Olimpiadi Tokyo 2020: dallo sport messaggio forte

per rinascita post-pandemica solidale / 

XXXII Giochi al via: dalla torcia accesa a Olimpia al braciere

Con l’accensione del braciere alle ore 23.48 di Tokyo (le h 16.48 italiane) si è conclusa la cerimonia d’apertura dei 32esimi giochi olimpici estivi dell’era moderna. (Photo: credits official page https://www.facebook.com/olympics)

Ore 23.13 locali (le h 16.13 in Italia), nel nuovo stadio olimpico di Tokyo l’imperatore del Giappone Naruhito dichiara “aperti i Giochi della XXXII olimpiade dell’era moderna”. La sua frase tanto attesa in tutto il mondo viene pronunciata nella parte finale di una cerimonia di inaugurazione improntata sulla forza di una comunità internazionale protesa, nelle sue più alte espressioni (sportive e non), verso obiettivi di rinascita post pandemica, integrazione etnica e solidarietà tra i popoli. E in questa 1^ serata ufficiale della XXXII Olimpiade sono ben 206 le bandiere presenti, di cui 205 rappresentano altrettanti Paesi con una propria autonomia sportiva (ben al di là delle 193 nazioni ufficialmente riconosciute dall’ONU) e 1 quella della delegazione EOR (Equipe Olympique des Refugies) composta da ragazzi che gareggiano sotto il vessillo olimpico come rifugiati politici: in tutto 29, costretti nell’ultimo quinquennio a emigrare dai loro Paesi per motivi bellici e/o sociali allo scopo di potersi allenare in ottica olimpiadi.
Tra i momenti toccanti di un evento in cui, per motivi di distanziamento da Covid, sfilano meno della metà degli 11mila atleti qualificati, c’è anche quello che vede, fra i portabandiera dello stemma a 5 cerchi, la nostra pallavolista Paola Egonu, 22enne nata a Cittadella, in provincia di Padova, da papà Ambrose (nigeriano) e mamma Eunice (originaria del Benin). La sua repentina ascesa sportiva e la sua forza caratteriale, soprattutto in una fase storica come la nostra, spesso macchiata da derive comportamentali a sfondo razzista in più punti del globo, rappresentano elementi di evidente controtendenza attraverso i quali  lo stesso Comitato Olimpico Internazionale nella giornata odierna lancia un forte segnale nella direzione dell’integrazione sociale e sportiva e della tolleranza etnica. E, sempre in tema di atlete-simbolo nell’ambito di questa cerimonia inaugurale (la prima della storia olimpica con spalti pressoché deserti causa Covid), va evidenziata la figura dell’ ultima tedofora, la giapponese Naomi Osaka, tennista ex n° 1 della classifica mondiale e attuale n° 2, nonché pluri-campionessa Slam (Us Open 2018 e 2020 Australian Open 2019 e 2021). E’, infatti, la 23enne nata a Osaka da papà haitiano (Leonard Francis) e mamma giapponese (Tamaki), ragazza, tra l’altro, pubblicamente impegnata in favore del movimento pro-afroamericano “Black Lives Matter”, colei che, dopo innumerevoli passaggi di mano della torcia olimpica tra marzo 2020 e luglio 2021, compie, all’interno di uno stadio contenente solo 950 spettatori VIP, l’ultimo ed emozionante tratto che alle ore 16.48 permette di riaccendere a Tokyo il braciere olimpico a 58 anni di distanza dall’evento a 5 cerchi del 1964.

Dichiarazioni integrali dei rappresentanti istituzionali

Per la prima volta nella storia delle olimpiadi il CIO modifica il motto “citius, altius, fortius”, aggiungendovi “communis”. Tradotto in italiano, “Il più veloce, quello che salta più alto, il più forte” con integrazione della parola solidale “insieme”. In inglese, invece, come si evince cliccando sulla foto, viene fuori “faster, higher, stronger, together” (Photo stadio Olimpico Tokyo 23 luglio 2021: credits official page https://www.facebook.com/olympics)

