Calcio e Covi19, asse FIGC-Governo

Calcio e Covid19, asse FIGC-Governo: le regole, per ora, restano

Il mondo del pallone è alle prese con una nuova fase di contagi, ma per ora il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora e il presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio Gabriele Gravina blindano le regole operative stabilite nel giugno scorso (Foto di repertorio: archivio Sandro Sanna)

Resta ancora valido, per ora, il protocollo che il calcio italiano si era dato nel giugno scorso allo scopo di riprendere l’attività dei vari campionati interrotti nel marzo 2020 a causa della pandemia da Coronavirus. Questo il concetto-chiave intorno a cui stasera sono ruotate le dichiarazioni del Ministro allo Sport Vincenzo Spadafora al termine di un incontro avuto a Roma con i massimi esponenti delle istituzioni calcistiche nazionali, a seguito dell’accertamento dei recenti casi Covid, tra cui quelli che hanno riguardato il pre partita delle gare di Serie A Napoli-Genoa del 27 settembre scorso e Juve-Napoli, match non disputato per assenza della formazione campana ieri sera al J Stadium di Torino. E, rimanendo sul tema del vertice di stasera, ecco, di seguito,  le ampie riflessioni fatte da Spadafora a margine del meeting.“Dall’incontro che abbiamo avuto, sono convinto del fatto che ad oggi sicuramente il protocollo in vigore sia ancora quello giusto, da adottare, e va chiaramente rispettato da tutti col massimo rigore. E’ ovvio che siamo in una situazione particolare anche quest’anno. Vale per tutti – per la scuola, per tutte le altre industrie del Paese e anche per un’industria importante come quella del calcio – sapere che siamo di fronte a delle settimane e dei mesi in cui dovremo anche avere la capacità di cambiare, di adattare le nostre scelte in base a quello che succederà; per cui la prudenza – che noi, come governo, e la FIGC abbiamo avuto per consentire al campionato precedente di chiudere nel modo migliore e a questo di ripartire – è la stessa che dovremo continuare ad avere nei prossimi giorni. L’Autorità sanitaria locale può intervenire in casi particolari. La cosa importante è che non intervenga in deroga al protocollo, ma intervenga lì dove, a livello territoriale, possono esserci delle esigenze particolari, gravi, per cui è necessario che l’autorità sanitaria intervenga. L’importante è che lo faccia sempre in maniera motivata e legata a delle esigenze che, evidentemente, possono variare da territorio a territorio, da contesto a contesto. Poi, se la situazione dovesse cambiare, noi siamo pronti, come Governo, a fare la nostra parte, per fare in modo che il principio del rispetto della tutela della salute vada sempre al di sopra di ogni altra cosa. Si rischia di bloccare il campionato? Per adesso non corriamo questo rischio”.
Sulla stessa lunghezza d’onda le riflessioni del presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio Gabriele Gravina, il quale, attraverso il sito web ufficiale https://www.figc.it/it/home/ , ha dichiarato: “Crediamo molto in questo protocollo, che abbiamo voluto e difeso. Se tutti abbiamo a cuore la tutela della salute e il protocollo viene rispettato da tutti nella sua integrità, credo che possiamo stare tranquilli che il campionato si può disputare e svolgere in sicurezza. Certo, se cominciano ad esserci delle falle e qualcuno sbaglia, allora quel qualcuno deve pagare”.

NOTA: per consultare le attuali linee guida sulla gestione di allenamenti e gare delle squadre di calcio in Italia, clicca sul seguente link >  https://www.figc.it/it/federazione/norme/protocolli-allenamenti-e-gare-nell-emergenza-covid/

