Calcio Napoli, inizia l’era-Spalletti /
“Mi piacerebbe un Napoli sfacciato e consapevole dei suoi mezzi, in cui tutti, in campo e fuori, siano bravi a fare la loro parte fino in fondo, senza risparmiarsi. L’obiettivo è quello di entrare nella storia di Napoli, una città in cui il calcio e i miracoli sono la stessa cosa. Qui completo il mio tour dell’anima, dopo Roma, la città del Papa, San Pietroburgo, quella degli Zar, e Milano, quella della Madonnina e della Moda”. Questi alcuni dei passaggi-chiave della conferenza stampa tenuta oggi pomeriggio dal nuovo allenatore del Napoli, Mr Luciano Spalletti, succeduto nella guida tecnica degli Azzurri a Mr Gennaro Gattuso a partire dal 1 luglio scorso. Ed ora ecco, di seguito, il ‘botta e risposta’ integrale con i giornalisti e, in coda, il link del network You Tube attraverso cui si può visualizzare integralmente ciò che Mr Spalletti ha detto durante i 75 minuti di cordiale dialogo con i media.
Ore 15.03: “Mertens? L’ho sentito sia il giorno prima che in quello successivo all’intervento alla spalla. Lui avrebbe piacere di passare a salutare tutti”.
Ore 15.05: “Il Napoli è una squadra forte e sono curioso di entrarci dentro il prima possibile, per vedere fino in fondo quanto ne è consapevole. Essere forte, se non sai di esserlo, a volte non completa quello che deve essere il tuo comportamento. Me ne renderò conto strada facendo. E’ una squadra che mi piace, che mi somiglia, però poi bisogna darci dentro in quello che si fa”.
Ore 15.06: “Sono stato contento fin dal primo momento. La squadra e forte, la città è forte. Napoli mi completa come tour dell’anima. Sono stato a Roma, la città del Papa. Poi ho allenato a San Pietroburgo, la città degli zar, poi a Milano, la città della Madonnina e della Moda. E ora allenerò il Napoli, la città di Maradona e la città di San Gennaro, dove il calcio e i miracoli sono la stessa cosa”.
Ore 15.11: “Il mio messaggio ai tifosi? Il calcio giocato, per essere credibile, va accostato ai risultati. Ai tifosi del Napoli, quello che gli dai te lo rendono con gli interessi. E’ un progetto importante quello di allenare qui. Mi piace particolarmente il loro slogan “Sarò con te”, perché quello è un grido di appartenenza che non dovrebbe mai mancare nel calcio, ma è anche una mano che ti tende la città. Ed è una mano che dovremmo stringere forte per provare ad andare lontano…ma per dimostrare di saper vestire la maglia di questa città. E in questa città sono quasi tutti tifosi del Napoli. E quindi noi dobbiamo restituire questo amore e questo affetto con l’amore e la disponibilità in campo”.
Ore 15.16: “Insigne? Ci ho parlato per telefono, perché gli ho fatto i complimenti dopo il gol in Nazionale. E gli ho detto che a me farebbe piacere fare questo percorso con lui al mio fianco. Poi nel calcio ci sono altre questioni. E quelle le andremo ad analizzare quando ritorna. E’ chiaro che si fanno i complimenti a lui e a Di Lorenzo per un Europeo spettacolare. Insigne ha fatto vedere più volte il suo marchio di fabbrica e di che panni si veste. E si aggiungono i complimenti a Di Lorenzo, giocatore forte dal punto di vita fisico, presente e che si adatta a far tutto con grande qualità. E si fanno i complimenti a Mancini, per la squadra che ha allestito, perché è abbastanza visibile che assomiglia più a una squadra che a una selezione di calciatori. E’ abbastanza visibile che molto del suo tempo lo spende per allenare. E sono sicuro che molti allenamenti sono fatti per fare gol, per produrre un calcio offensivo; anche se l’ultima partita ha fatto vedere la completezza del nostro CT. In quella partita (la semifinale contro la Spagna, ndr) sarebbe stato un problema allungare lo spazio tra la linea di difesa e quella del centrocampo. Nel palleggio gli spagnoli hanno dimostrato di essere più bravi e loro (gli azzurri, ndr) si sono adattati e hanno saputo coprire quegli spazi che sarebbero stati difficili da colmare giocando a viso aperto”.
Ore 15.19: “Cosa chiede Spalletti a Spalletti? Mi sveglio sempre in forma al mattino, ma poi a volte mi deformo in base a chi incontro durante la giornata. Io chiedo solo per il Napoli …e per tentare di allenarlo bene e fare più risultati possibili, perché a questo è legata la possibilità di rimanere una persona che lascia un forte segno nel Napoli e nella storia di Napoli. Questa è una città è piena di persone che hanno lasciato il segno nella storia. E noi vorremmo essere ricordati da Napoli e dai napoletani”.
