior numero di vittorie (sia totali, 14, sia in trasferta, 7) e con la consapevolezza che può giocarsela tranquillamente per qualsiasi traguardo; pure perché il gruppo c’è ed è tornato granitico, come dimostrato anche nella gara di sabato 4 al Franchi contro una pur accreditata Fiorentina di mr Palladino, rivelatasi grintosa sì, ma poco precisa nelle giocate.
Tanti dolcetti nella calza anche per il Milan, che è stato accompagnato alla gloria della sua Ottava Supercoppa dal “magao” Sergio Conceiçao, 51enne mister (portoghese di Coimbra) capace di una partenza sprint senza precedenti in 125 anni di storia del Diavolo rossonero: 2 vittorie, entrambe in rimonta e soli in 8 giorni, sia pur contro Juve (2-1) e Inter (3-2) sotto il cielo stellato d’Arabia, e trionfo in una competizione nazionale. A memoria, in Italia ha fatto meglio solo il Genoa, che agli sgoccioli del XIX secolo ha vinto a Torino il 1° titolo nazionale di calcio battendo l’8 maggio 1898, al velodromo Umberto I, al mattino la “Ginnastica Torino” per 2-0 in semifinale e nel pomeriggio l’Internazionale Torino per 2-1 in finale. L’adrenalina attivata da “Sergiao” in una settimana di lavoro è stata in grado …non di guarire del tutto un gruppo che fino a pochi giorni fa appariva particolarmente confuso… ma di dargli quantomeno un’anima e un leader di campo che sembrava smarrito. Il Leao, messo in naftalina dal suo predecessore Paulo Fonseca ma da Conceiçao gettato nella mischia nel secondo e decisivo tempo della finale contro l’Inter, ha impresso il timbro della classe in tutti e tre i gol della storica rimonta rossonera, firmata sul tabellino da Theo Hernandez, Pulisic e Abraham. La risalita dagli inferi, sia chiaro, per quel “Diavolo d’un Sergiao”, al di là della Supercoppa appena agguantata, resta ancora impegnativa, soprattutto in funzione di un mediocre 8° posto in campionato a -17 dalla capolista Napoli, sia pur con due gare esterne da recuperare contro Como e Bologna, ma la “pozione magica” da lui messa in valigia alla partenza dal Portogallo sembra essere di quelle idonee all’uso.
Altri dolcetti – al popolo giallorosso di una non più Rometta (nelle ultime 4 gare ufficiali 1 pari al Meazza e 3 vittorie) – li ha portati il “Befano” mr Ranieri. Sir (o anche Sor derby) Claudio, domenica sera, inforcando ben rifinite “scope” (leggasi Lorenzo Pellegrini, Dybala, Saelemaekers e Svilar), ha lasciato, contemporaneamente, tanto carbone nella calza appesa in zona Monte Mario dal suo omologo mr Baroni, il quale, restando in metafora, durante il derby del 5 gennaio non è riuscito a trasformare le pietruzze nere dello 0-2 iniziale in gemme al cioccolato, complici i suoi poco concreti alchimisti del centro-attacco.
Menzione speciale, non trattandosi attualmente di un top club, per il “Befano” Davide Nicola, la cui compagine ha portato a casa 3 dolcissimi punti dalla trasferta contro il fanalino di coda Monza: rimonta da 0-1 a 2-1 in un’ora e un successo pesante che rilancia i rossoblù proiettandoli a quota 17, al 17° posto sì, ma a -3 dall’Empoli, 12° con 20.
Nel gran tour pallonaro della Befana 2025, doverosamente da segnalare anche 3 dosi di carbone per altrettanti mister: Simone Inzaghi, Gasperini e Thiago Motta. Quella che la Signora con la scopa ha rifilato al Simoncino re di supercoppe (5) è stata la più “artistica”. Una calza con un superficiale strato di monete di cioccolato e, all’interno, sbuffi di polvere nera che lo hanno sporcato tutto; una roba che lo costringerà a portare nella “lavanderia” di Appiano Gentile il vestitino che aveva preparato per il dì di festa. In realtà, fuor di metafora, nella semifinale di Supercoppa con l’Atalanta, vinta il 2 gennaio scorso per 2-0 grazie al responsabile uso della formazione migliore possibile (data anche la potenziale insidia dell’avversario), Inzaghino ha tratto ottime impressioni, salvo poi dover fare i conti con gli infortuni in momenti successivi. Al netto di 2 difensori non in perfette condizioni e, quindi, nemmeno partiti per Riyadh (Pavard e Acerbi), il piacentino in finale ha dovuto lasciare in panchina la punta di diamante Marcus Thuram, sostituendolo con il 32enne Taremi. E l’iraniano ex Porto, per quelli che sono i suoi mezzi, ha risposto anche discretamente, quantomeno per i primi cinquanta di minuti, durante i quali si era verificata anche un’altra emergenza-chiave nello scacchiere nerazzurro: l’infortunio del mediano tuttocampista Calhanoglu, sostituito al 35° del 1° tempo con Asllani. E così, pur avanti 2-0, la squadra di mr Inzaghi col passare dei minuti non ha retto alla spinta “indiavolata” di un avversario che intorno al 50°, quando ha cambiato sulla corsia di sinistra Jimenez con Leao, non aveva ormai nulla da perdere e che per tutta la seconda frazione, pur rischiando in un paio di contropiedi di subire il terzo gol, ha creduto nei propri mezzi tecnici e agonistici e ha avuto progressivamente la meglio su una doppia linea Maginot interista che, però, andava sgretolandosi sempre più, fino a subire il colpo mortifero nei minuti di recupero. Purtroppo, in chiave nerazzurra, un po’ alla volta hanno pesato come macigni tutti gli episodi negativi: le sostituzioni “fisiologiche” al 24° del secondo tempo di Mkhitaryan con un poco incisivo Zielinski in mediana e di Dimarco con il non altrettanto efficace Carlos Augusto sulla laterale sinistra, nonché la sofferenza fisica accusata nell’ultima parte di gara da uno stoico De Vrij, il quale al 39° ha dovuto cedere il posto a Darmian, in contemporanea con la sostituzione di uno sfiancato Barella, rilevato a sua volta da un evanescente Frattesi.
