Maradona: quando il calcio diventa una scienza esatta

Diego Maradona in un’opera editoriale co-prodotta da Gazzetta dello Sport, Rai Trade e La Presse e intitolata ‘Miti del calcio’. (Foto: archivio Luigi Gallucci)
DIEGO O PELE’ ? – Compie oggi 60 anni uno dei 2 calciatori più forti della storia, Diego Armando Maradona, nato a Lanus, un quartiere povero di Buenos Aires, il 30 ottobre 1960. L’altro è il brasiliano Pelè, che il 23 ottobre scorso ha festeggiato l’80° compleanno. Entrambi sono stati insigniti dalla FIFA, la massima istituzione calcistica mondiale, del titolo di ‘Calciatore del secolo’. Non entro nel merito di chi sia il più forte tra i due, ma c’è un dato. Il gol più bello della storia, secondo la FIFA, è stato quello messo a segno da Diego nella partita vinta per 2-1 dall’Argentina nei quarti di finale dei Mondiali di Mexico ’86 contro l’Inghilterra. E’ quello l’anno in cui Diego trascina letteralmente la sua Albiceleste al titolo iridato dopo quello che la stessa nazionale argentina aveva vinto nel 1978 tra le mura amiche; torneo a cui il Pibe de Oro non poté partecipare esclusivamente per motivi politici (non certamente tecnici), avendo già esordito in Nazionale il 27 febbraio 1977 in un’amichevole contro l’Ungheria.
LE EMOZIONI TRASMESSE DAL PIBE DE ORO RACCONTATE DA CHI ALL’EPOCA AVEVA 16 ANNI - Poiché, tra l’87 e l’89, ho osservato dagli spalti del San Paolo tutte le partite di campionato del Napoli (e non solo quelle), mi sento un fortunato. E vorrei trasmettere in questo articolo, al di là della ‘narrazione classica’, qualche sensazione e qualche considerazione personale. Ebbene, amici lettori, a 16 anni il solo pensare di poter entrare in quello stadio – avendo la consapevolezza di poter assistere a delle performance tecniche fondamentalmente stratosferiche (in quanto di normale non hanno quasi niente) – fa avvertire a pelle un senso di magia già alcune ore prima della partita. In quelle ore non c’è niente che distoglie da un rituale, nemmeno una chiamata telefonica a sorpresa… I gesti sono quasi automatici: sveglia comoda, bagno, colazione, corsa all’edicola. Eh sì, lo so. Un viziaccio, uno di quelli che ci si porta sulle spalle per una vita… “na malatia”, come si dice a Napoli. Gazzetta dello Sport ? Possibilmente, sì. Anche se non c’è internet, bisogna comunque essere aggiornati sulle ultimissime relative al Napoli e all’avversaria di turno. Del resto, non si va mai impreparati agli appuntamenti che contano sul serio. E poi in quell’epoca la Rosea è fatta decisamente meglio rispetto al CorSport e a Tuttosport. I miei amici dicono che è ‘il giornale nordista’. Eh, però, quando poi arriva la prestazione del campo, perché arrivava puntuale quasi come un orologio svizzero, il lunedì (e il giovedì, quando si giocano le Coppe) i pezzi degli inviati Roberto Beccantini, Alberto Cerruti, Angelo Rovelli, Lodovico Maradei, Claudio Gregori e Rosario Pastore forniscono materiale per i titoli a nove colonne della prima pagina. E leggere un misto tra cronaca e letteratura sportiva a quell’età è decisamente più estatico rispetto a un pur elegante e giocoso Ariosto e a un pur stimolante ragionamento sul “Cogito Ergo Sum” di Cartesio. E io ovviamente, da ‘sportivo nel sangue’ e ‘liceale per seconda attività’, con i miei pazientissimi prof mi gioco tutto il tempo a disposizione, ricorrendo talvolta ai supplementari. Del resto, si vive una sola volta ….e certi riti domenicali (e non solo) vanno gustati prima, durante e