Ore 15.21: “Il film su Totti? Sono felice di avergli assicurato dei contenuti per la fiction, ma assicuro che determinati contenuti li aveva anche di suo. Solo che, se me lo avesse detto prima, con un paio di scene gli avrei fatto fare il pieno di audience. Ora, però, torniamo alle cose serie”.
Ore 15.25: “L’obiettivo Champions? Il presidente De Laurentiis nei giorni scorsi ha toccato i tasti giusti: rimettere in ordine i conti e poi arrivare tra le prime 4. E’ chiaro che poi bisogna avere calciatori forti. Arrivarci sarà la mia ambizione e la mia ossessione. Io terrei volentieri a disposizione tutti i calciatori che ci sono. E sarei già contento così. Effettivamente la squadra è forte. Poi, per contratti in cadenza, Covid e altre questioni che sono subentrate è chiaro che il prossimo Napoli sarà differente da quelli precedenti, ma noi siamo qui per tentare di costruirne un altro altrettanto forte”.
Ore 15.27: “Mercato? Bisogna essere pronti a vedere quello che succede. Abbiamo persone addette e preparate su quello che potrebbe avvenire, così come le altre squadre di Serie A. Io col presidente ho parlato più volte dopo che ho firmato questo contratto. Ed è chiaro che tra di noi ci si dice anche qualcosa in più, ma quello per il momento non lo possiamo raccontare. Dobbiamo lavorare in maniera seria”.
Ore 15.29: “Un aggettivo per il mio Napoli ? Dobbiamo mettere in campo un calcio che somigli alla città e di cui gli sportivi ne siano orgogliosi. Come aggettivo… una squadra sfacciata. Mi piacerebbe una squadra di scugnizzi che credono nel loro talento e riescono a metterlo in campo contro qualsiasi squadra”.
Ore 15.31: “L’Europa League? E’ una competizione a cui tengo molto, ma tengo molto anche alla Coppa Italia, al campionato, alle partite amichevoli. Ogni allenamento mette in palio un premio giornaliero, che è piccolo, ma, se tu ti alleni per 7 giorni, stai tranquillo che la partita la giochi meglio. E ogni volta che entra in campo il Napoli tengo a fare bella figura. Qui si fa sul serio, non si snobba niente. Io sono abituato alla cultura della campagna. E, quando si va nel bosco, ci sono gli animali. E quelli sono tutti predatori, sia quello più feroce che quello più piccolo. Mettono tutta la forza che hanno. E, quindi, applicando la metafora al Napoli, non c’è una maglia per le partite amichevoli e una per le partite di campionato. Quando si indossa quella maglia, si fa sul serio”.
Ore 15.35: “Il crollo all’ultima giornata del campionato scorso? Secondo me Gattuso ha fatto un lavoro splendido, a cui do merito, anche perché è una persona che conosco bene. Conosco i suoi ‘credo’ calcistici. Lui ci mette sentimento. E, ogni qual volta ho giocato contro di lui, ho visto che sa fare il suo mestiere. Per quanto riguarda cosa possa essere successo…non lo so. E’ mancato quel risultato (la vittoria che avrebbe permesso al Napoli di qualificarsi alla prossima Champions, ndr), ma, per arrivare a quella partita (Napoli-Verona 1-1, 38^ giornata Serie A 2020-21, ndr), hanno pedalato forte nel girone di ritorno, anche se va detto che nella 2^ parte del campionato a volte ci sono squadre che hanno meno da dire e altre volte nelle quali alcune, che non hanno da dire niente, fanno delle grandi partite. Noi dobbiamo stare attenti a NOI. Dobbiamo mettere in campo il massimo delle energie e credere di avere la forza per guardare in faccia a qualsiasi avversario”.
Ore 15.37: “Sensazioni dal campo su Inter-Juve del 2018? Mi sembra che, da allora, ci sia stato un cambiamento nella classe dirigenziale dell’AIA. Tra l’altro, ne conosco molti e sono abbastanza anziano rispetto a questi arbitri. Per me diventa difficile andare a sindacare. In carriera, di interventi ne ho ricevuti alcuni a favore e altri contro. Mi fido dei dirigenti che ci sono adesso. E con alcuni ho anche un rapporto amicale”.
Ore 15.40, sui talenti ancora inespressi: “La differenza la fanno le qualità dei calciatori. Un giocatore che arriva a Napoli magari per un periodo può non rendere al massimo, però si va a cercare di tirare fuori le qualità che non ha ancora espresso. Ma quello è un percorso che si fa giorno per giorno”.
