Quando si usano espressioni tipo… “1987, il primo scudetto del Napoli di Maradona” o …”nel 1986 Diego si è caricato l’Argentina sulle spalle vincendo un Mondiale quasi da solo”, ebbene il confine tra enfasi e realtà diventa molto sottile. All’epoca, c’erano, sì, due squadre in grado di esprimere valori tecnici oltre il Pibe de Oro, ma era netta la differenza tra l’undici titolare CON e quello SENZA Maradona. Le sue prodezze, infatti, innescavano il cosiddetto salto di qualità. Tra il Napoli del 1989, trionfatore in Coppa Uefa, e quello del primo tricolore, invece, ci fu una differenza. E il campo la evidenziò. I campioni di Stoccarda ebbero la forza e l’abilità di segnare nei quarti di finale, contro la Juve, un gol al 119° minuto senza Diego, uscito per stanchezza e sostituito da Francesco Romano durante il primo tempo supplementare di una sfida che sembrava destinata a risolversi ai rigori. Quella partita del 15 marzo 1989, vinta allo stadio San Paolo per 3-0, dimostrò, sostanzialmente, che quel gruppo, in cui c’erano anche i nazionali brasiliani Careca e Alemao, era maturo per sopperire anche all’assenza del D10S del calcio.