dopo. E così, dopo lo step del giornale, verso le h 11 i preparativi con l’adrenalina che sale: zainetto con colazione abbondante (merenda, o ‘marènna di mammà’ con salsicce e friggiarelli’), acqua, salviette, sciarpa e cappello (per il freddo, ovviamente), soprabito, controllo nel portafogli per banconote essenziali, gettoni telefonici e abbonamento-stadio e via verso la fermata autobus. A Napoli, per chi si sposta dalle periferie (35 anni fa come ancora oggi), per un bus si può aspettare anche 40-60 minuti. Che nessuno si scandalizzi, è così da sempre. Partire 2 ore prima del calcio d’inizio (in inverno fissato alle 14.30) diventa obbligatorio, altrimenti salta tutto. Quando poi si arriva alla meta, l’entrata nel San Paolo, soprattutto quando si ha la fortuna di non trovarlo ancora gremito, mette un senso di sollievo. Ci si sente come l’aver portato a termine, con una certa ansia, la fatica più grande. Poi, arrivati lì, se non s’incontra l’imbecille di turno …ci si piazza nel posto con la visuale più comoda, si fa colazione e, se c’è tempo, si dà un’ultima sfogliata al giornale. A qualche metro di distanza c’è, puntualmente, gente che arrota cartine e si avverte che quelle sigarette emettono un fumo strano, che però non appassiona. E così, tra la voce di un venditore di liquorini al caffè e quella di un bibitaro, si aspetta solo l’entrata in campo dei giocatori per riscaldamento e calcio d’inizio. In quei momenti si prova a immaginare che partita può venir fuori. Poi, però, al momento dell’annuncio delle formazioni, si è consapevoli che non si può perdere. Con un calciatore come Diego Maradona al centro del gioco, costantemente servito e ben assistito nei movimenti senza palla dai compagni (in Rosa Careca, Carnevale, Alemao, Fusi, Francini, De Napoli, Renica, Crippa, Ferrara, Corradini, Carannante, Filardi, Romano, Neri, Bigliardi e Giacchetta oltre i portieri Giuliani e Di Fusco), se va male…si pareggia. E in quegli anni con un punto si muove comunque la classifica. E in effetti quel biennio è costellato da una striscia di risultati utili che permettono al Napoli, nella stagione 1987/88, di sfiorare il 2° scudetto consecutivo e di qualificarsi (col 2° posto in Serie A) per una coppa Uefa, quella della stagione 1988/89, che vede il primo e unico trionfo partenopeo in campo europeo, a cui fa da corollario un altro 2° posto in campionato, tanto per gradire. In pratica, quasi non c’è domenica casalinga in cui le magie non si compiano. E quelle poche volte in cui Diego è costretto a saltare un match… prima della gara si avverte un senso di vulnerabilità. Si diventa ansiosi perché si perde il primario punto di riferimento. Poi, però, la sensazione della cosiddetta ‘mazzata in fronte’ spesso svanisce col passare dei minuti, perché quella è una squadra che è ben costruita e in panchina ha un sublime tattico, l’ex mediano di Serie A Ottavio Bianchi; colui che, per far coesistere nel tridente offensivo Carnevale, Maradona e Careca, s’inventa l’attaccante che con umiltà torna dietro e aiuta centrocampo e difesa nel coprire gli spazi. Andrea già a quei tempi va considerato, infatti, una ‘prima punta moderna’ o ‘duttile’, per dirla coi ‘palati fini’. L’invenzione tattica, dovuta anche alla buona prestanza atletica (oltreché tecnica) di Carnevale, è una delle chiavi di volta di quel gruppo. Diventa uno dei pilastri che in quegli anni permettono al Napoli di reggere l’urto e fare risultato anche a prescindere dalla presenza di Maradona.