Seiko Hashimoto, presidente del comitato Tokyo 2020: “Un benvenuto a tutti a questa cerimonia di apertura. Seguendo la sfida di questa prima volta di uno spostamento in avanti a causa della Pandemia, andiamo avanti sperando di aver connesso tante mani l’una all’altra in tutto il mondo, quel mondo che ha affrontato il Covid19. La mia gratitudine e il mio rispetto a tutti voi che partecipate, al comitato olimpico internazionale. Sono felice di dire grazie oltreché al CIO, anche al Governo del Giappone e a quello metropolitano di Tokyo e a tanti altri organismi che tanto hanno lavorato per Tokyo 2020. Dieci anni fa, quando decidemmo di presentare la candidatura dei Giochi, molta gente di questo Paese era particolarmente orgogliosa, pur tenendo presenti le difficoltà. Molte di quelle comunità in questa fase stanno perdendo la voglia di lottare e seguire questi Giochi, ma noi diciamo a loro ‘Ancora più forte in avanti’. Adesso, 10 anni dopo rispetto ad allora, possiamo offrire l’idea di intenti di recuperare, di tornare a una certa normalità. La domanda che ci facciamo è ‘Ce la faremo?’. La risposta è ‘Sì’. Oggi abbiamo dimostrato che sapremo tornare grandi. C’è una visione per il futuro che dice ‘Uniti nelle diversità, nel nome della pace, del rispetto, della solidarietà’. E questo è il potere, questa è la forza dello sport ed è espressione dei valori fondamentali del movimento olimpico. Con i giochi olimpici è iniziato un periodo di pace (in riferimento ai tempi dell’antica Grecia, in cui, durante le olimpiadi, si fermavano le guerre, ndr). E, per quelli che stanno ancora guerreggiando e ritengono la pace particolarmente distante, ecco, proprio per loro saranno importanti i valori olimpici che sapremo trasferire. Voglio offrire le mie preghiere per la pace a tutti quelli che ancora stanno soffrendo. A tutti gli atleti, grazie. Abbiamo incoraggiato il vostro impegno in tante difficoltà che avete dovuto affrontare. Avete sempre creduto in voi stessi e siete la dimostrazione che questo tremendo sforzo arriverà a permettervi di fare tesoro per sempre di momenti come questo. Facendo un passo con fiducia su questo palco, dico che è il momento di cominciare. Credo che la forza e la speranza che verranno portate alla gente… uniranno il mondo. E il mondo ci sta aspettando e vi sta aspettando.  Dopo circa 50 anni dalla precedente edizione, i Giochi sono ritornati a Tokyo. E adesso stiamo facendo il possibile affinché queste olimpiadi siano una fonte di orgoglio per tutti voi e per tutto il popolo”.

stadio tokyo fb official olympics

I fuochi d’artificio illuminano il tetto dello stadio Olimpico di Tokyo durante la cerimonia inaugurale del 23 luglio 2021. (Photo: credits official page https://www.facebook.com/olympics)

Thomas Bach, presidente CIO (comitato olimpico internazionale):