Ore 15.41, su un ipotizzato contatto con Emerson, calciatore del Chelsea che lui in precedenza ha valorizzato alla Roma: “Non posso rispondere, ma può darsi che la cosa sia anche avvenuta”.
Ore 15.43: “Osimhen? Ha tutte le qualità per entrare nel mio discorso. Lui attacca la profondità e, quando gli avversari alzano la linea difensiva per venirci a prendere alti, ha grandi potenzialità negli spazi. Poi è uno che si danna per la squadra, è uno a cui interessa coprire spazi e metri per non lasciarli agli altri. E’ un attaccante forte che abbiamo, così come Mertens e Petagna. Ci vorranno un po’ tutti per arrivare in fondo, perché poi le distanze da colmare sono ampie”.
Ore 15.48: “Che Napoli bisogna aspettarsi ? Non è che in campo si possa fare sempre la stessa cosa, perché a volte gli altri non te lo permettono. Se andiamo a vedere Liverpool, Real Madrid, Manchester City, Barcellona, si vede che ci sono dei momenti in cui tornano a casa e si mettono davanti alla linea difensiva, a fare blocco. Qualche volta, in verità, lo fanno per tattica, per poi attaccare gli spazi in campo aperto. Poco fa, abbiamo citato la Nazionale, che ha avuto la capacità, contro la Spagna, di adattarsi e di andare a giocare con merito la finale. Ma il concetto fondamentale che deve passare è che determinati movimenti si facciano a livello di squadra, non in maniera sbrindellata. Bisogna stare compatti in 30 mt e bisogna essere aggressivi tutti insieme, quando si decide di andare a prendere alti gli avversari. La partita è uno spazio di tempo che va riempita di cose. E ci vanno messe più cose, perché, se questi spazi rimangono vuoti, perché qualcuno in campo non fa quello che deve fare, qualcun altro deve fare qualcosa oltre quello di cui era già stato caricato e che spettava ad altri. E’ vero, il gol nel calcio è la cosa più importante, ma fare lavoro difensivo, fare contrasti è un qualcosa che serve sia ai compagni per recuperar fiato che per permettere a tutti di avere meno metri da coprire in campo”.
Ore 15.51: “Il modulo? Il 4-2-3-1 è la base. Poi, però, se si parla di calcio attuale, quelle più brave hanno fatto vedere sempre la qualità dei calciatori. E’ quella che fa la differenza. Inoltre, si fa la differenza anche nell’attaccare gli spazi senza dare, però, riferimenti agli avversari, ma utilizzando anche la difesa a 3. In nazionale Di Lorenzo a volte fa il terzo centrale a destra, mentre l’altro terzino spinge sulla fascia. Noi, però, in questo discorso dobbiamo ringraziare l’Atalanta per il suo contributo al nostro calcio. In Italia siamo stati sempre più attenti ad avere calciatori in fase di costruzione che di ‘non costruzione’, ma in realtà… vale di più il contrario. L’Atalanta ti manda tutta questa gente subito là in avanti e, quando perdi palla, ha più uomini per attaccarti al limite dell’area tua. E, se questi movimenti vengono fatti bene, si corre anche di meno”.
Ore 15.55: “Le cose che mi hanno colpito in questi Europei ? Ci sono stati diversi calciatori che mi sono piaciuti, anche di quelli che non sono tanto famosi, però non si fanno nomi. Si fanno solo i nomi dei nostri. Le partite sono state tutte molto lottate, vive. C’è stato equilibrio e si è giocato un buon calcio”.
Ore 15.57: “Qual è la cura di Spalletti per ripartire dopo la delusione del finale di campionato? Loro, i giocatori, sono già in debito con me, tutti. Il motivo io glielo spiego ai calciatori. Poi loro lo racconteranno ai giornalisti”.
Ore 15.58: “Cosa penso di Mourinho? Sotto l’aspetto motivazionale è uno dei più bravi, ma le frasi le usiamo un po’ tutti. Sulla casacca di allenamento noi ne abbiamo fatta stampare una: ‘Sarò con te…e tu non devi mollare’.
Ore 16.00, sui portieri Meret e Ospina: “Sono 2 Nazionali e siamo contenti di avere 2 portieri di questo livello qui. Poi ci sarà bisogno di gestire molte partite e gli stress momentanei. In una stagione si ha bisogno di 20 calciatori + 3 portieri forti. E averne 2 di grande livello è un grande vantaggio”.
Ore 16.01: “Come motivo i giocatori? Se tu (riferito al singolo calciatore, ndr) vuoi giocare con me, ti motivi da solo; anche perché non sei un professionista di livello, se hai una mente debole. E non devi farci vedere solo che sei lì a chiedere…”.