La nota di opinione:

il lavoro delle Asl è una cosa seria

“Lucarié…non è successo niente”. Con questa celebre battuta il personaggio di Concetta, in una memorabile scena della commedia di Eduardo De Filippo ‘Natale in casa Cupiello’, rispondeva – con un approccio formalmente minimale – a una domanda dal tono preoccupato fattale da suo marito Luca rispetto a una delicata situazione di cui lei era completamente a conoscenza e che rischiava di portare ad una non auspicabile rottura del matrimonio da lei voluto tra la loro figlia Ninuccia e un facoltoso imprenditore, tal Nicolino. Ebbene, se si cala questa metafora nella situazione della Serie A attuale, da un lato troviamo il rischio pandemia sempre pronto a colpire (e in modo non sempre prevedibile), dall’altro chi, da addetto alla sanità pubblica locale, avverte (vestendo un po’ i panni del Lucariello) che probabilmente qualcosa non procede nel verso giusto e chi, invece, detenendo una consistente fetta di potere decisionale, ritiene che il problema – quello rappresentato dalle positività al Covid19 verificatesi prima e dopo la gara Napoli-Genoa in modo massiccio tra i rossoblù e in misura per ora minore tra i componenti del club azzurro – sia una situazione tutto sommato gestibile con gli attuali strumenti normativi a disposizione. Insomma, nel ruolo di “Concetta” calzerebbero a pennello il ministro allo Sport Spadafora e il presidente della FIGC Gravina usciti qualche ora fa da una intensa riunione inter-istituzionale. Ma, osserviamo noi, se è vero che tali protocolli operativi concertati nel giugno scorso col Comitato Tecnico Scientifico Nazionale hanno funzionato nella fase estiva, non è detto che essi siano destinati a restare immutati in un periodo in cui si è nel mezzo di un costante trend di risalita della curva dei contagi Covid, tornati a crescere da oltre un mese e mezzo, non solo in Italia ma anche all’estero. Ad ogni buon conto, a 8 giorni dalla partita Napoli-Genoa e a 24 ore di distanza da quella non disputata tra bianconeri e azzurri per l’intimazione di un isolamento fiduciario domiciliare delle Asl ‘Napoli 1 Centro’ e ‘Napoli 2 Nord’ comunicato ai componenti del club partenopeo in procinto di partire sabato sera in aereo con destinazione Torino, il vertice odierno tra Spadafora e Gravina sembra aver consolidato parametri di intervento in cui potrebbe non esserci spazio per quei margini decisionali che le autorità sanitarie locali napoletane hanno ritenuto di individuare in relazione ai rispettivi casi Covid19 di competenza territoriale.  Al momento, però, in una vicenda in cui i test continui e i relativi tempi di attesa per i risultati sono elementi da cui non si può prescindere se si vuole monitorare l’entità di determinati fenomeni di contagio, va evidenziato anche un altro aspetto. E, in tal senso, fino a questo momento non ci sono ancora certezze sugli esiti del 4° giro di tamponi effettuato tra martedì 29 settembre e oggi sui calciatori partenopei. Questi ultimi, tra l’altro, essendo in isolamento fiduciario sin da sabato sera presso le rispettive abitazioni in ossequio a quanto deciso  dalle Asl partenopee 1 e 2, hanno sì effettuato proprio oggi la 4^ serie di tamponi, ma per la 1^ volta presso le loro case anziché a Castel Volturno, perché, per la prima volta, ad occuparsene sono stati gli addetti delle 2 aziende sanitarie locali e non un laboratorio di fiducia del Napoli Calcio. E ora, fino a quando non si conosceranno i risultati, i giocatori non potranno muoversi da casa. E quindi, sarà stato pure importante il fatto che Gravina e Spadafora si siano visti oggi a Roma per fare il punto della situazione, ma chi ci dice che le 2 Asl campane, composte da esperti in materia di salute pubblica, non siano dalla parte del giusto, sotto un profilo di prevenzione medica, rispetto a quanto deciso, di loro pugno, tra venerdì e sabato scorso? Ovviamente, al di là dei protocolli FIGC, saranno i prossimi accadimenti a farci capire chi, in questa situazione, sta facendo le scelte scientificamente più opportune. Luigi Gallucci 

NOTA: per seguire gli sviluppi della vicenda Juve-Napoli 4 ottobre 2020, clicca sul seguente link > https://www.sportflash24.it/tag/juventus-napoli-serie-a-2020-21

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