15 MARZO 1989, IL PUNTO PIU’ ALTO DEL NAPOLI, CON E SENZA MARADONA (NELLA STESSA PARTITA) -

Ciò che resta dei biglietti di quelle 5 serate di Coppa Uefa allo stadio San Paolo (archivio Luigi Gallucci)
E in tale contesto l’apoteosi viene raggiunta il 15 marzo 1989. Due settimane prima a Torino, nell’andata del derby italiano valevole per il tabellone dei quarti di finale della Coppa Uefa 1988/89, la Juventus vince per 2-0 contro uno scialbo Napoli. La solita bestia (bianco)nera, quella capace di negare qualche scudetto nel decennio precedente, sembra materializzare nuovamente il suo sortilegio. Eh…sembra, ma non è così. Intanto, va detto che in quel mercoledì 15 c’è qualcosa di strano nell’aria di Napoli. C’è un’intera città che attende qualcosa con trepidazione e frenesia. Per capire certe cose …bisogna viverle. Io, ad esempio, formalmente vado a scuola, ma le ore tra i banchi scivolano in maniera oltremodo passiva rispetto alla didattica. Prima e seconda ora di noiosissima letteratura inglese, terza di ‘grande basket’ grazie all’educazione fisica, quarta e quinta con spiegazioni di storia e filosofia. Nel frattempo, il giornale ‘nordista’, da me letto in autobus di primo mattino, fa l’abituale giro clandestino, passando sotto i banchi dei miei compagni di classe dell’ultima fila. Loro a scrocco (tipica usanza napoletana) se lo leggono e me lo ridanno alla fine delle lezioni. Del resto, in quella giornata, stando in tema filosofico, vige un pensiero unico. E il dilemma è: rimonta possibile o impossibile? Per la risposta…basta aspettare fino alle h 23 circa. Nel frattempo, in classe si prova a essere ottimisti. Il concetto di fondo è: se il Napoli gioca come nella gara di andata a Torino …non ci sono speranze. Se mette il turbo…c’è da divertirsi. Per me, già in possesso del biglietto acquistato regolarmente qualche settimana prima, è una serata allo stadio, la terza dopo il match dei sedicesimi di finale contro il Lokomotiv Lipsia e gli Ottavi contro il Bordeaux. Del resto, il momento è cruciale: a livello continentale o si fa la storia…o si resta nel cosiddetto limbo. Dopo il mini-dibattito in classe, il rientro a casa, il pranzo veloce, il breve riposo (delle membra, non della mente), la necessaria controllata all’interno dello zainetto e la partenza anticipata per lo stadio. La gara viene, tra l’altro, trasmessa in diretta dalla Rai con il collegamento che inizia subito dopo il TG serale, ma questo elemento per me (non certo non per tanti milioni di sportivi) è del tutto marginale. Per fortuna, il ‘mio’ bus extraurbano ‘Villaricca – Napoli Dante Alighieri’ non mi fa aspettare troppo. E così una mezz’ora dopo riesco anche a prendere la ‘Metro ‘Montesanto – Campi Flegrei’. Giunto in zona piazzale Tecchio, fila d’obbligo ai cancelli dello stadio di Fuorigrotta e battito cardiaco a mille quando metto piede nel San Paolo e salgo i gradini che spalancano la vista al rettangolo verde, ovvero il tavolo da biliardo apparecchiato per il fuoriclasse e i suoi compagni. Tra scelta del posto, merenda, lettura di altri articoli del ricco giornale ‘nordista’ e annuncio delle formazioni gli istanti volano e l’ansia pure. Pronti via e gli azzurri iniziano col cosiddetto turbo. E, guidati da un Maradona ‘in palla’, fanno un primo tempo ad altissima intensità, chiudendo in vantaggio per 2-0 con reti di Diego e Carnevale. La Juve sembra tramortita, l’incubo-eliminazione sembra pian piano svanire, ma non è proprio così. Tecnicamente, per accedere alle semifinali di Coppa Uefa, occorre fare un altro gol, ma non se ne può subire alcuno, altrimenti bisogna poi vincere per 4-1, come da regolamento internazionale relativo alle reti siglate in trasferta. I secondi 45 minuti, però, si giocano a un ritmo inferiore e la Juve va a nozze, in quanto rischia poco in difesa. Al 90° si resta sul 2-0 (con complessivo 2-2 sul doppio confronto) e si va ai tempi supplementari.