Ore 16.03: “Il VAR per il calcio ? E’ perfetto. Se c’è un dubbio, si guarda e si mette a posto ogni situazione. Poi è chiaro che bisogna dargli un po’ di interpretazione. E magari una situazione di gioco viene interpretata più a mio favore, mentre in un’altra accade in contrario, ma siamo sulla strada giusta, così come per lo strumento del “Gol, non gol”.
Ore 16.04, sulla città da vivere: “Ogni qual volta che sono venuto a Napoli, l’ho sempre trovata emozionante, ma non ci sono stato per lunghi periodi. Ho ricevuto una volta anche un premio a Castel dell’Ovo, poi qualche volta ci sono passato andando a trovare amici a Ischia. Probabilmente non sono uno adatto a viaggiare per via Toledo o a fare le giratine in piazza del Plebiscito. Farò una vita molto focalizzata. Preferisco che in quelle strade lì ci sia la felicità dei napoletani”.
Ore 16.06: “Cosa mi aspetto dal gruppo? Che diano tutti il massimo sempre e che siano sempre a disposizione per aiutare il compagno. I contratti ci fanno essere del Napoli per un tot numero di anni, ma in questo ambiente qui (Napoli, ndr) le vittorie e i risultati che faremo potranno farci entrare nella storia per sempre. E’ questa la differenza”.
Ore 16.10, sulle gare tattiche: “Se la squadra avversaria sta là e non c’è spazio, bisogna essere bravi a giocare nello stretto. Penso che le squadre che giocheranno contro di noi ci studieranno e di spazi ce ne daranno pochi”.
Ore 16.11: “Una promessa a De Laurentiis e ai tifosi? Mi impegnerò al massimo e farò impegnare al massimo quelli che mi sono vicino. Con il presidente De Laurentiis io mi trovo bene, perché è uno che dice in faccia ciò che pensa. Io spero che il matrimonio sia lunghissimo, poi è chiaro che le cose bisogna farle bene sempre e poi, per quanto mi riguarda, ho i miei punti di vista e al presidente glieli dico”.
Ore 16.14: “L’ipotesi di un Napoli col 4-3-3? E’ il sistema più facile da attuare rispetto a quello base, perché basta cambiare il vertice alto e quello basso, ma in campo l’importante è vivere, non tirare a campare”.
(VIDEO INTEGRALE CONFERENZA STAMPA LUCIANO SPALLETTI > https://www.youtube.com/watch?v=5LRnR3a0FW8)
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Classifiche storiche bomber Azzurri
Sono in 7 con almeno 100 gol in gare ufficiali (campionato Divisione Nazionale, successiva Serie A a girone unico e Coppe, sia nazionali riconosciute che internazionali Uefa e pre-Uefa): Dries Mertens 135 reti, Marek Hamsik 121, Diego Maradona 115, Lorenzo Insigne 109, Attila Sallustro 106, Edinson Cavani 104, Antonio Vojak 103.
Per quanto riguarda, invece, i magnifici 7 goleador del solo campionato italiano (Divisione Nazionale e successiva Serie A a girone unico), la graduatoria partenopea ‘all time’ è la seguente: Attila Sallustro 104, Mertens 102, Vojak 102, Hamsik 100, Insigne 85, Maradona 81, Cavani 78.
La data indimenticabile: 10 maggio 1987
Alle ore 17.47 il Napoli diventa per la prima volta Campione d’Italia nel calcio. E’ il trionfo di un club guidato dal presidente Corrado Ferlaino e allenato da Ottavio Bianchi. Questa la Rosa dei giocatori vincitori dello scudetto: Claudio Garella (portiere), Raffaele Di Fusco (p), Alessandro Renica (libero), Ciro Ferrara (d), Tebaldo Bigliardi (d), Giuseppe Bruscolotti (difensore), Moreno Ferrario (d), Giuseppe Volpecina (d), Raimondo Marino (d), Antonio Carannante (d), Roberto Carannante (d), Francesco Romano (centrocampista), Costanzo Celestini (c), Fernando De Napoli (c), Salvatore Bagni (c), Luciano Sola (c), Pietro Puzone (c), Bruno Giordano (attaccante), Andrea Carnevale (a), Ciro Muro (a), Luigi Caffarelli (a), Luigi Castellone (a), Diego Armando Maradona (a).
Classifica finale dopo 30 giornate: Napoli 1° con 42 punti; Juventus 39; Inter 38; Hellas Verona 36; Milan e Sampdoria 35; Roma 33; Avellino 30; Como, Fiorentina e Torino 26; Ascoli 24; Empoli 23; Brescia 22; Atalanta 21; Udinese 15 (con -9 di penalizzazione). All’epoca per ogni vittoria si conquistavano 2 punti.
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