Morale della favola, mentre il Milan ha pescato dalla panchina il jolly Leao, autentico trascinatore insieme a Pulisic, Theo Hernandez, Reijnders e al portiere Maignan (sugli scudi in alcuni frangenti anche a Riyadh, sia in semifinale contro la Juve sia nella contesa finale contro i “cugini”), l’Inter della tanto strombazzata panchina lunga ha bucato clamorosamente il doppio appuntamento con la storia. E sì, perché la Supercoppa nazionale, istituita nel 1989, non l’aveva vinta nessun club per 4 volte consecutive. E l’Inter, in caso di successo, non solo avrebbe segnato questo record assoluto, ma avrebbe pure agganciato la Juve, prima a quota 9 trionfi complessivi nell’albo d’oro del torneo annuale, assegnato l’altra sera per la 37^ volta consecutiva. E invece il Biscione, rimasto fermo a 8 supercoppe, per ironia del destino è stato anche affiancato su tale cifra dallo stesso Milan. Insomma, una calza più nera di così Inzaghino non poteva beccarla. Certamente la stagione è lunga e l’impianto di base progettato da Marotta non si discute, ma a lasciare perplessi (e pure delusi) tantissimi tifosi nerazzurri è stata la scarsissima tenuta del gruppo, a mano a mano che i cosiddetti titolarissimi sono usciti dal campo.
E dunque, se carbone in gran quantità c’è stato per Simoncino, va evidenziato che la restante parte del carico è stata “distribuita” sui 2 mister eliminati nelle semifinali di Supercoppa nazionale. Thiago Motta si è beccato la dose più ampia, in quanto al momento la “sua” Juve-cantiere non è per nulla a “immagine e somiglianza” del “suo” Bologna della passata stagione, una compagine, quella, capace di essere spettacolare e concreta e di andare a conquistare una clamorosa qualificazione nella massima competizione europea per club 60 anni dopo l’ultimo Bologna scudettato di Bulgarelli e compagni, detentore, tra l’altro, nella Serie A a girone unico, cioè dal 1930 a oggi, di un singolare record: la vittoria del campionato non…all’ultima giornata, ma al termine di una sessione extra, una gara-spareggio vinta il 7 giugno all’Olimpico contro l’Inter per 2-0, dopo che le due formazioni avevano chiuso la competizione entrambe a quota 54 punti.
A ogni buon conto, se Motta ha mangiato il “suo” miglior panettone in Emilia Romagna e, 12 mesi dopo, uno che gli è uscito “abbastanza insipido” in Piemonte dopo circa 6 mesi di lavorazione, qualcosa avrà pur sbagliato in relazione agli ingredienti della ricetta… E poi, implacabilmente, è stato castigato anche col carbone in Riyadh. Per la serie… gioco, partita, incontro.
Infine, pietruzze nere pure nella calza appesa, probabilmente senza troppa convinzione, da mr Gasperini. Alle prese con grandi prestazioni sia nel campionato di Serie A (2° attualmente a -3 dal Napoli ma con una gara casalinga da recuperare martedì 14 gennaio contro la Juve) sia nel maxi girone di Champions League (13° su 36 squadre e in lotta per la qualificazione diretta agli ottavi di finale), ebbene, in quel di Riyadh il “ragionier” Gian Pier ha avuto l’idea, rivelatasi errata quantomeno nel breve termine, di giocare al risparmio con i suoi calciatori attualmente più determinanti. E così, contro i titolarissimi dell’Inter, il debutto assoluto dell’Atalanta BC nella Supercoppa nazionale ha fatto registrare le assenze, in formazione base, nientemeno che dei talenti Lookman, De Ketelaere ed Ederson nel centro-attacco e dell’affidabile Djimsiti nel mezzo della difesa. La lampante differenza di efficienza tra “Atalanta 1″ e, consentiteci, “Atalanta 0,5″, ha portato il mister Gasp a dover affermare nel dopo gara che nel corso di una stagione agonistica “Lookman e De Ketelaere non possono giocare 56 partite filate per 90 minuti”. Insomma, un “carbone arabo ragionato in ottica futura”, che, a lunga scadenza, il Gasp, con l’aiuto della Dea Atalanta e di sua “sorella” Eupalla, spera di trasformare in tante monete di cioccolata…e soprattutto d’oro. Luigi Gallucci
RIEPILOGO DATI
Match giocati nella 37^ edizione della Supercoppa nazionale tra il 2 e il 6 gennaio 2025 >> https://www.sportflash24.it/risultati-e-marcatori-supercoppa-italiana-2-3-6-gennaio-2025-261167
19^ giornata di Serie A (4-5-14-15 gennaio 2025) >> https://www.sportflash24.it/19-giornata-serie-a-2024-25-risultati-marcatori-261182
Programma incontri 20^ giornata Serie A 2024-25:
venerdì 10 gennaio 2025, ore 20.45 Lazio-Como;
sabato 11, ore 15 Empoli-Lecce e Udinese-Atalanta, ore 18 Torino-Juventus, ore 20.45 Milan-Cagliari;
domenica 12, ore 12.30 Genoa-Parma, ore 15 Venezia-Inter, ore 18 Bologna-Roma, ore 20.45 Napoli-Hellas Verona;
lunedì 13, ore 20.45 Monza-Fiorentina.
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