L’ARTISTA E’ STANCO, MA NEL NAPOLI SCATTA QUALCOSA - Al 7° minuto del 1° tempo extratime, colpo scena. Il regista del 1° scudetto, nonché puntello di qualità, Ciccio Romano, prende il posto di un ormai esausto Maradona. A quel punto, nonostante il fatto che il cambio sia di spessore, un po’ di pessimismo sugli spalti inizia a serpeggiare. La cosa, però, non riguarda chi sta in campo. Eh sì, perché quella è una squadra che sa quello che deve fare, al di là dei demagogici e strumentali luoghi comuni che si leggono un po’ ovunque sul fatto che essa sia dipendente dalle giocate geniali di Diego. In quei 23 minuti finali, con le forze residue che si hanno nelle gambe, c’è la voglia di andare oltre l’ostacolo, che in verità, rispetto al momento del gol del 2-0, è tornato a farsi alquanto grande. E, per di più, in campo non c’è Maradona, l’uomo che, più di ogni altro nella storia, dà del tu al pallone, quello che a mio avviso… fonde in maniera unica l’arte, l’algebra e la fisica. E sì, perché Diego spesso traccia segmenti lineari e parabole di tiro e/o di passaggio normalmente inimmaginabili …e poi a ogni dribbling sfida sistematicamente le leggi di gravità, grazie a 4 elementi fondamentali: tecnica da palleggiatore sopraffino, visione di gioco sopra la media, baricentro basso e grande forza nelle gambe. In poche parole, l’unico che…da quando questo sport esiste in maniera televisiva… è in grado di sublimare il calcio, elevandolo quasi in ogni partita dal rango di disciplina ludica inesatta …a scienza esatta. E quindi, in una situazione altamente complicata a livello tecnico-tattico, agonistico e psicologico, come si fa a far saltare il bunker bianconero senza l’arma oggettivamente più potente? Beh…come recita un vecchio adagio…quando il gioco si fa duro…i duri iniziano a giocare. Ed è così che al 119° minuto, quando ormai la soluzione struggente dei calci di rigore si fa spazio sempre di più nella mente razionale degli ottantamila che sono sugli spalti, l’immenso Antonio Careca fa vedere i sorci verdi al rude difensore Pasquale Bruno. Lavora il pallone prima lentamente a qualche metro dal vertice destro dell’area di rigore bianconera e poi, su una distanza inferiore a 10 mt, piazza uno scatto quasi da fermo che gli permette di conquistare quei pochi centimetri utili per pennellare un cross giottesco all’altezza del limite dell’area piccola. Sul traversone si avventano in zona centrale 2 azzurri (per la serie…i movimenti senza palla di cui ancora oggi tanto si parla nei salotti mediatico-sportivi). E, a colpire di testa e a mettere la sfera alle spalle di Stefano Tacconi, è il libero Alessandro Renica, ultimo baluardo di difesa o …attaccante aggiunto, a seconda delle situazioni di gioco. Il suo inserimento ‘da dietro’ al 119° sorprende, in effetti, i pur espertissimi difensori centrali bianconeri e, qualche istante dopo l’impatto con il pallone, il miracolo si compie. In quei frangenti chi sta sugli spalti da un lato gioisce in modo folle per il gol dei partenopei e dall’altro sente i gradoni vibrare sotto i piedi. E, quasi quasi, ha pure paura che possa crollare lo stadio da un momento all’altro; cosa che non succede, perché il San Paolo è costruito per sopportare determinate sollecitazioni. Punteggio: Napoli 3, Juve 0 (aggregato, 3-2). In pratica, dopo qualche giro di orologio, la contesa è finita. Il Napoli è in semifinale di Coppa Uefa per la prima volta nella sua storia.
IL 1° TRIONFO IN EUROPA - In funzione della pesante vittoria sulla Juve, si spalancano così le porte per una semifinale col Bayern Monaco e una finale con lo Stoccarda, due squadre tedesche che non regalano nulla e che nelle settimane successive vengono superate con cuore, tecnica e maturità psicologica, in un crescendo di emozioni che non coinvolgono solo i milioni di appassionati napoletani di calcio sparsi per il Pianeta, ma anche sportivi di mezza Italia e di una parte d’Europa.
Resta il fatto che, pur avendo vissuto sugli spalti sia la semifinale di andata col Bayern che la finale di andata con lo Stoccarda, se dovessi individuare il punto più alto raggiunto dal Napoli nella sua storia calcistica, direi Napoli-Juve 3-0…alla stregua di quello che, fatte le debite proporzioni, fu per la Nazionale italiana di calcio l’incontro del 5 luglio 1982 “Italia-Brasile 3-2” ai Mondiali di Spagna.