“Benvenuti ai Giochi di Tokyo 2020. Oggi è un momento di speranza. Sì, è molto differente da quanto ci eravamo immaginati, ma lasciate che si possa essere quantomeno felici di questo momento. Finalmente siamo qui, tutti assieme. Gli atleti dei 205 comitati olimpici nazionali e i rifugiati politici – vivendo uno al fianco dell’altro  per questa cosa meravigliosa, l’olimpiade – danno a tutti noi un messaggio di pace e un messaggio alle famiglie. Questo dà a tutti noi speranza per un passo importante verso il futuro. Possiamo solo essere tutti vicini al popolo del Giappone, al quale voglio esprimere il mio rispetto e il mio apprezzamento. Il comitato organizzatore e le autorità politiche giapponesi a tutti i livelli hanno fatto cose straordinarie, lavorando per questo, per i Giochi. A nome di tutti gli atleti, voglio esprimere la mia più profonda gratitudine. Dieci anni fa (rivolgendosi al popolo nipponico, ndr) avete ricominciato su una strada che ha portato ai giochi olimpici già nel 1964. Quella straordinaria edizione è stato un viaggio difficile con sfide senza precedenti (la più grande trasformazione urbanistica di una città generata da un’olimpiade, ndr). E poi (riferendosi ai tempi più recenti, ndr) avete iniziato una strada di ricostruzione dopo il terremoto che ha colpito la parte orientale del Giappone nel 2011. Ed è questo il motivo per il quale la nostra gratitudine verso di voi è enorme. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato: i medici, gli infermieri e tutta la gente del Giappone che ha contribuito a contenere la pandemia. Uno speciale ringraziamento va alle migliaia di volontari che, nonostante le difficili sfide, hanno affrontato tutto ciò. Sono loro i migliori ambasciatori del Giappone. La nostra comunità olimpica, nel frattempo, ha imparato che si può indirizzare verso le tante grandi sfide del nostro tempo un messaggio che ci porti a stare tutti assieme.  LA LEZIONE CHE ABBIAMO IMPARATO È CHE ABBIAMO BISOGNO DI PIÙ SOLIDARIETÀ ALL’INTERNO DELLE SOCIETÀ E FRA LE SOCIETÀ. Solidarietà …più che ‘giusto rispetto’ o ‘non discriminazione’… significa aiutare, condividere, prendersi cura. Questo è quello che stiamo facendo, anche all’interno della comunità olimpica. Anche per gli atleti, da ogni comitato olimpico nazionale, grande o piccolo, povero o ricco che sia, questo carburante della solidarietà è la nostra missione futura. Solo grazie alla solidarietà abbiamo potuto essere qui stasera. Senza di essa non si riesce ad andare da alcuna parte. E in questo spirito di solidarietà e pace diamo il benvenuto alla squadra dei rifugiati politici. Cari rifugiati, con il vostro talento e spirito umano state dimostrando quanto arricchente sia la vostra presenza per LE SOCIETÀ. Voi avete dovuto combattere contro la violenza, contro la fame… o per il semplice fatto di essere differenti, diversi. Le comunità devono essere tutte uguali all’interno del mondo olimpico. E noi abbiamo rispetto delle stesse regole. L’esperienza olimpica ci rende orgogliosi, perché permette di realizzare quello che è parte di qualcosa di più grande rispetto a tutti noi. Noi siamo parte di un evento che unisce il MONDO. Uniti, in tutte le nostre diversità, diventiamo più grandi. Oggi noi siamo più forti tutti assieme. E voglio evidenziare che i valori olimpici della solidarietà, della non discriminazione, dello sport fatto con gioia, dell’inclusione, dell’uguaglianza abbiamo voluto inserirli nel nostro nuovo giuramento. Noi possiamo andare più forte, saltare più in alto, ma anche diventare più forti se stiamo – e resistiamo – tutti assieme in solidarietà. E’ questo il motivo per cui il CIO ha adattato il motto olimpico “Citius, Altius, Fortius” e lo ha modificato e modellato. Questo sentimento di INSIEME tra tutti noi è la luce che alla fine ci porterà fuori dal tunnel della pandemia. Essa ci ha forzato a rimanere distaccati. Questa separazione ha reso questo tunnel particolarmente buio. Oggi siamo tutti uniti nel condividere questo momento tutti assieme. La fiamma olimpica rende più brillante questa luce”.

Il percorso della fiaccola

accesa a Olimpia il 12 marzo 2020

e giunta allo stadio di Tokyo il 23 luglio 2021 

I DETTAGLI SU COME LA FIAMMELLA OLIMPICA PASSA DAI GRECI AI GIAPPONESI / Il fuoco olimpico il 19 marzo 2020 viene portato allo stadio Panathinaiko di Atene dai tedofori ellenici e consegnato ai delegati giapponesi. La procedura in se, in realtà, è un po’ elaborata, in quanto prima si trasferisce la fiamma dalla tradizionale torcia a una minitorcia costituita da una piccola asta di metallo che viene accesa sulla punta da un rappresentante giapponese. Poi, nel giro di pochi secondi, lo stesso delegato del Sol Levante inserisce la medesima minitorcia, che in pratica funge da fiammifero, in una lanterna particolare retta da un suo connazionale. Bastano pochi secondi e la lanterna di Tokyo 2020 si accende. Tale oggetto a sua volta, grazie a un aereo speciale partito da Atene il 19 marzo, giunge alla base militare di Matsushima il giorno dopo. La lanterna olimpica, però, a causa della pandemia che determina il rinvio dei Giochi all’anno successivo, viene custodita e tenuta accesa per 12 mesi in Giappone, prima che il 25 marzo 2021 possa tornare ad alimentare, con la procedura inversa, la classica torcia che, in quella stessa giornata, viene consegnata ai tedofori presso Fukushima. Da lì la fiaccola parte in direzione Tokyo, ma anche stavolta, così come già era accaduto dal 12 al 19 marzo dell’anno prima, si sposta da un luogo all’altro grazie alle energie profuse dai tedofori. Il viaggio, stavolta, è più impegnativo, in quanto, prima di arrivare il 23 luglio 2021 nello stadio della cerimonia inaugurale, la fiamma olimpica, grazie allo spirito sportivo di 10mila staffettisti, in gran parte ex atleti, attraversa le strade di 48 distretti territoriali giapponesi, pari al 98% del territorio nipponico. (Foto torcia e lanterna olimpiche: credits official page https://www.facebook.com/olympics)