RINGRAZIAMENTI - Nel porgere complimenti sentitissimi a chi ha avuto la pazienza di leggermi fino a questo punto, concludo con due ringraziamenti. Il primo va a papà, sia per i giornali “Sport Sud” (in edicola il martedì) e “Lo Sport” (il venerdì) che, sin dall’inizio degli anni Ottanta, puntualmente portava in casa la sera quando tornava da lavoro e che mi permettevano di approfondire il tema ‘Napoli Calcio’ oltre la gara domenicale e la lettura del quotidiano ‘nordista’ del lunedì…e sia per la fiducia che mi ha dato ‘al buio’, per dirla col linguaggio del poker, comprandomi quegli abbonamenti per lo stadio in un momento in cui, da adolescente con pochi soldi in tasca, non potevo certamente disporre di banconote a 5 zeri. E, infine, grazie anche al signor festeggiato di queste ore, Diego Armando Maradona, il giocatore-dinamite che, nel periodo in cui giocava nel blasonato Barcellona, sembrava impossibile potesse scegliere Napoli (e non Juve… o Inter… o Milan) quale contesto principale per continuare nelle sue immortali ‘res gestae’ sportive. Luigi Gallucci
Focus Coppa Uefa 1988-89
FORMULA
Club partecipanti: 64. Squadre qualificate in base ai piazzamenti nei rispettivi campionati nazionali 1987-88. All’epoca, prima che venisse introdotta la riforma graduale delle competizioni Uefa, partecipavano al torneo in questione le seconde, le terze, le quarte e, per le nazioni posizionate più in alto nella classifica Uefa, anche le quinte, mentre solo le 32 vincitrici di ‘scudetto’, giusto per intenderci, disputavano la famosa Coppa Campioni. A corollario, aggiungiamo che all’epoca le 32 vincitrici delle coppe nazionali erano ammesse al tabellone di un 3° torneo Uefa, la Coppa delle Coppe, mandata in archivio nel 1999. Le fasi a gironi non esistevano e ogni sfida Uefa era disputata su match di andata e ritorno. In pratica, era vietato sbagliare. Turnover ed esperimenti di formazione all’epoca erano pressoché inesistenti.
CLUB PARTECIPANTI
Germania Ovest (5): Stoccarda, Bayern Monaco, Colonia, Norimberga e i campioni in carica del Bayer Leverkusen.
Italia (4): Napoli, Inter, Juve, Roma.
URSS (4): Dinamo Minsk, Torpedo Mosca, Zalgiris Vilnius, Dnipro.
Spagna (3): Atletico Madrid, Real Sociedad, Athletic Bilbao
Austria (3): First Vienna, Sturm Graz, Austria Vienna.
Belgio (3): Standard Liegi, Waregem, Anversa.
Scozia (3): Hearts of Midlothian, Glasgow Rangers, Aberdeen.
Jugoslavia (3): Velez, Dinamo Zagabria, Partizan Belgrado.
Svezia (3): Malmoe, Oster, Ik Brage.
Portogallo (3): Sporting Lisbona, Belenenses, Benfica.
Francia (2): Bordeaux, Montpellier.
Olanda (2): Groningen, Ajax.
Bulgaria (2): Slavia Sofia, Botev Plodviv
Ungheria (2): Ujpest, Tfc Papa Lombard.
Svizzera (2): Servette, Aarau.
Polonia (2): Legia Varsavia, Katowice.
Cecoslovacchia (2): Dunajaska Streda, Dukla Praga.
Grecia (2): Paok Salonicco, Aek Atene.
Germania Est (2): Lokomotiv Lipsia, Dinamo Dresda.
Romania (2): Victoria Bucarest, Otelul Galati.
Turchia (1): Besiktas Istanbul.
Finlandia (1): Tps Turku.
Cipro (1): Apoel Nicosia.
Malta (1): Sliema Wanderers.
Irlanda (1): St Patrick’s.
Lussemburgo (1): Us Luxembourg.
Irlanda del Nord (1): Linfield.
Danimarca (1): Ikast.
Norvegia (1): Molde.
Islanda (1): IA Akranes.
RISULTATI 1° TURNO (ANDATA E RITORNO)
Belenenses-Leverkusen 2-0, Juve-Otelul 5-1, Colonia-Anversa 6-3, Roma-Norimberga 4-3, Stoccarda-Papa 3-2, Napoli-Paok Salonicco 2-1, Partizan Belgrado-Slavia Sofia 10-0, Austria Vienna-Vilnius 5-4, Benfica-Montpellier 6-1, Victoria Bucarest-Sliema 8-1, Groningen-Atletico Madrid 2-2 (olandesi qualificati per maggior numero di gol in trasferta), Hearts-St Patrick’s 4-0, Athletic Bilbao-Aek Atene 2-1, Tps-Linfield 1-1 (finlandesi qualificati per maggior numero di gol in trasferta), Sporting Lisbona-Ajax 6-3, Waregem-Molde 5-1, Bordeaux-Dnipro 3-2, Dresda-Aberdeen 2-0, Standard Liegi-Luxembourg 11-1, Malmoe-Torpedo Mosca 3-2, Servette-Graz 1-0, First Vienna-Ikast 2-2 (austriaci qualificati per maggior numero di gol in trasferta), Inter-Brage 4-2, Velez-Apoel 6-2, Minsk-Plodviv 2-1, Dinamo Zagabria-Besiktas 2-1, Real Sociedad-Dukla 4-4 (spagnoli qualificati per maggior numero di gol in trasferta), Glasgow Rangers-Katowice 5-2, Bayern Monaco-Legia Varsavia 10-4, Streda-Oster 6-2, Ujpest-Akranes 2-1, Lokomotiv Lipsia-Aarau 7-0.
SEDICESIMI DI FINALE (A-R)
Napoli-Lokomotiv Lipsia 3-1, Inter-Malmoe 2-1, Juve-Athletic Bilbao 7-4, Bucarest-Dinamo Minsk 2-2 (rumeni qualificati per maggior numero di gol in trasferta), Velez-Belenenses 4-3 (ai calci di rigore), Liegi-Benfica 3-2, Colonia-Glasgow Rangers 3-1, Groningen-Servette 3-1, Stoccarda-Dinamo Zagabria 4-2, Dresda-Waregem 5-3, Hearts-Austria Vienna 1-0, Real Sociedad-Sporting Lisbona 2-1, Roma-Partizan Belgrado 4-4 (italiani qualificati per maggior numero di gol in trasferta), Tsp-First Vienna 2-2 (finlandesi qualificati per maggior numero di gol in trasferta), Bayern Monaco-Streda 5-1, Bordeaux-Ujpest 2-0.
OTTAVI (A-R)
Napoli-Bordeaux 1-0, Bayern Monaco-Inter 3-3 (tedeschi qualificati per maggior numero di gol in trasferta), Real Sociedad-Colonia 3-2, Hearts-Velez 4-2, Victoria Bucarest-Tps 3-3 (rumeni qualificati per maggior numero di gol in trasferta), Juve- Standard Liegi 2-0, Stoccarda-Groningen 5-1, Dinamo Dresda-Roma 4-0.
QUARTI (A-R)
Napoli-Juventus 3-2, Bayern Monaco-Hearts 2-1, Dinamo Dresda-Bucarest 5-1, Stoccarda-Real Sociedad 4-2 (ai calci di rigore).
SEMIFINALI (A-R)
Napoli-Bayern Monaco 4-2, Stoccarda-Dinamo Dresda 2-1
FINALE (A-R)
Napoli-Stoccarda 5-4.
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BIENNIO NAPOLI SERIE A 1987-89
Risultati casalinghi 1987-88
(campionato a 16 squadre)
Napoli Ascoli 2-1, Napoli-Pescara 6-0, Napoli-Empoli 2-1, Napoli-Torino 3-1, Napoli-Juventus 2-1, Napoli-Hellas Verona 4-1, Napoli-Fiorentina 4-0, Napoli-Cesena 2-0, Napoli-Pisa 2-1, Napoli-Avellino 4-0, Napoli-Roma 1-2, Napoli-Como 3-0, Napoli-Inter 1-0, Napoli-Milan 2-3, Napoli-Sampdoria 1-2.
Totale: 12 vittorie e 3 sconfitte.
Classifica finale per piazzamenti Uefa: Milan 1° con 45 punti (in coppa Campioni), Napoli 2° con 43 (in Coppa Uefa), Roma 3^ con 38 (in Coppa Uefa), Sampdoria 4^ con 37 (vincitrice di Coppa Italia e ammessa in Coppa delle Coppe), Inter 5^ con 32 (in Coppa Uefa), Juventus 6^ con 31 (in Coppa Uefa).
Diego Maradona capocannoniere con 15 gol. Napoli miglior attacco con 55 gol fatti. Milan miglior difesa con 14 gol subiti.
Risultati casalinghi 1988-89
(campionato a 18 squadre)
Napoli-Atalanta 1-0, Napoli-Pescara 8-2, Napoli-Lazio 1-1, Napoli-Milan 4-1, Napoli-Fiorentina 2-0, Napoli-Bologna 3-1, Napoli-Inter 0-0, Napoli-Ascoli 4-1, Napoli-Como 3-2, Napoli-Lecce 4-0, Napoli-Cesena 1-0, Napoli-Juventus 2-4, Napoli-Hellas Verona 1-0, Napoli-Roma 1-1, Napoli-Torino 4-1, Napoli-Sampdoria 1-1, Napoli-Pisa 0-0.