 

La cerimonia di accensione della torcia olimpica avviene il 12 marzo 2020 sulla collina di Olimpia e rappresenta il 1° momento simbolico che porta all’inizio ufficiale dei Giochi. Nel corso dei 7 giorni successivi, nonostante i primi problemi di Covid, la fiaccola passa di mano tra tedofori greci e giunge fino allo stadio Panathinaiko di Atene. Qui il 19 marzo la fiamma olimpica viene consegnata materialmente dai greci ai delegati nipponici e, nella stessa giornata, il fuoco di Olimpia viene trasportato con un aereo nel nord est del Giappone, presso la base militare della città di Matsushima (prefettura di Miyagi), situata in una delle zone più colpite dagli eventi sismici che nel marzo 2011 provocarono anche il disastro nucleare di Fukushima. Ed è proprio in una struttura sportiva di quest’area,  il J-Village di Naraha, che il fuoco di Olimpia il 25 marzo 2021 torna finalmente nelle mani dei tedofori dopo esser stato custodito e tenuto acceso prima a Miyagi e poi, dall’ottobre 2020 al marzo 2021, nel museo olimpico di Tokyo.
E dunque, dalla zona di Fukushima, dove è stata portata pochi giorni prima, il 25 marzo inizia il grande tour della torcia olimpica che, grazie a una staffetta che coinvolge ben 10mila tedofori, arriva allo stadio di Tokyo il 23 luglio 2021 dopo aver attraversato 46 distretti territoriali (per un totale di circa 850 municipalità) e toccato il 98% del territorio nipponico. A tal proposito, ecco, nel dettaglio, luoghi e date nei quali transita la torcia: Fukushima 25-27 marzo, Tochigi 28-29 marzo, Gunma 30-31 marzo, Nagano 1-2 aprile, Gifu 3-4 aprile, Aichi 5-6 aprile, Mie 7-8 aprile, Wakayama 9-10 aprile, Nara 11-12 aprile, Osaka 13-14 aprile, Tokushima 15-16 aprile, Kagawa 17-18 aprile, Kochi 19-20 aprile, Ehime 21-22 aprile, Oita 23-24 aprile, Miyazaki 25-26 aprile, Kagoshima 27-28 aprile, trasporto fiaccola da Kagoshima a Okinawa il 29 e 30 aprile, tour di Okinawa 1-2 maggio, trasporto fiaccola da Okinawa a Kumamoto il 3 e 4 maggio, tour Kumamoto 5-6 maggio, Nagasaki 7-8 maggio, Saga 9-10 maggio, Fukuoka 11-12 maggio, Yamaguchi 13-14 maggio, Shimane 15-16 maggio, Hiroshima 17-18 maggio, Okayama 19-20 maggio, Tottori 21-22 maggio, Hyogo 23-24 maggio, Kyoto 25-26 maggio, Shiga 27-28 maggio, Fukui 29-30 maggio, Ishikawa 31 maggio-1 giugno, Toyama 2-3 giugno, Niigata 4-5 giugno, Yamagata 6-7 giugno, Akita 8-9 giugno, Aomori 10-11 giugno, trasporto fiaccola da Aomori a Hokkaido il 12 giugno, tour di Hokkaido 13-14 giugno, trasporto da Hokkaido a Iwate il 15 giugno, tour di Iwate 16-17-18 giugno, Miyagi 19-20-21 giugno, trasporto da Miyagi a Shizuoka il 22 giugno, tour di Shizuoka 23-24-25 giugno, Yamanashi 26-27 giugno, Kanagawa 28-29-30 giugno, Chiba 1-2-3 luglio, Ibaraki 4-5 luglio, Saitama 6-7-8 luglio, gran tour di Tokyo dal 9 al 23 luglio.

Speciale cerimonia di apertura Tokyo 2020 a cura di Luigi Gallucci

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XXXII Giochi al via: dalla torcia accesa a Olimpia al braciere

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Con l’accensione del braciere olimpico alle ore 23.48 di Tokyo (le h 16.48 italiane) si è conclusa la cerimonia d’apertura dei 32esimi giochi olimpici estivi dell’era moderna. (Photo: credits official page https://www.facebook.com/olympics)

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