Totale: 11 vittorie, 5 pareggi e 1 sconfitta.
Classifica finale per piazzamenti Uefa: Inter 1° con 58 punti (qualificato in Coppa Campioni), Napoli 2° con 47 (in Coppa Uefa da campione in carica), Milan 3° con 46 (in coppa Campioni quale detentore del titolo), Juventus 4^ con 43 (in Coppa Uefa), Sampdoria 5^ con 39 (vincitrice di Coppa Italia e qualificata alla Coppa delle Coppe), Atalanta 6^ con 36 (in Coppa Uefa), Fiorentina 7^ con 34 (in Coppa Uefa dopo aver vinto per 1-0 lo spareggio con la Roma sul campo neutro di Perugia).
Aldo Serena (Inter) capocannoniere con 22 gol. Inter miglior attacco con 67 gol fatti e miglior difesa con 19 gol subiti.
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Statistiche su Maradona
I CLUB PROFESSIONISTICI IN CUI HA GIOCATO: 6.
Argentinos Juniors (periodo 1976-1981), Boca Juniors (1981-1982 e 1995-1997), Barcellona (1982-1984), Napoli (1984-1992), Siviglia (1992-1993), 1993 (Newell’s Old Boys).
TITOLI VINTI CON SQUADRE DI CLUB: 9
Boca Juniors: campionato metropolitano 1981.
Barcellona: coppa del Re di Spagna 1983, supercoppa spagnola 1983, coppa di LIGA spagnola 1983.
Napoli: scudetti Serie A 1987 e 1990, coppa Italia 1987, supercoppa italiana 1990, coppa Uefa 1989.
Partite giocate complessivamente nei club: 585. Gol segnati: 311.
TITOLI VINTI CON LA NAZIONALE ARGENTINA: 3
Coppa del Mondo Fifa nel 1986, campionato mondiale Under 20 nel 1979, coppa Artemio Franchi 1993.
Partite giocate in Nazionale: 91. Gol segnati: 34
Premi e riconoscimenti ricevuti in carriera dal Pibe de Oro
Nel 2000 viene eletto dalla FIFA miglior calciatore del secolo, riconoscimento che condivide solo con Pelé.
Nel 2002 la Fifa assegna a Maradona anche il riconoscimento per aver segnato il gol più bello gol del secolo, quello del 2-0 parziale nella gara dei quarti di finale giocata il 22 giugno 1986 contro l’Inghilterra.
Pallone d’oro sudamericano (2 volte): 1979, 1980.
Giocatore dell’anno Stampa Argentina (4): 1979, 1980, 1981, 1986.
Capocannoniere campionato argentino di 1^ divisione (5): Metropolitano 1978, Metropolitano 1979, Nacional 1979, Metropolitano 1980, Nacional 1980.
Giocatore dell’anno Guerin Sportivo 1979.
Premio Guerin d’Oro-miglior giocatore dell’anno Serie A 1985.
Miglior giocatore Mondiali 1986 (Fifa World Cup Golden Ball).
Miglior uomo assist Mondiali 1986 (Fifa World Cup Most Assists).
Campione dei campioni L’Equipe 1986.
Giocatore dell’anno World Soccer 1986.
Atleta dell’anno United Press Association 1986.
Capocannoniere Serie A 1987-88.
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Albo d’oro “Hall of Fame-Top Club Europa”
COPPA CAMPIONI-CHAMPIONS LEAGUE > https://www.sportflash24.it/albo-doro-champions-league-coppa-campioni-71388
COPPA UEFA EUROPA LEAGUE > http://www.sportflash24.it/albo-doro-coppa-uefa-europa-league-le-28-squadre-vincitrici-69825
COPPA DELLE COPPE UEFA > http://www.sportflash24.it/coppa-delle-coppe-tutte-le-finali-ecco-lalbo-doro-220263
SUPERCOPPA UEFA > https://www.sportflash24.it/albo-doro-supercoppa-uefa-le-squadre-vincitrici-e-i-risultati-73918
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Buon 60° compleanno, Diego. E grazie per tutte le emozioni
che hai trasmesso agli appassionati di calcio